La città di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, piange la morte di quattro giovanissimi, deceduti a causa di un tragico incidente stradale poco dopo la mezzanotte del 14 luglio 2024.
Il sinistro è avvenuto sulla strada statale 90 delle Puglie, nei pressi del vicino comune, sede quest'anno del G7 degli Interni, in arrivo nel mese di ottobre. Dopo un primo impatto con una Fiat Panda, i ragazzi a bordo di una Mercedes, si sono scontrati contro un muro di cemento, morendo praticamente sul colpo.
La comitiva, in giro di sera come tanti giovani della loro età, erano usciti tutti insieme per mangiare un gelato e salutare uno dei loro amici, in partenza per la Svizzera. Purtroppo però, nessuno di loro ha fatto più ritorno a casa, lasciando un vuoto enorme nel cuore dei familiari e della comunità locale, ancora sotto shock per l'accaduto.
Sul caso è stata tempestivamente aperta un'inchiesta. I corpi senza vita degli adolescenti sono a disposizione della magistratura che ha disposto il trasferimento all'obitorio dell'ospedale San Pio di Benevento in attesa dell'autopsia.
Le forze dell'ordine hanno sequestrato tutti gli smartphone delle persone protagoniste della collisione, comprese le due automobili e una terza, che seguiva uno dei due mezzi coinvolti.
Tag24 ha intervistato in esclusiva l'assessore Raffaella Rita D'Ambrosio, Giancarlo Ruggiero, primo cittadino di Mirabella Eclano e Graziella Viviano, madre di Elena Aubry, la 26enne che il 6 maggio 2018 perse la vita in un tragico incidente stradale a Roma.
I quattro ragazzi deceduti sono Roy Ciampa di Grottaminarda, Mattia Ciminera di Sturno, Francesco Di Chiara di Frigento e Bilal Boussadra, l'ultimo una giovane promessa della boxe nazionale di Mirabella Eclano.
Definiti dall'assessore Raffaella Rita D'Ambrosio (Assessore Cultura e promozione del territorio. Beni archeologici e rapporti con gli Enti sovracomunali) di Mirabella Eclano: "Quattro angeli volati in cielo troppo presto"
D. "Assessore, sono ore difficili per la comunità di Mirabella Eclano e Sturno..."
R. "È una tragedia enorme e ci colpisce come comunità. Bilal Boussadra era un pugile affermato e non era diventato campione italiano solo perché non aveva ancora la cittadinanza, aggiudicandosi per questo motivo la medaglia d'argento. Una volta compiuti i 18 anni l'ha ottenuta"
D. "Bilal era un buon esempio per la comunità locale, lo aveva anche premiato lo scorso anno, giusto?"
R. "A settembre lo abbiamo premiato durante la Festa dell'Emigrante con una targa. Avrebbe potuto portare un messaggio positivo in quanto figlio di emigrati e dopo tanti sacrifici ce l'aveva fatta e si era integrato in città perfettamente. Era impegnato nello sport, un ragazzo sano, benvoluto da tutti ed educato. Un giovane estremamente serio per la sua età e come sportivo, a livello agonistico, aveva vinto il Campionato Italiano di Pugilato Under 22, organizzato Mondovì, in provincia di Cuneo. Un esempio per tanti ragazzi di Mirabella Eclano e dell'Irpinia"
D. "Se n'è andato via un ragazzo d'oro come tutti gli altri delle città limitrofe..."
R. "Assolutamente tutti dei bravissimi ragazzi, dei buoni esempi. Erano tutti amici tra loro e si volevano moltissimo bene. Uno di loro è andato a scuola con mio figlio. È una disgrazia che ha colpito a più livelli l'intera comunità: per i familiari, gli studenti e per noi. Tutti insieme uniti in questo momento estremamente doloroso"
D. "I ragazzi dove erano diretti quella sera?"
R. "Da quello che ci è stato comunicato, i ragazzi stavano andando tutti insieme a mangiare un gelato in un locale vicino, perché uno di loro doveva salutare degli amici, poiché in partenza per la Svizzera. Questo epilogo per delle giovani vite è qualcosa di orribile e spero come amministratore che questa tragedia non passi inosservata. La vita è preziosa, siamo stati giovani tutti e credo che il destino di ognuno di noi sia già segnato, ed evidentemente era arrivato il loro momento. Ma che sia ad esempio agli altri, perché quella strada deve subire delle modifiche..."
D. "Si riferisce all'installazione di autovelox o strumenti per la riduzione della velocità?"
R. "Come amministrazione faremo richiesta in prefettura perché venga almeno installato un tutor per limitare la velocità. Non è accettabile la perdita di quattro ragazzi così giovani..."
D. "Mi diceva che è in contatto con il primo cittadino di Avellino, Laura Nargi, per dare degna sepoltura a Bilal, di fede musulmana, all'interno di una apposita area del cimitero. Quando avverrà?"
