Gravina dà una bella pizzicata al sistema calcio, ma soprattutto al Governo. Il presidente Federale torna a parlare dopo tanto tempo e alla fine del Consiglio Federale ripercorre alcune tappe che ci sono state nell'ultimo nefasto europeo, ma non tanto sui risultati tecnici della squadra, bensì sulla situazione attuale che c'è nel calcio italiano, ovvero la possibilità di poter vedere dei giovani che hanno successo e soprattutto spazio.
Parole che fanno riflettere quello del presidente Gravina, anche se c'è da dire e da sottolineare che non è che abbia fatto tanto per cambiare le cose pur volendo in qualche modo. Ed è anche questo che gli viene imputato in parte, anche perché quando lo stesso presidente federale ricorda uno dei motivi per cui in Italia non c'è tanto spazio per i giovani dà alcuni numeri che fanno riflettere parecchio, ma è allo stesso tempo vero che, pure in questo caso, non che abbia fatto granché per impedirlo.
E ricorda quanto avvenuto in questo europeo, fino alla finale vinta dalla Spagna ma soprattutto il cammino che ha fatto per arrivare fino in vetta: "Quello che hanno fatto vedere gli spagnoli è fantastico e non è la prima volta, ma è anche vero che in Italia gioca il 63,7% dei calciatori stranieri, mentre la Spagna ne ha il 33%, ma non è tanto questo il dato che deve far scattare in piedi, quanto il 5% della valorizzazione dei giovani che abbiamo noi e siamo solo davanti alla Grecia e alla Turchia, mentre in Spagna la percentuale è del 22%. Ecco dove sta la differenza".
Gravina a questo punto fa una pausa e lancia una provocazione che sa bene che alimnetreà parecchie polemiche: "Ma ne vogliamo dire un'altra? Yamal o Williams o anche lo stesso Saka, in Italia non potrebbero giocare perché loro sono nati in Spagna e in Inghilterra e lì c'è lo ius soli e grazie a questo possono giocare, qui da noi non avranno mai la possibilità di poter giocare in nazionale..."