15 Jul, 2024 - 10:42

Federico Baroni presenta Blackout: "Il fil rouge è un sound 80’s. Il regolamento di Sanremo? Assurdo, tronca le gambe a tantissimi ragazzi di talento"

Federico Baroni presenta Blackout: "Il fil rouge è un sound 80’s. Il regolamento di Sanremo? Assurdo, tronca le gambe a tantissimi ragazzi di talento"

Federico Baroni, in una intervista esclusiva a Tag24, ha parlato della pubblicazione del suo ultimo disco dal titolo "Blackout" e della versione deluxe dell'album con cinque bonus track riarrangiate live in full band, che escono a cadenza settimanale ogni venerdì dal 5 luglio al 2 agosto.

Federico Baroni: intervista esclusiva di Tag24

Tag24 ha contattato così Federico Baroni per una intervista esclusiva in cui però non ha parlato solo del suo ultimo lavoro discografico, ma anche delle sue esperienze ad Amici di Maria De Filippi, a X Factor e inoltre ha espresso un suo giudizio sul nuovo regolamento di Sanremo Giovani ed un ricordo su Michele Merlo.

Qual è il filo conduttore di Blackout, il filo rosso che lega tutti i brani?

il filo che lega tutti i brani del disco è sicuramente il sound. Ho deciso di fare questo disco con un unico produttore, Riccardo Scirè, proprio per avere una coerenza a livello di sonorità e fare in modo che il disco fosse considerato più come un concept album che semplicemente come un semplice album. Volevo che, anche nella diversità di genere, la pasta del suono fosse coerente e riconoscibile. Il fil rouge che lega tutti i brani è da ritrovarsi in un sound 80’s sullo stile delle grandi popstar americane alle quali mi ispiro: The Weeknd, Charlie Puth, Bruno Mars, Dua Lipa; a livello di tema, quello che lega tutti brani è l’amore, che è sempre molto importante nel mio percorso artistico e di vita.

Come sono nate le canzoni presenti nella tracklist sia per quanto riguarda le sonorità, sia per i testi?

Per la scrittura di questo brano ho deciso di lavorare insieme a degli autori, diversamente da quanto avevo fatto col primo disco. Tra questi, Pierdavide Carone, Raige, Federica Camba, Adele H e Karin Amadori. Scrivere con altri autori mi ha permesso di utilizzare delle metafore diverse da quelle a cui era abituato e di espandere il mio vocabolario. Tutte le canzoni sono nate da storie che ho vissuto personalmente. Quelli che ho sentito di più sono senza dubbio Cosa ti aspetti da me, Non vale e Chilometri, in cui, oltre a parlare di storie che ho vissuto, ho raccontato tanto anche di me, mettendomi a nudo anche davanti alle mie fragilità, che poi ho visto essere quelle di tutti.

Come nasce l'idea della deluxe version con le bonus track che escono a cadenza settimanale?

L’idea della deluxe edition in realtà è nata in modo un po’ casuale, solitamente è quello che mi porta a fare le cose più belle. Sentivo l’esigenza di tornare a suonare dal vivo, in seguito a una serata dove ho sentito per la prima volta questo gruppo jazz funk suonare, i Planet Butter, mi sono innamorato del loro sound e ho pensato di realizzare con loro delle versioni completamente riarrangiate dell’album. Abbiamo realizzato le live session nello storico studio Laboratori Testone di Tommaso Colliva per postare i video su YouTube in stile Tiny Desk Concert. Quando siamo usciti dalla sala prove e ci siamo resi conto di quello che era venuto fuori, ci siamo guardati e io ho subito pensato che quello che avevamo fatto non potesse limitarsi a una pubblicazione su YouTube. Avevo bisogno di ascoltare quei brani ancora, ancora e ancora; quindi, ho pensato che il modo migliore per farlo fosse caricarli anche su Spotify. 

L'esperienza a X Factor e Amici

In passato hai partecipato a talent show come X Factor ed Amici: cosa ricordi di quelle esperienze?

Sono state esperienze utili per crescere e per incontrare belle persone con cui coltivare delle amicizie. Le ho sempre viste come un trampolino, ma mai come un punto di arrivo. Specialmente ora, penso che non servano più neanche a quello. Siamo davvero in un periodo storico molto difficile per la musica e l’errore più grande che si possa fare sia basarsi solo sui numeri e non sulla qualità. Ovviamente questo non può che portare ad una morte della musica, artisticamente e qualitativamente parlando. L’idea delle live session nasce proprio dall’ennesimo sfogo nel non voler più condividere la mia musica sempre e solo sui social. Penso che ogni artista nel suo piccolo debba contribuire a lanciare un messaggio e farsi sentire come può.

Che consiglio daresti ai giovanissimi che stanno facendo i provini di Amici e X Factor in questi giorni?

Siate voi stessi e non lasciatevi condizionare dalle idee degli altri. Quando uscirete da lì potrete andare avanti solo se prima avrete costruito qualcosa che parte da voi. Dalla vostra idea di musica, dal vostro impegno, dai vostri sacrifici, dai vostri sogni.

Il commento su Sanremo Giovani e il ricordo di Michele Merlo

Cosa pensi del nuovo regolamento di Sanremo Giovani per cui non possono partecipare i cantanti che hanno più di 25 anni?

Penso che sia assurdo, se devo essere del tutto onesto. Anche perché ci vuole una certa maturità nel portare su un palco del genere canzoni di spessore, con dei messaggi e con un vissuto, il termine giovane dovrebbe essere solo associato a un contesto emergente, inteso come visibilità e non legato all’età. Ennesima decisione che tronca le gambe a tantissimi ragazzi di talento che hanno voglia e bisogno di esprimersi, soprattutto in un periodo del genere. 

Ci puoi dire il ricordo più bello che hai di Michele Merlo?

La sua onestà! Era un amico che ti diceva sempre la verità, anche a costo di ferirti e litigare con te fino a non parlarti per mesi; un amico che teneva a me come persone e come artista. Amava la musica e lottava in ogni modo per non sminuirla. A distanza di 3 anni mi ritrovo molto in tanti discorsi che mi faceva e che io ancora non avevo capito. Nelle sue canzoni, ascoltandole ora, ci ritrovo il senso di tutto quello che sta succedendo e lui l’aveva capito molto prima! Manca e mancherà a tutti tantissimo.

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Samantha Suriani
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