R. "Il primo cittadino si è detto disponibile per trovare un posto a Bilal all'interno della area del cimitero destinata all'Islam. Noi come comune ce ne faremo carico e stavamo considerando come ricordo per le future di generazioni di dedicare una palestra a Bilal e ai suoi amici, che saranno sempre parte dei nostri cuori"
D. "Sindaco, una tragedia senza pari quella dei quattro ragazzi. L'assessore mi parlava della possibilità di seppellire Bilal nell'area musulmana del cimitero di Avellino. Cosa dice il primo cittadino Nargi?"
R. "Ho parlato questa mattina con Nargi e si è resa disponibile. Il regolamento del cimitero di Avellino stabilisce solo che i cittadini musulmani nati e residenti ad Avellino possano usufruire dell'ultima dimora. Però, in via del tutto eccezionale, a causa di questa terribile tragedia, permetterà la sepoltura in un'area dedicata"
D. Bilal si era integrato perfettamente in città, da quanti anni la famiglia abita a Mirabella Eclano?"
R. "In città siamo tutti scossi per questa enorme perdita, portiamo nel cuore questo giovane. Il papà di Bilal è un cittadino acquisito da ormai vent'anni. L'anno scorso era diventato cittadino italiano anche il nostro ragazzo, che abbiamo premiato per la vittoria nella sua categoria sportiva nel campionato di Boxe di Mondovì. È figlio di una famiglia umile, che abita nelle case popolari e il comune interverrà per alleviare le difficoltà che queste persone stanno attualmente affrontando..."
D. "Cambierà qualcosa a livello stradale? Autovelox, limitatori di velocità?"
R. "Faremo tutto il possibile per portare dei cambiamenti concreti sulla strada dell'incidente, ma sarà solo il primo passo. Che i giovani prendano consapevolezza che la vita è una sola e bisogna divertirsi ma con cautela, evitando i pericoli. Una delle cause di questa fatalità è stata la velocità, bisogna cercare di fare attenzione, specialmente di notte..."
Dal giorno della morte di Elena Aubry, la madre Graziella Viviano, si batte per la sicurezza stradale e per evitare che altre persone perdano ingiustamente la vita in incidenti simili a quelli della figlia.
La 26enne morì a Roma mentre attraversava Via Ostiense, dopo aver perso il controllo della sua motocicletta a causa dei dossi creati dalle radici dei pini, escrescenze presenti sul fondo stradale e che causarono lo schianto della motociclista contro un guard rail.
Solo 3 anni dopo, nel novembre del 2022 sei funzionari della Capitale sono stati condannati al processo per la dipartita della ragazza, insieme ad altri 2 tecnici delle imprese che si aggiudicarono l’appalto della strada.
Lo scorso anno è stata convocata dal Ministro Matteo Salvini con il quale ha parlato dell’alcolock, un dispositivo già utilizzato in Francia e che sarà nel nuovo codice della strada. Una battaglia che la donna, con impegno, porta avanti dal 2019, con convegni in cui ha parlato alle masse del dispotivo, un oggetto di cui solo pochi erano a conoscenza e utile a salvare numerose vite.
D. "Signora Viviano, il comune di Mirabella Eclano ha promesso dei cambiamenti importanti sulla strada dell'incidente. Lei conosceva Roy Ciampa, una delle vittime e giovanissimo presidente del Club Ducati "Il Monolito" vuole lasciarci un messaggio in suo ricordo?"
R. "La morte di Roy mi ha particolarmente colpito perché lo scorso anno io ero lì, al club Ducati "Il Monolito" nella Valle dell'Ufita, di cui era il giovanissimo presidente. Insieme a noi, presente il presidente dei centauri Rocco Minichiello e il papà, Jimmy Ciampa. Quel giorno abbiamo parlato davanti a tanti ragazzi di sicurezza stradale. È passato un anno e purtroppo è arrivata questa notizia, un'ennesima tragedia, ennesimo motociclista che non sarebbe mai dovuto andare via. Purtroppo è andato via tragicamente, non a bordo di una moto ma mentre si trovava all'interno di una autovettura..."
D. "L'ennesima morte di giovanissimi sulle strade italiane..."
R. "L'incidente stradale è la prima causa di morte in Italia per i ragazzi. Ed è ancora più assurdo perdere giovani nel nostro paese che ha il più basso tasso di natalità al mondo. E non li abbiamo persi per malattia, bensì per un incidente. Sono attonita, non ho parole. Come ho già detto al papà di Roy, Generoso, Jimmy per gli amici, evidentemente doveva lasciare un segno forte qui, ed è il paradosso dei paradossi che un giovane così impegnato in eventi sulla sicurezza stradale, sia andato via così. Bisogna continuare il suo lavoro e ricordare a tutti i ragazzi che è assurdo morire sulla strada in questo modo. C'è bisogno di un segno forte, sulla sicurezza stradale, perché nessuno deve più andare via come è successo a lui e a questi adolescenti"