Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, promulga il disegno di legge Nordio, quello che contiene tra l'altro anche l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio e la rimodulazione del traffico d'influenze. Mettendo fine così alla polemica, portata avanti, anche a colpi di tweet, dal centrodestra sul "ritardo" della firma. Resta caldo, invece, il tema carceri con il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, che invita FI a "indicare la strada", al resto della maggioranza, verso un "reale garantismo" e una soluzione più concreta contro il sovraffollamento carcerario. Il ddl messo a punto dal ministro Carlo Nordio che prevede, oltre a una stretta sulle intercettazioni, anche la decisione collegiale (3 giudici invece di 1) per la custodia cautelare in carcere, era stato approvato in via definitiva il 10 luglio. E Mattarella, secondo quanto si apprende, si sarebbe preso tutto il periodo previsto dall'articolo 73 della Costituzione, cioè un mese, per evitare che si abolisse l'abuso d'ufficio prima che entrasse in vigore il reato di 'peculato per distrazione' contenuto nel decreto carceri che invece è stato promulgato dal Capo dello Stato non appena licenziato dal Parlamento. Un nuovo tipo di peculato che, a detta del centrodestra, potrebbe mitigare almeno in parte la cancellazione dell'abuso d'ufficio. Durante l'esame in Aula del dl carceri, il deputato di Azione, Enrico Costa, aveva sottolineato su X quello che lui considerava un "ritardo" ("28 giorni fa è stato approvato definitivamente dal Parlamento il ddl Nordio con l'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Non è ancora in Gazzetta Ufficiale"). E il suo post era stato ritwittato dal ministro della Difesa Guido Crosetto che il giorno dopo però si è scusato con il Capo dello Stato ("Non attaccherei mai Mattarella che considero un pilastro della nostra nazione") spiegando che "da anni" mette "mi piace" sui tweet di Costa". Costa, aveva ribadito il concetto del "ritardo" anche in Aula, durante l'intervento in cui aveva spiegato il suo odg approvato che impegna il governo a rivedere la normativa sulla custodia cautelare in carcere. Una riforma, questa, che Nordio, subito dopo il vertice a Palazzo Chigi sulle carceri, convocato mentre a Montecitorio si votava il decreto, ribadisce di voler fare.
Ed è proprio sul nodo carceri, dove si registrano 65 suicidi da inizio anno, che FI allunga il passo. Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè invita il resto della coalizione a uscire dalla "discarica giustizialista" e ad affrontare concretamente il problema, "altrimenti che ci stiamo a fare al governo?" FI, a suo avviso, dovrebbe, "da subito", "accelerare sulle misure alternative al carcere"; rilanciare gli istituti di custodia attenuata (Icam e Icatt); dire sì alla proposta di far scontare la pena alle detenute madri con figli entro i 3 anni nelle case famiglia; puntare sui percorsi lavorativi per i detenuti sulla base di quanto propone il ddl appena presentato al Senato dal Cnel; insistere su tutti gli over-70 fuori dal carcere; potenziare le comunità che dovrebbero accogliere i tossicodipendenti. E molti parlamentari si dicono "preoccupati" per la circolare spedita ai direttori delle carceri resa nota dalla radicale Rita Bernardini, in cui si invita ad alzare la guardia per le rivolte che potrebbero scoppiare dopo il decreto che l'opposizione continua a definire "inutile" e "sbagliato". "Significa che si stanno preparando rivolte - osserva un centrista - e alla luce delle nuove assunzioni volute dal sottosegretario Delmastro la repressione potrebbe essere durissima. Altro che decreti".