Dopo l'attentato a Donald Trump del 13 luglio 2024, scatta la curiosità di sapere quali sono i presidenti Usa che nel corso della storia sono stati feriti o rimasti uccisi da colpi d'arma da fuoco. Si parte con Abramo Lincoln nel lontano 1865, passando per i fratelli Kennedy ed infine Ronald Regan nel 1981. Ecco tutti i dettagli.
La "passione" per le armi e una cera dose di inclinazione alla violenza sono temi sempre caldi negli Stati Uniti. L'attentato alla vita di Donald Trump, il candidato repubblicano in corsa alle elezioni presidenziali 2024, in un comizio in Pennsylvania, ha scatenato reazioni e preoccupazione nel mondo intero.
Complici il peso e l'importanza degli Usa come nazione leader in Occidente, aggiungendo la popolarità del celebre Tycoon, cresce la curiosità di sapere quali e quanti presidenti della Casa Bianca sono stati vittime di attentati nel corso della storia.
Quarantasei presidenti americano hanno, fino ad oggi, ricoperto il prestigioso ruolo e quattro di loro sono stati assassinati. Il primo a cui toccò la triste sorte fu Abramo Lincoln nel 1865, seguito da James Garfield nel 1881, poi William McKinley nel 1901.
La morte che tutti i cittadini Usa ricordano sia per la vicinanza temporale che per il clamore che generò la vicenda, è senza dubbio l'assassino di John Kennedy, il 22 novembre del 1963. La tragedia è avvenuta mentre si trovava in Texas, con il corteo presidenziale Dealey Plaza a Dallas. Un mistero che ha occupato le pagine dei giornali per molto tempo, e che è rimasto a lungo l’omicidio più indagato del secolo, soprattutto in virtù delle teorie del complotto che vi giravano attorno. L'assassino fu Lee Harvey Oswald e il suo nome resta nei libri di storia.
Il 5 giugno del 1968, en cinque anni dopo l'omicidio di JFK, la stessa sorte fu riservata anche a suo fratello Robert Francis Kennedy, durante la campagna presidenziale presso l'Ambassador Hotel a Los Angeles. Tre colpi di pistola raggiunsero l'allora senatore Usa, per mano di Sirhan Sirhan, un 24enne di origine palestinese. Nell'attentato rimasero ferite anche altre cinque persone.
Inizio scoppiettante per l'inizio della carica di presidente per Ronald Reagan che il 30 marzo 1981, mentre lasciava l'Hilton Hotel di Washington, dopo un incontro con i membri del sindacato Afl-Cio, fu raggiunto da un proiettile sparato da John Hinckley Jr. Il neo eletto First man venne colpito al polmone sinistro. Oltre a lui nell'attentato rimasero feriti anche l'addetto stampa James Brady, l’agente del Secret Service Timothy McCarthy e il poliziotto Thomas Delahanty.
Regan cominciò a tossire sangue e fu trasportato d'emergenza al George Washington University Hospital, dove un team di esperti chirurghi lo operò per salvargli la vita. Prima dell'operazione, l'indistruttibile "uomo d'acciaio" disse ironizzando ai medici: "Spero che siate tutti repubblicani". Il suo attentatore venne accusato di tentato omicidio, ma dato che era uno "squilibrato" fu giudicato non colpevole per incapacità di intendere e di volere. All’epoca dei fatti Hinckley JR. raccontò che voleva uccidere Reagan per attirare le attenzioni dell'attrice Jodie Foster, di cui era follemente innamorato da quando la vide in "Taxi Driver".