17 Sep, 2024 - 07:00

Sisma bonus, agevolazione dell'80% solo fino al 31 dicembre 2024, poi 36%

Sisma bonus, agevolazione dell'80% solo fino al 31 dicembre 2024, poi 36%

Cambiano le percentuali dei bonus edilizi dal 2024 al 2025 con un abbassamento netto per il sisma bonus che dovrà essere rimpazzato dal prossimo anno. Fino al 31 dicembre prossimo si può ottenere l'80% di agevolazione sulle spese sostenute, mentre dal 1° gennaio 2025 l'aliquota si riduce al 36%. È il caso di un sisma bonus ordinario applicato per la demolizione e la ricostruzione di una sola unità immobiliare, situata in zona sismica 3.

I lavori agevolati su questa unità immobiliare consentono di migliorare di due classi il rischio sismico mentre, dal punto di vista dell'efficientamento energetico, la ricostruzione consente di passare dalla classe D alla classe A, la migliore per l'azzeramento delle emissioni di sostanze inquinanti.

Un intervento di questo tipo comporterebbe il porsi alcune domande: quali sono le agevolazioni che si possono ottenere nel 2025, dal momento che rimangono solo 100 giorni alla fine dell'anno? E quali agevolazioni si possono ottenere, eventualmente, su spese sostenute entro la fine del 2024 grazie agli incentivi sui lavori edilizi attualmente in vigore?

Da questo punto di vista, il committente potrebbe ipotizzare l'estenzione delle agevolazioni in vigore quest'anno fino a tutto il 2025 in caso di inizio dei lavori entro il prossimo 31 dicembre, anche se i pagamenti saranno effettuati a partire dal 1° gennaio 2025.

Sisma bonus 80% di agevolazione solo fino al 31 dicembre 2024: cosa cambia nel 2025?

Il caso descritto comporta varie riflessioni, soprattutto quando l'inizio dei lavori è a cavallo di due anni e, in particolare, quando cambiano le regole da un anno all'altro. Nel caso proposto, infatti, la demolizione e la ricostruzione di un immobile qualificato nella zona sismica 3 come unità abitativa singola (quale, ad esempio, una villa), consente di centrare gli obiettivi di riduzione del rischio sismico e di efficientamento energetico che stanno alla base dell'istituzione dei bonus edilizi.

Con il sisma bonus si consente di ridurre il rischio sismico di due classi, mentre l'efficientamento energetico è assicurato passando da una delle classi mediamente critiche alla migliore. Tuttavia, in merito alle spese sostenute per effettuare questi interventi, è necessario fare delle distinzioni a seconda del momento di emissione dei bonifici per il pagamento dei costi.

Incentivi per migliorare il rischio sismico e l'efficientamento energetico: quali sono?

In linea generale, nel caso del sisma bonus applicato per la demolizione e la ricostruzione di un immobile, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 si applica l'aliquota dell'80 per cento nel massimale di detrazione fiscale di 96.000 euro.

Il bonus rimarrà in vigore, infatti, fino al  31 dicembre 2024 come prorogato dalla legge di Bilancio 2022 (legge 234 del 2021). La detrazione al 70% o all'80% riguarda i lavori che riducono il rischio sismico di una o due classi, mentre per la realizzazione di interventi sulle parti comuni di edifici condominiali la riduzione di una o due classi di rischio dà luogo a un bonus dell'80 o dell'85% (super sisma bonus).

Dal punto di vista del miglioramento energetico, invece, il committente può fruire dei vantaggi assicurati dall'ecobonus ordinario, con aliquota di detrazione fiscale del 65 per cento, nel limite massimo delle spese di 100.000 euro. Dal punto di vista della detrazione fiscale, entrambi i bonus fanno riferimento al comma 37, dell'articolo 1, della legge 234 del 2021 (legge di Bilancio 2022) e all'articolo 14 del decreto legge 63 del 2013, convertito nella legge 90 del 2021.

Quale alternativa nel 2025 al sisma bonus che nel 2024 offre l'80%?

Diversamente, per le spese che verranno eseguite a partire dal 1° gennaio 2025, per i lavori di ristrutturazione si potrà applicare il solo bonus casa, con detrazione fiscale dimezzata al 36% (rispetto al 50% in vigore fino al 31 dicembre 2024) e su un massimale di spesa di 48.000 euro (rispetto ai 96.000 euro in vigore fino alla fine del 2024).

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Carlo Iacubino
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