Le vele di Scampia sono tornate alla ribalta dopo il crollo del ballatoio del terzo piano avvenuto ieri, 22 luglio 2024, alla Vela Celeste. Pesante il bilancio: due morti e 13 feriti, tra cui diversi bambini.
Ma cosa sono? Complesso residenziale costruito tra gli anni Sessanta e Settanta, gli edifici sono poi finiti al centro di un progetto di rigenerazione urbana.
Le vele di Scampia sono dei palazzi di edilizia popolare così chiamati per la loro forma triangolare, con una base larga e una struttura che si restringe nei piani superiori.
Progettate dall'architetto Francesco Di Salvo, pensate come luogo di condivisione per fasce economicamente svantaggiate della popolazione, si sono trasformate in un ritrovo per traffici illeciti. Contribuendo a isolare il quartiere.
Infatti per molti anni le vele sono state centro di spaccio e zona controllata dalla camorra, dove le persone vivevano in un contesto di forte degrado. Diventando così il simbolo dei tanti problemi, di criminalità e non solo, che affliggevano la città di Napoli.
Nel corso degli anni, delle 7 costruite originariamente e identificate con le lettere dell'alfabeto da A a H, tra il 1997 e il 2020 ne sono state abbattute quattro per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti.
Delle ultime - identificate con dei colori dai cittadini- dovrebbe rimanere solo la Vela Celeste, dove è avvenuto il terribile incidente.
Lo scorso aprile è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell’amministrazione Manfredi relativo alle Vele di Scampia. Per i lavori di riqualificazione della Vela B- definita, appunto, Celeste- è previsto uno stanziamento di circa 18 milioni di euro all'interno del Piano periferie.