Le Olimpiadi di Parigi 2024 non si fermano, così come anche il mercato di Serie A. Trattative che avanzano, sogni che provano a materializzarsi e attesa a non finire. Di nomi ne stanno arrivando, ma al tempo stesso c'è chi storce il naso per una situazione dove ad oggi il nome del grande campione continua a non vedersi. E così sarà ancora per molto tempo secondo l'avvocato Dario Canovi.
Non ci gira intorno il numero uno dei procuratori: "Ormai siamo un mercato da terza fascia, dobbiamo abituarci a questo". I Morata e i Douglas Luiz vanno bene, ma non bastano per alzare nuovamente l'asticella a livello di valore. "Siamo arrivati a questo perchè non si è voluto lavorare su un progetto a lungo termine, ma nemmeno a medio termine". Partendo da un concetto base: gli stadi: "Abbiamo strutture vecchie, in altri campionati stanno avanti tantissimo. E questo è un problema perchè i soldi arrivano anche attraverso queste cose", afferma Dario Canovi, che in esclusiva a Tag24 sentenzia: "Siamo un campionato di passaggio".
Il mercato di Serie A procede, ma per l'avvocato e procuratore Dario Canovi non c'è più l'appeal degli anni passati.
D: Le sta piacendo questo mercato?
R: Ci sono stati due-tre movimenti interessanti, che hanno portato giocatori importanti, come ad esempio Douglas Luiz alla Juventus, o Morata al Milan. Di certo è che non è lo stesso mercato di qualche anno fa, ad oggi siamo un mercato di terza fascia.
D: Perchè siamo arrivati a questo punto?
R: Perchè abbiamo sbagliato tutte le decisioni per far sì che il calcio rimanesse al livello di vent'anni fa. In Lega non abbiamo mai avuto una direzione che consentisse al campionato di diventare ancor più interessante. Poi è chiaro che questo comporta anche ad un problema tecnico, visto che i grandi nomi arrivano se ci sono i soldi. In Inghilterra si è lavorato sull'interesse del campionato, sulla sua competitività, mentre in Italia abbiamo litigato per vent'anni. Poi non parliamo della Federazione, non è che abbiamo avuto grandi presidenti nell'ultimo periodo.
Il mercato di Serie A non è più ricco come un tempo, con Dario Canovi che vede il bicchiere mezzo vuoto in vista dei prossimi anni.
D: Non abbiamo tenuto d'occhio il progetto a lungo termine?
R: Assolutamente no, ma nemmeno al medio termine, bastava anche questo. Cominciando dagli stadi: abbiamo strutture che sono contro il calcio. Non abbiamo migliorato niente da questo punto di vista, per offrire un posto a cinque stelle; se oggi entri in un bagno di qualsiasi stadio italiano, fa schifo. Sembra una cosa inutile, ma non lo è. In altri campionati già esistevano anni e anni fa strutture moderne, ordinate e funzionali, qui ce lo sogniamo. Potevamo prendere spunto, ma questo non è stato fatto.
D: Entro un paio d'anni potremmo vedere una ripresa?
R: Non mi pare che la Lega abbia fatto molto fino ad ora, anzi. Dobbiamo abituarci ad essere considerati una specie di showroom: cerchiamo giocatori giovani, li facciamo crescere, e poi li vendiamo a campionati ad oggi più ricchi di noi.