Chi ha ucciso l'attrice statunitense Sharon Tate e perché? Che fine ha fatto dopo la sua morte? Sono solo alcuni degli interrogativi che ruotano attorno a uno dei delitti più raccontati della storia di Hollywood, che di recente ha ispirato anche un film di Tarantino. Per ripercorrerlo dobbiamo tornare al 9 agosto di 55 anni fa.
Era il 1969. Sharon Tate aveva 26 anni, era incinta e insieme ad alcuni amici - l'ex fidanzato Jay Sebring, l'aspirante sceneggiatore Wojciech Frykowski, amico del marito Roman Polanski, e la compagna Abigail Folger - si trovava al 10050 di Cielo Drive, sulle colline di Los Angeles, quando fu uccisa, insieme ai suoi ospiti (e a un venditore porta a porta che si trovava per caso nei paraggi), dai seguaci della setta di Charles Manson, che all'improvviso, la notte del 9 agosto, si introdussero all'interno della villetta e, dopo aver tagliato i fili del telefono, seminarono il panico.
Si trattava di Tex Watson, Susan Atkins e Patricia Krenwinkel, tutti ragazzi sui 20 anni. Secondo le ricostruzioni, furono spinti a commettere l'eccidio dal loro "guru" che, con molta probabilità, sperava di colpire il produttore cinematografico Terry Melcher, precedente affittuario della casa, per vendicarsi del fatto che, qualche tempo prima, gli avesse rifiutato un contratto da musicista. Tutti insieme vivevano in un ranch della San Fernando Valley, facendo abitualmente uso di allucinogeni. Si definivano "hippies", ma erano semplicemente degli sbandati.
Quello di Cielo Drive, del resto, non fu l'unico delitto di cui si macchiarono: la mattina successiva, non contenti, i membri della Family (oltre a Watson, Atkins e Krenwinkel, anche Leslie Van Houten e Steve Grogan) si recarono nella zona di Los Feliz e, dopo aver scelto un'abitazione a caso, presero di mira e uccisero il dirigente d'azienda Pasqualino Antonio "Leno" La Bianca e sua moglie Rosemary.
Li colpirono a coltellate; poi, come avevano fatto già a Cielo Drive, infierirono sui loro corpi, infilzando un forchettone nella gola di Leno dopo avergli inciso sulla pelle una serie di X e la parola "War", "Guerra", sul petto. Col suo sangue scrissero sui muri: "Rise and Death to pigs"; sul frigo "Healter Skelter" invece di "Helter Skelter".
Fermati, dichiararono ai poliziotti di aver agito nel suo nome, nel nome dell'Apocalisse. E negarono sempre la partecipazione di Manson, che però finì comunque nei guai e fu processato, venendo condannato prima alla pena di morte, poi all'ergastolo.
Nel novembre del 2017, all'età di 83 anni, è morto a causa di un arresto cardiaco. Da tempo era affetto da un tumore al colon (come il boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato a Palermo, dopo anni di latitanza, nel gennaio del 2023). Dei suoi seguaci, alcuni sono morti; altri sono in carcere e altri ancora, come Leslie Von Houten, che partecipò solo al duplice omicidio del 10 agosto, sono in libertà vigilata.
Nonostante i tanti anni trascorsi dai fatti, nessuno li ha dimenticati, né ha dimenticato i delitti di cui si macchiarono: quello di Cielo Drive, in particolare, ha ispirato film e serie tv. Tra i più famosi, "Mindhunter" di Netflix - che tra i serial killer, nella seconda stagione, cita proprio Manson - e "C'era una volta a... Hollywood" di Quentin Tarantino, con Leonardo Di Caprio e Brad Pitt, premiato come miglior attore non protagonista agli Oscar.