C'è anche Fabio Delmiglio tra le persone che i carabinieri di Bergamo hanno deciso di ascoltare per provare a far luce sull'omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne originaria di Bottanuco che la notte tra il 29 e il 30 luglio scorso è stata accoltellata in strada a Terno d'Isola: ecco chi è e cosa c'entra con il caso.
Sui social è noto per essere il sosia di Jhonny Depp. Ieri, 24 agosto 2024, Fabio Delmiglio, residente nella Bergamasca, è però salito alla ribalta delle cronache in relazione all'omicidio di Sharon Verzeni. Il motivo? Sarebbe tra le persone "informate sui fatti" convocate ed ascoltate dai carabinieri che si stanno occupando del caso.
Intercettato dai giornalisti al termine dell'audizione, durata circa un'ora e mezza, l'uomo ha spiegato di aver conosciuto la 33enne a Brembate di Sopra, dove lavorava come barista per il "Vanilla", lo scorso 25 luglio. E in particolare che lei, avendolo riconosciuto come sosia del famoso attore statunitense, gli avrebbe chiesto di "pubblicizzare qualcosa".
Contattato da Bergamo News ha poi riferito: "Non la conosco, ho sbagliato io persona, non era lei". Un giallo nel giallo.
Intanto sono stati diffusi i dettagli della testimonianza di una donna che, dalla finestra della sua villetta, situata a poca distanza dal luogo in cui Sharon Verzeni è stata accoltellata, avrebbe assistito ai momenti immediatamente successivi al delitto.
le parole della teste, riportate dal Corriere della Sera. Si trattava della 33enne, che poco dopo l'arrivo dei soccorsi sarebbe morta a causa delle coltellate ricevute in strada. Era circa l'una di notte. Un'ora prima la donna era uscita dall'abitazione in cui viveva insieme al compagno Sergio Ruocco e si era incamminata, a piedi, per le vie di Terno d'Isola.
Secondo i genitori, non succedeva mai che uscisse a quell'ora della notte: tra le ipotesi, quella che dovesse incontrare qualcuno che, al culmine di una lite, l'avrebbe poi aggredita. Sharon avrebbe fatto in tempo ad allertare il 112, dicendo all'operatore di turno: "Mi ha accoltellata", come se appunto conoscesse il suo assassino.
Poi si sarebbe accasciata a terra sotto gli occhi di diversi testimoni. Nessuno di loro avrebbe notato, invece, il killer, che forse sapeva dove andare. Era un uomo o una donna? Abita in quella zona? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui gli inquirenti stanno cercando di rispondere. Per il momento non escludono nessuna pista.
Dall'autopsia che il medico-legale ha eseguito sulla salma della 33enne non sono emerse tracce riconducibili al suo aggressore, che però potrebbe averne lasciate sui vestiti della donna o sull'arma del delitto.
Si tratta, con molta probabilità, di un coltello da cucina. Non si sa ancora, però, se sia tra quelli sequestrati nei pressi di via Castegnate negli attimi immediatamente successivi al delitto, al momento al vaglio del Ris.