Digitale, educazione, istruzione e... tante preoccupazioni. Cosa dice la circolare Valditara sullo stop ai cellulari anche per uso didattico in classe? La notizia, uscita l’11 luglio 2024, ha lasciato nella mente degli italiani diversi interrogativi e perplessità sugli effettivi contenuti della circolare firmata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Per l'anno 2024-2025, i cellulari non saranno più ammessi nelle classi nemmeno per uso didattico-educativo. Ma di che scuole stiamo parlando? E perché è così importante che i bambini non usino lo smartphone nelle loro aule?
Qualcuno pensa che il ministro Giuseppe Valditara abbia deciso di rimuovere totalmente il digitale dal sistema educativo italiano. E’ davvero così? La dottoressa Paola Campanaro, psicopedagogista, (mediatrice e coordinatrice genitoriale) e direttrice del centro clinico La Quercia ha chiarito ogni dubbio con un’intervista per Tag24.it.
Valditara intende togliere il digitale dalle scuole? La dottoressa Campanaro ha iniziato la conversazione sul tema chiarendo subito sulle interpretazioni errate diffuse dai media riguardo la circolare:
"Non intende togliere il digitale, anzi, ha fatto una riforma proprio per portare l'educazione digitale nelle scuole. Il ministro ribadisce che i ragazzi devono ricevere una sana educazione digitale, ed è fondamentale.
Molte testate giornalistiche stanno trattando la notizia in modo errato. Valditara esorta ad usare il diario cartaceo nella scuola primaria (comunemente nel parlato vengono chiamate elementari ndr.) e non si riferisce alla scuola secondaria di primo grado (comunemente dette medie ndr.) o alla secondaria di secondo grado (nella "vecchia dizione", le superiori ndr.) dove invece il registro elettronico è utile per inserire gli argomenti, i compiti, ecc. "
Per ulteriore chiarezza, citiamo proprio le parole della circolare:
Si tratterà quindi di un tentativo di equilibrare al meglio l'innovazione digitale e i metodi tradizionali di apprendimento, mentre non costituirà una scomparsa del mondo digitale dalle scuole.
La dottoressa, infatti, ci ricorda che l'età giusta per dare il telefono ai bambini è quella dei primi anni della secondaria di primo grado, dunque non bisogna vincolarli all'uso del cellulare già da piccolissimi.
Utilizzare il cellulare in età infantile può risultare dannoso, per questo, la dottoressa ci ha spiegato quanto sia utile, al contrario, utilizzare il cartaceo:
"A quell' età (prima dei 11-12 anni ndr) il bambino, dopo aver usato il cellulare per i compiti, finisce per giocarci, perché è piccolo e non ha ancora il controllo degli impulsi, non è maturo. E' giusto che abbia il suo diario, scriva, prenda nota, disegni e, per i più nostalgici, può segnare veramente la storia di un'infanzia o di un'adolescenza tra ricordi, adesivi, o dediche di tutti i tipi.
Ora non c'è più una situazione di parallelismo, dove c'è sia il diario cartaceo sia il registro elettronico. Non è più usato. Tutti i compiti sono nel registro elettronico. Tante volte gli insegnanti li mettono anche nel pomeriggio, da casa, o li inseriscono per la settimana successiva insieme alle dispense.
Non vengono più dettati in classe. I ragazzi devono avere accesso a un tablet, un computer o un cellulare per poterli svolgere. Questo è quello che sta succedendo. Valditara dice che questo non va bene per i più piccoli."
Si manterrà quindi comunque la tecnologia, specie per gli insegnanti, se hanno le dispense da cui i genitori possono scaricare l'approfondimento o l'esercizio in più. Ma è bene che i bambini scrivano sul diario, la dottoressa chiarisce:
" Perché devono mantenere la capacità di programmarsi, di mettere giù le idee, organizzare lo spazio. È una competenza fondamentale di questa età. L'organizzazione spaziale, l'uso della penna, il visualizzare le cose su un materiale concreto è una competenza cognitiva su cui dobbiamo contare. Non possiamo trattarla come superflua."
E' importante quindi che i bimbi mettano a fuoco le idee, in modo da poter leggere ciò che scrivono. Anche la comprensione ne beneficia.
"Stanno nascendo molti corsi di scrittura perché le persone hanno perso questa abilità. Una volta si scrivevano lettere, che erano come temi, e ci si formava la coscienza scrivendo."
A questo proposito, citiamo ancora una volta le parole testuali della circolare sull'uso del registro elettronico:
La circolare firmata da Valditara continua:
Tag24.it ha già affrontato un tema spinoso d'inchiesta, quello sull' uso smodato e insistente del cellulare in classe. Gli insegnanti sono disperati perché gli studenti fanno challenge su TikTok, scherzano, riprendono in video, creano confusione, interrompono le lezioni con il cellulare mentre i professori spiegano. Come si risolve? La dottoressa Campanaro consiglia una strategia utile:
"Le scuole dovrebbero dotarsi di una sorta di calendario dell'avvento con tasche numerate, ogni numero corrisponde al numero del registro del ragazzo e i ragazzi mettono il cellulare nella tasca all'inizio della lezione. Il cellulare resta lì, sempre in classe, fino a fine lezione, poi lo riprendono. Questo permetterebbe di non usarlo durante le lezioni, riducendo al massimo le distrazioni e di tenerlo comunque sotto controllo e senza rischi di furto."
La dottoressa ci ha spiegato anche se si intende introdurre un'educazione digitale ufficiale, utile, effettiva in Italia , poiché, ad oggi, risulta fondamentale per una preparazione al futuro. Ha confermato così la presenza di vari progetti finanziati dal PNR per questo tipo di formazione:
"Consiglio di affidarsi a specialisti esterni, come psicologi del digitale, che sono preparati sul tema. Le scuole possono scegliere di dotarsi di questi progetti. Noi, come centro clinico La Quercia, abbiamo uno psicologo specialista in educazione digitale e a settembre partiremo con un podcast dedicato a questi temi in rapporto con i ragazzi. Abbiamo presentato un programma già nel 2016 al ministro, che all'epoca non era interessato, ma ora è diventato un'urgenza. La politica a volte arriva dopo, ma è importante puntare sull'obiettivo."
E' possibile per tutti consultare la circolare nella sua forma integrale, qualora si volessero approfondire altri punti.