La pensione di invalidità è una prestazione che viene erogata agli invalidi: per non perderla è necessario guadagnare entro determinati limiti.
Ebbene, esiste uno stipendio massimo fissato per non perdere il diritto a ricevere la pensione di invalidità. Il limite non è previsto solo per gli invalidi totali, ma anche per quei cittadini che è stata riconosciuta solo un’invalidità parziale.
Trattandosi, comunque, si un beneficio di natura assistenziale, è necessario il rispetto di determinati limiti, oltre che condizioni. Quali sono?
La pensione di invalidità è una prestazione che viene riconosciuta dall’Inps, per 13 mensilità, a chi si trova in condizioni di inabilità lavorativa totale (100%) o parziale (dal 74% al 99%).
La pensione viene corrisposta per un totale di13 mensilità, previa domanda, a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda o, solo in via eccezionale, dalla data indicata dalle competenti commissioni sanitarie.
La misura spetta nel rispetto di determinati requisiti e nel rispetto di determinate soglie reddituali, per non perdere il diritto alla prestazione. I beneficiari della prestazione, però, pur dovendo soggiacere a tali obblighi, possono comunque continuare a prestare attività lavorativa.
La domanda deve essere presentata telematicamente, sul sito web dell’Inps, al quale si accede autenticandosi con le proprie credenziali digitali.
È bene precisare, inoltre, che l’assegno d’invalidità civile è una prestazione assistenziale, mentre l’assegno ordinario d’invalidità è un trattamento economico, non reversibile e riservato ai lavoratori dipendenti del settore privato e ai lavoratori autonomi con un livello d’invalidità tale da ridurre di oltre due terzi la capacità lavorativa.
Per continuare a percepire la pensione di invalidità, esiste uno stipendio massimo che si deve guadagnare per non perdere il diritto.
Il limite reddituale è previsto sia per gli invalidi totali che per gli invalidi parziali, con soglie e condizioni differenti.
Bisogna precisare che si tratta comunque di una prestazione a carattere assistenziale e, seppur riconosciuta dallo Stato agli aventi diritto, si devono comunque rispettare determinate soglie reddituali.
D’altra parte, chi percepisce la pensione di invalidità non ha alcun divieto e può comunque continuare a lavorare. Ciò che conta è il reddito personale.
Quanto guadagnare per non perdere il diritto alla pensione di invalidità?
Il primo caso che andremo ad analizzare riguarda gli invalidi parziali, ovvero tutte quelle persone a cui è stata riconosciuta una riduzione delle capacità lavorative compresa tra il 74% al 99%.
A questi soggetti, lo Stato eroga un assegno mensile che spetta nel rispetto di determinati requisiti. Quello reddituale è pari a 5.725,46 euro: superata questa soglia, si perde il diritto all’assegno.
È molto importante tenere presente che sono vincolati solo i redditi del beneficiario della prestazione assistenziale e non anche quelli del coniuge.
Quindi, l’invalido parziale ha comunque la possibilità di lavorare, ma non può avere un reddito superiore alla soglia indicata. Facendo due calcoli, mensilmente non può percepire più di 477 euro.
Le soglie cambiano per gli invalidi totali, ovvero al 100%. Per questi soggetti, l’importo dell’assegno di invalidità può variare e arrivare fino a 735,08 euro al mese.
Gli invalidi al 100%, che percepiscono la pensione maggiorata a 735,08 euro al mese, devono avere un reddito personale sommato a quello del coniuge non superiore a 16.502,98 euro annui e redditi propri non superiori a 9.555,65 euro.
Invece, per quanto riguarda i beneficiari dell’invalidità ordinaria, il reddito personale annuo da non superare è di 19.461,12 euro. Facendo un breve e veloce calcolo, lo stipendio non può essere superiore a 1.497 euro.