Il recente studio condotto da Ipsos Srl, su commissione dell'Area Studi Legacoop, ha evidenziato significative tendenze di astensionismo tra la popolazione italiana maggiorenne durante le elezioni europee del 2024. Questo studio, realizzato tra il 27 e il 28 giugno 2024, si basa su un campione rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età e area geografica, con un margine di errore del 3,5% al 95% di livello di confidenza.
L'analisi ha rivelato che il 30% degli intervistati non ha partecipato alle elezioni (ricordiamo che per la prima volta nella storia ha votato meno del 50% degli aventi diritto) perché ritiene che "la politica sia tutta sporca". Questo sentimento di sfiducia verso il sistema politico è stato accompagnato dal 27% degli intervistati che ha dichiarato che "non importa chi vince, non cambia nulla per le persone come me". Ulteriori motivazioni includono una generale frustrazione e rabbia (24%), con un 19% che ha espresso il desiderio di protestare contro i partiti e politici attuali.
Un altro 19% ha affermato di vedere tutti i candidati come uguali, mentre il 18% non trova nessuno dei partiti politici attraente. La mancanza di fiducia nelle istituzioni e nei leader politici è stata evidente, con il 16% degli intervistati che ha dichiarato di non gradire nessuno dei leader politici attuali. Un ulteriore 13% non crede nel sistema di voto, mentre lo stesso numero di persone ha dichiarato di non sapere per chi votare, indicando una mancanza di opzioni percepite come valide.
Dall'altro lato, tra coloro che hanno deciso di votare, il 60% lo ha fatto perché considera il voto un "importante dovere civico". Questo indica che, nonostante la sfiducia generale, esiste ancora una parte significativa della popolazione che vede il voto come un atto fondamentale di partecipazione democratica. Il 33% degli elettori ha scelto di votare per sostenere un partito con cui si identificano, mentre il 22% ha voluto esprimere una critica al governo attuale. Inoltre, il 17% degli elettori ha votato per sostenere il governo in carica.
Un aspetto interessante emerso dallo studio riguarda il momento in cui gli elettori hanno deciso di votare. Il 68% ha dichiarato di aver preso la decisione molto tempo prima del giorno delle elezioni, mentre il 16% ha deciso nell'ultima settimana e un altro 16% ha preso la decisione il giorno stesso del voto.
La fiducia nelle istituzioni politiche appare gravemente compromessa. Solo il 4% degli intervistati ha molta fiducia nei parlamentari europei, mentre il 28% ne ha abbastanza. Al contrario, il 40% ha poca fiducia e il 28% non ne ha affatto. Questo trend negativo si riflette anche nei confronti dei parlamentari italiani e dei consiglieri regionali, con percentuali di fiducia simili.
Per quanto riguarda il Presidente del Consiglio, solo il 12% ha molta fiducia, mentre il 26% ne ha abbastanza. La fiducia nei confronti dei sindaci è leggermente superiore, con l'11% che ha molta fiducia e il 32% che ne ha abbastanza. Tuttavia, anche in questo caso, una significativa parte della popolazione esprime scarsa fiducia nelle istituzioni locali.
Un altro dato rilevante emerso dallo studio riguarda la percezione che gli italiani hanno della politica e dei partiti. Il 36% degli intervistati concorda molto con l'affermazione che chi viene eletto in Parlamento perde presto il contatto con la gente, mentre il 44% concorda abbastanza. Inoltre, il 31% degli intervistati ritiene che al governo non interessi realmente quello che pensa la gente comune, e il 40% concorda abbastanza con questa affermazione.
La complessità percepita della politica è un altro ostacolo alla partecipazione elettorale, con il 12% che ritiene la politica troppo complicata da capire e il 43% che concorda abbastanza. Questo potrebbe spiegare perché il 34% degli intervistati crede che i partiti politici siano troppo influenzati da individui con risorse finanziarie significative, e il 27% concorda che i partiti confondano le questioni invece di offrire scelte chiare.