12 Jul, 2024 - 17:38

Hübner: "Non ho rimpianti se ripenso alla mia carriera. Italia? Bisogna puntare di più sui giovani"

Hübner: "Non ho rimpianti se ripenso alla mia carriera. Italia? Bisogna puntare di più sui giovani"

Dario Hübner è un uomo senza rimpianti se ripensa ai suoi diciassette anni vissuti da calciatore professionista. Un percorso iniziato nel 1988 a Crema, città che gli ha dato l'amore e in cui il bomber attualmente vive. Dalla C2 fino ai campi di Serie A, raggiunti all'età di 30 anni quasi un decennio dopo quell'estate dell'88.

Nessun rimpianto per Dario Hübner: "Felice per ciò che ho fatto"

L'ex attaccante friulano - nell'intervista esclusiva concessa a TAG24 - non dimentica affatto tutta la trafila affrontata nel suo percorso da giocatore. La Serie A non è arrivata per caso ma con il sudore di chi ha iniziato tutto in un campo di provincia, completando una scalata a suon di gol. Dopo Crema infatti nella sua vita è arrivato il Fano, club con cui nel '92 Hübner vinse la classifica cannonieri in C1.

Un risultato ottenuto anche in Serie B con il Cesena, dato che nel 1996 l'ex attaccante si impose come miglior realizzatore del campionato cadetto siglando 22 reti. Hübner ha vestito tante maglie in quel quasi ventennio da professionista, anche se forse una gli sarebbe calzata a pennello: quella della Nazionale.

"Non ho rimpianti anche se non ho mai giocato in Nazionale. Forse ho questo rammarico ma alla fine ripensandoci a vent'anni giocavo in Prima Categoria e dieci anni dopo sono arrivato in Serie A. Sono felicissimo di tutto quello che ho fatto nella mia carriera".

5 maggio 2002: Dario Hübner è capocannoniere della Serie A

Non è facile per un calciatore scegliere un momento specifico della propria carriera. Hübner infatti ne ha vissuti diversi belli ma anche altri meno felici, come la retrocessione subita con il Brescia al termine dell'annata 1997-1998.

Uno dei momenti chiave della carriera del bomber di Muggia è senza dubbio il 5 maggio 2002, giorno in cui vinse il titolo di capocannoniere della Serie A. Un risultato ottenuto dopo con la casacca del Piacenza, che quel pomeriggio di ventidue anni fa mise ko il Verona con un netto 3-0 conquistando l’agognata salvezza. In un Garilli stracolmo Hübner timbrò il cartellino su calcio rigore, firmando il 2-0 ad inizio riprese dopo il vantaggio di Volpi.

Dario Hübner ha vinto la classifica marcatori di Serie A, B e C

La gioia più grande arrivò a sei minuti dal novantesimo: Gautieri servì un pallone perfetto ad Hübner, bravo a scattare sul filo del fuorigioco e a beffare il veronese Ferron. Dario esulta togliendosi la maglia e mostrando i muscoli. E come biasimarlo: ha appena agganciato Trezeguet a quota 24 in testa alla classifica dei bomber di Serie A.

Quel giorno Hübner scrisse la storia, divenendo il primo giocatore ad ottenere questo risultato nei primi tre campionati italiani. L'unico a riuscirsi insieme a lui attualmente è solo Igor Protti, che chiuse il cerchio conquistando il titolo di cannoniere di Serie B un anno dopo:

"Il 5 maggio 2002 probabilmente è stato il culmine della mia carriera ma ricordo con piacere anche il debutto in Serie A e la promozione ottenuta con il Brescia nel 2000. In una carriera così lunga non penso si possa scegliere un giorno particolare"

Chi è l'attaccante che le somiglia di più? La risposta di Hübner

Ma al giorno d'oggi, tra gli attaccanti in circolazione, chi somiglia di più a Dario Hübner? Il classe '67 ha provato a rispondere a questa domanda, anche se dal suo punto di vista ogni centravanti ha i propri pregi e difetti. Hübner però ha fatto un nome specifico, citando un giocatore appena arrivato sulla riva del lago di Como.

"Per me ogni attaccante ha le proprie caratteristiche e i propri difetti. A me piaceva tantissimo Belotti quando era al Torino per come lavorava, come faceva reparto e per la grinta che aveva. Adesso è andato a Como e potrà rifare quello che faceva in granata".

La Serie B ha ritrovato Cesena e Mantova

Hübner successivamente si è concentrato sul prossimo campionato di Serie B, che come la massima serie scatterà tra nel weekend del 17-18 agosto. Un torneo che ha ritrovato due piazze come Cesena e Mantova, che sicuramente Hübner seguirà con tanta attenzione nel corso di tutta la stagione.

Per l'ex attaccante, le due neopromosse dovranno innanzitutto puntare ad una salvezza tranquilla in quest'annata. La permanenza in Serie B infatti dovrà essere il primo passo per bianconeri e biancorossi, che potranno alzare l'asticella in un futuro non troppo lontano:

"Il campionato di Serie B è lungo e difficile. Il calendario in questo momento è relativo, magari sarà decisivo nelle ultime cinque giornate. Cesena e Mantova hanno tanta fame di calcio ma devono ragionare in maniera limpida e giocare con la testa"

Dario Hübner esalta il Brescia di Rolando Maran

In una conversazione con Hübner non poteva certo mancare il Brescia, formazione in cui l'ex attaccante ha militato per quattro anni mettendo a segno la bellezza di 75 reti fra Serie A e B. I lombardi dal suo punto di vista potranno fare un buon campionato, sfruttando anche la conferma di Rolando Maran in panchina.

"Il Brescia è sempre un'incognita ma quest'anno riparte con una squadra conosciuta. Maran conosce bene la squadra e i calciatori. Se arriveranno i rinforzi di cui ha bisogno penso che possa fare un buon campionato".

La Sampdoria di Andrea Pirlo sogna un ritorno in A

Tra le squadre che ambiscono al ritorno in Serie A c'è anche la Sampdoria di Andrea Pirlo, con cui Hübner ha condiviso proprio l'esperienza al Brescia alla fine degli anni Novanta. Ai blucerchiati infatti la Serie B sembra star troppo stretta ma il classe '67 è fiducioso sul percorso dei doriani:

"La Sampdoria è una piazza non abituata a fare la Serie B. L'anno scorso secondo me ha fatto benissimo. Oggi come oggi però contano i giocatori che vanno in campo più che la piazza e la forza economica della società. Ormai il nome della città conta relativamente".

Dario Hübner: "In Italia puntiamo troppo poco sui giovani"

Hübner infine si è concentrato anche sui giovani calciatori italiani, che a suo giudizio trovano sempre meno spazio per crescere. Una critica molto forte a dirigenti e procuratori, che spesso decidono di pescare all'estero piuttosto che investire sui talenti azzurri. Un errore che si ripercuote anche sulla nazionale italiana, uscita amaramente ad Euro 2024 dopo il ko subito contro la Svizzera agli ottavi.

"Più che ai giovani mi sento di dare un consiglio ai dirigenti e ai procuratori: fate crescere i nostri calciatori italiani. Una volta i vivai italiani erano i migliori di tutta Europa e oggi invece non è più così. Non facciamo crescere più i nostri talenti e alla fine facciamo certe figure con la Nazionale".

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Filippo D'Angelo
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