Si chiamava Giuseppina Rocca e aveva 66 anni la donna che nella mattinata di oggi, 20 agosto 2024, è stata trovata morta nella sua abitazione di via Oberdan a Rivalta Bormida, in provincia di Alessandria. Ad ucciderla, insieme al figlio 44enne, costretto in sedia a rotelle, l'ex marito Luciano Turco, che è poi morto suicida sparandosi. Da quasi vent'anni erano separati.
Giuseppina Rocca, 66 anni, lavorava come collaboratrice domestica, prendendosi cura - insieme a una badante - del figlio Daniel, rimasto disabile dopo un incidente in moto e costretto in sedia a rotelle da diversi anni. Nella mattinata di oggi, 20 agosto 2024, è stata trovata senza vita - insieme al 44enne - nella loro abitazione di via Oberdan a Rivalta Bormida, nell'Alessandrino.
Stando alle prime ricostruzioni, sarebbero stati uccisi dall'ex marito della donna, il 67enne Luciano Turco, che avrebbe sparato prima a loro, poi a sé stesso, togliendosi la vita. A scoprire i cadaveri, il fratello di Rocca, che aveva le chiavi e che stamattina, come faceva spesso, si era recato dai familiari per fargli visita.
Sul caso indagano i carabinieri.
ha spiegato il collonello Silvio Mele ai giornalisti che stamattina lo hanno intercettato sul posto. Resta da chiarire il movente. Tra le ipotesi, quella che l'omicidio-suicidio possa essersi consumato per attriti legati alla gestione della condizione del figlio della coppia.
L'omicidio-suicidio di Rivalta Bormida segue di un giorno quello che si è consumato a Collegno, nel Torinese, dove l'82enne Anna Lupo è stata uccisa dal marito Francesco Longhitano, che si è poi tolto la vita con la stessa pistola.
Sembra che litigassero spesso. Ieri, 19 agosto 2024, sarebbero usciti dalla loro abitazione di piazza della Repubblica e si sarebbero incamminati, a piedi, verso il Municipio del Paese. Per motivi ancora da accertare, ad un certo punto l'uomo, di 81, avrebbe iniziato ad urlare alla donna: "Mi hai rovinato la vita".
Poi, come se niente fosse, avrebbe impugnato l'arma che teneva nella tasca dei pantaloni, irregolarmente detenuta, e le avrebbe sparato davanti agli occhi di diversi passanti, rivolgendola anche contro sé stesso. La donna, immediatamente soccorsa, si era spenta in ospedale.
Una sua vicina di casa ha raccontato che, ultimamente, lasciava la porta d'ingresso aperta, come se avesse paura che il marito, da un momento all'altro, potesse farle del male: in quel modo avrebbe potuto fuggire o chiedere aiuto. Lascia due figli (uno avuto da un precedente matrimonio) e un nipote.
Il marito, che per tanti anni avrebbe lavorato in campo edile, anche in Arabia Saudita, soffriva di depressione e aveva dei problemi di salute. "Zoppicava e portava una stampella", ha raccontato qualcuno ai giornalisti, parlando di lui come di un tipo "schivo".
Lo era anche Ewald Kühbacher, il 50enne che il 17 agosto scorso ha ucciso prima il padre Hermann, 90 anni, e poi la vicina di casa Waltraud Jud, sua coetanea, a San Candido, in Alto Adige. Poi, come Turco e Longhitano, si è ucciso. Ne parlavamo in questo articolo, ricostruendo l'intera strage.