Finite le Olimpiadi è cominciata la "guerra" sul Coni. E' proprio così che è andata e sta andando. Non c'è stato il momento per riflettere, guardarsi attorno e soprattutto indietro per quello che di bello e importante era stato fatto a Parigi. Si è festeggiato un po', il presidente del Coni Giovanni Malagò ha fatto i primi bilanci e i complimenti a tutti, ma ha anche chiesto ufficialmente di poter ricevere il quarto mandato. Apriti cielo.
Nemmeno il tempo di poter ragionare sulla richiesta del numero uno dello sport italiano che, anche in virtù dell'ottimo lavoro svolto dagli atleti, ha chiesto una riconferma. Non è la prima volta che succede, anche se in questa circostanza l'ha annunciato ufficialmente senza giri di parole. Prima il ministro dello Sport Andrea Abodi, poi via via tutti gli altri esponenti del Governo a controbattere che non è proprio il caso di poter pensare ad un quarto mandato. Sia mai. Come se fosse un passaparola già bello e organizzato da tempo. E soprattutto preparato.
Una battaglia che parte da lontano. E lo sport in questa circostanza non c'entra nulla. E' tutta una questione politica. Una poltrona, quella sportiva più importante di tutte, che fa gola a tanti, a maggior ragione al governo. Pensare che i giochi erano partiti già qualche mese fa, con più di qualche esponente politico, a cominciare dallo stesso Abodi, che in modo meno rumoroso ma deciso, aveva mandato a Malagò alcuni emissari dello stesso governo cercando di far capire allo stesso presidente del Coni di pensare ad una exit strategy, in modo che si arrivasse ad una soluzione comune e amichevole. Neanche per sogno.
Proprio in virtù di queste situazioni un po' strane, Giovanni Malagò è uscito allo scoperto e ha chiesto ufficialmente la possibilità di un quarto mandato. La stessa cosa che è stata concessa per legge ai presidenti federali. E il primo a beneficiarne è stato l'onorevole Paolo Barelli, presidente della Federnuoto. Lo stesso Barelli che è anche capogruppo alla Camera di Forza Italia. La legge, in un certo senso, è stata cambiata per lui, in modo tale da potergli consentire di arrivare al quarto mandato.
A Giovanni Malagò sarebbe stata anche proposta la possibilità di entrare nel mondo del calcio, vista la sua esperienza, magari diventando presidente della Federcalcio o anche della Lega, ma qui il Governo, sinceramente, può fare poco, ma è una posizione che allo stesso Malagò non interessa granché, anche perché, come lui stesso sostiene, è il mondo sportivo che vuole che lui vada avanti.
In sostanza il presidente del Coni dice: è stata cambiata la legge per i presidenti federali perché non farlo anche per il massimo esponente? La battaglia è appena cominciata e a breve ci saranno i primi scontri, con Fratelli d'Italia, il partito di maggioranza, che assicura uno scontro pesantissimo. In molti sono curiosi di vedere come andrà a finire. E l'esito non è così scontato come qualcuno pensa