24 Jul, 2024 - 18:16

Parolin a Kiev, colloquio con Zelensky. Ecco perché il Segretario di Stato vaticano ha incontrato il presidente ucraino e di cosa hanno parlato

Parolin a Kiev, colloquio con Zelensky. Ecco perché il Segretario di Stato vaticano ha incontrato il presidente ucraino e di cosa hanno parlato

Dopo l’incontro ufficiale di ieri con il Segretario di Stato vaticano a Kiev, il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha conferito oggi al cardinale Pietro Parolin l’alto riconoscimento dell’Ordine al Merito: Sottolineando il suo ruolo eccezionale nello sviluppo delle relazioni bilaterali e nel sostegno all’Ucraina durante il terribile periodo dell’aggressione russa. Una visita davvero molto importante quella del numero due vaticano, iniziata venerdì scorso, e che si conclude oggi. Una settimana quasi di incontri fittissimi e ad alto livello con tutti i protagonisti della crisi ucraina, a seguito dell’invasione russa, 29 mesi fa, che è valsa a cancellare i dissidi e le freddezze che si erano stabiliti tra Kiev e la Santa Sede, per l’atteggiamento del Papa, giudicato troppo morbido ed equidistante. Durante il periplo di buona parte del Paese in guerra, il cardinale ha portato la sofferta vicinanza di Francesco alle comunità cattoliche e a tutta la popolazione ucraina. Emozionante la cerimonia al Santuario mariano di Berdychiv (180 chilometri da Kiev), dove Parolin ha spiegato la natura diplomatica della sua visita: Il Papa vuole aiutare ad aprire sentieri di pace che portino a una soluzione di questa guerra. Spero che la mia presenza possa offrire un piccolo contributo, anche attraverso i colloqui politici.

Parolin in Ucraina, incontro a Kiev con Zelensky

Il Segretario di Stato, parlando con la stampa, ha fatto intendere che al momento non ci sono le condizioni per un dialogo politico fra Mosca e Kiev e tantomeno per un tavolo sulla tregua. Ma la guerra è durata troppo e bisogna ora affrontare con determinazione – ha rimarcato Parolin - quello che a livello internazionale è gravemente mancato: una sincera volontà da parte soprattutto delle superpotenze di avviare un credibile e incisivo percorso diplomatico per risolvere un conflitto che sta cambiando il mondo. Il riferimento, implicito, è a Stati Uniti e Cina, in primo luogo. Cina, dove un piccolo spiraglio sembra aprirsi con la visita del ministro degli Esteri ucraino Kuleba, a Pechino da oggi a venerdì prossimo. Il cardinale Parolin, parlando con la stampa, ha riconosciuto che esiste il diritto alla difesa e ha rimarcato soprattutto che non si tocchi la popolazione civile. Ma oggi, di fronte allo sviluppo di armi sofisticatissime e agli ordigni nucleare, il primo impegno – ha aggiunto il numero due vaticano- è quello di por fine alla guerra, con una pace giusta e duratura. Un tema che Parolin ha ribadito in ogni incontro: con la gente, con le diverse Chiese cristiane ucraine, ortodosse, greco-cattoliche e latine; con il Consiglio ucraino delle Chiese e delle religioni; con i politici e con i giornalisti. Dovunque: a Lvyv, a Kiev e a Odessa.

Paolin: "Avviare sentieri di pace tra Ucraina e Russia "

Il Segretario di Stato ha sottolineato che la diplomazia vaticana, lungi dal volersi sostituire al Piano di pace di Zelensky, desidera al contrario sostenerlo, come ha fatto con la presenza del Vaticano alla Conferenza di pace dello scorso giugno a Lucerna, in Svizzera, e ora appoggiando la proposta della seconda Conferenza di pace, da tenersi  in autunno, questa volta – si spera - con la presenza della Russia e della Cina. E di questo Parolin ha parlato nell’incontro col presidente Zelensky. Confidando però: Di pensare anche se ci possono essere altre forme che, se accettate da entrambe le parti, Ucraina e Russia, possano avviare sentieri di pace, cammini di pace.  E, proprio al fine di avvicinare la pace, il cardinale ha ribadito con forza la necessità della diplomazia umanitaria, in cui la Santa Sede è particolarmente impegnata (a favore dello scambio di prigionieri delle due parti in conflitto e del rientro in Patria dei bambini ucraini rapiti e deportati dai russi nei loro territori), ricordando la missione del cardinale Zuppi a Kiev, Mosca, Pechino e Washington del giugno-luglio 2023. Lasciando il Paese martoriato (come ripete quotidianamente Francesco), Parolin ha invitato a tenere desta l’attenzione sul dramma ucraino e a non permettere che il sovrapporsi di tante drammatiche crisi, che affliggono l’umanità, ci faccia dimenticare l’Ucraina.

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Raffaele Luise
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