Una vita al limite, quella di Maurizio Schillaci, l'ex attaccante della Lazio, cugino del famoso Totò, che da anni si ritrova a vivere per strada, a Palermo, in condizioni di disagio così allarmanti che c'è stato il bisogno di accertamenti medici e un vero e proprio appello della comunità di volontari con ricerca d'aiuto, per garantirgli un pasto caldo, un tetto sopra la testa, il minimo indispensabile per sopravvivere. Chi è veramente Maurizio Schillaci?
Antonio Maurizio Schillaci è nato a Palermo, il primo febbraio 1962, ha attualmente 62 anni ed è il cugino del famoso calciatore Salvatore (Totò) Schillaci. Anche lui è stato sul campo, ha giocato nel Palermo e anche alla Lazio. Ricopriva il ruolo di attaccante.
Ha esordito in carriera quando aveva solo 17 anni. Per volere dell'allenatore Zdeněk Zeman si è trasferito poi a Licata dove ha gareggiato una stagione di Serie C2 e un'altra di Serie C1. In breve tempo è diventata una colonna portante nella formazione.
Poi c'è stato il grande passaggio alla Lazio, che è arrivato nel 1986, dove però, per via di alcuni seri problemi al tendine, non è riuscito a brillare come avrebbe voluto. Più avanti, ha giocato anche con il Messina e la Juve Stabia. In totale ha raccolto 4 reti in Serie B e 37 presenze. Adesso le sue condizioni di salute sono tutt'altro che rosee.
Della vita privata di Maurizio Schillaci sappiamo che aveva una moglie, Rossana, da cui ha divorziato, come lui stesso ha dichiarato nel 2013. Poi c'è stato un secondo matrimonio con un'altra donna, poi due convivenze. Niente di tutto questo sembra aver portato a un lieto fine. E non è buono nemmeno il rapporto con le due figlie, Giada e Alessia, ormai adulte. Alla Gazzeta dello Sport undici anni fa, infatti, ha dichiarato:
Dopo il momento di massimo splendore è arrivato a toccare il fondo all'improvviso. Nonostante abbia passato i momenti più brillanti della sua vita in serie B con Zeman, tutto è cambiato con i primi guai in campo e i momenti in cui è stato costretto a fermarsi.
È stata colpa di un infortunio che non è mai stato curato a dovere e poi sono partite le critiche dure, i commenti, una vita di insoddisfazione che l'ha condotto alla depressione. Ha iniziato ad andare costantemente in infermeria, il suo era "un tendine bucato", racconta nelle interviste del 2013 e non ce l'ha fatta.
Secondo lui i medici hanno sottovalutato il problema e con il tempo gli incidenti in campo si sono accumulati. Nonostante siano riusciti poi a curarlo quando è arrivato a Messina, a 33 anni si è reso conto di essere completamente a margine di una carriera, col cuore e l'umore a pezzi.
Così ha conosciuto la droga, alzando sempre di più l'asticella: dalla cocaina, è passato all'eroina. Ancora non è riuscito a ricominciare da capo con una nuova vita o un lavoro emì, a stento, riesce a racimolare soldi per il suo sostentamento.
"Si trova in uno stato di malnutrizione importante", recita un appello della volontaria Giusy Caldo. È stato postato sui social oggi, 12 settembre 2024, per chiedere aiuto a chiunque volesse unirsi alla causa per garantirgli un minimo di assistenza.
Schillaci infatti, qualche settimana fa si è sottoposto a controlli perché aveva momentaneamente perso completa sensibilità degli arti superiori: