Devastanti gli incendi che dalle 14 di questo pomeriggio, 28 luglio 2024, hanno messo in ginocchio la Capitale. Roma brucia sotto le temperature estreme dell'ondata di caldo africano che ha colpito l'Italia centro-meridionale.
Squadre dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile hanno lavorato instancabilmente per tutto il giorno, nel tentativo di domare le fiamme.
Scoppi, esplosioni, fiamme roventi e colonne di fumo nero visibili anche a chilometri di distanza. Roma va a fuoco sotto gli occhi inorriditi dei residenti. Numerose le segnalazioni arrivate ai vigili del fuoco, che sono immediatamente accorsi per spegnere i roghi.
Sconcertanti le immagini della gigantesca colonna di fumo visibile dalla barriera autostradale di Roma Est, dopo l'incendio scoppiato a Ponte di Nona. Tensione alta e molta preoccupazione, tuttavia, al momento non si sono registrate vittime.
Utenti su Facebook hanno segnalato che il fumo ha invaso persino il Grande Raccordo Anulare e che alte fiamme si sono levate nella zona di Colli Aniene (Roma Est), Torrevecchia, Ponte Mammolo e sulla Palmiro Togliatti.
Le fiamme, però, hanno provocato diversi danni, in particolare nelle zone di Prima Porta, La Storta e Cesano. Gli incendi hanno preso piede rapidamente alimentati dal vento e dalle sterpaglie e rifiuti, fagocitati lungo il cammino.
Secondo quanto appreso dalle autorità, il primo dei focolai ha avuto origine intorno alle 14:45, proprio all'interno del cimitero di Prima Porta, dove a finire in cenere sono stati gli alberi e il verde circostante. Le vie più colpite Santa Maria del Pianto e dell'Arciconfraternita.
Drammatici, invece, gli incendi esplosi a La Storta e a Cesano, dove le lunghe colonne di fumo hanno avvolto - rispettivamente - via Federico Filippini e la zona che si trova tra il poligono militare di Campo Albino e la Macchia di Martignano. Persino i cittadini di Anguillara e Bracciano hanno visto le enormi colonne di fumo.
Mezzi aerei e diversi camion dei pompieri sono stati necessari per domare i roghi, in particolare proprio a Cesano, dove la presenza di materiale infiammabile ha reso ulteriormente più difficile le operazioni di spegnimento.