Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera preliminare al nuovo Testo unico della Riscossione e, di seguito, andremo a spiegare cosa prevede, in attesa dell’esame delle Commissioni tecniche.
Quello approvato dal CdM è il quarto degli otto testi unici previsti dalla delega fiscale. Ci troviamo, quindi, esattamente a metà strada per i testi unici. L’obiettivo che si presuppone è la semplificazione delle disposizioni esistenti.
Cosa cambia per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi?
Durante il Consiglio dei Ministri del 17 settembre, è stato approvato, in via preliminare, il Testo unico della riscossione.
Il testo è composto da 241 articoli, suddivisi in 9 titoli. Gli argomenti e i temi al suo interno sono diversi: dalla riscossione spontanea ai rimborsi, dalla riscossione coattiva alla mutua assistenza per il recupero dei crediti.
Siamo a metà strada per i testi unici, in quanto si tratta del quarto degli otto previsti dalla delega fiscale. Si tratta di un testo di carattere compilativo e attua la delega al Governo nel rispetto di crediti e principi direttivi.
Le novità introdotte sono diverse, con l’obiettivo di semplificare le disposizioni esistenti. Ci sono diversi meccanismi, tra cui quello di allungare i piani di dilazione, arrivando fino a 120 rate per pagare le cartelle esattoriali, anche in funzione dell’entità del debito da pagare e alla documentazione attestante la situazione di temporanea difficoltà del contribuente.
Oltre alle maggiori possibilità per i contribuenti di rateizzare i debiti, c’è anche una disposizione riguardante il magazzino degli arretrati. Qual è la novità? L’intenzione è di svuotare questo magazzino, almeno il più possibile.
Protagonista è anche la riforma del sistema nazionale della riscossione, prevista dal D.Lgs. n. 110/2024. In cosa consiste? Con il fine di evitare che le tasse difficilmente riscuotibili si accumulino nel magazzino della riscossione, dopo cinque anni di tentativi falliti è stato previsto il discarico automatico dei ruoli.
In sostanza, l’Agenzia delle entrate potrà restituire la cartella esattoriale a chi l’ha emessa. Questi potrà incassarla per conto suo o affidarsi a enti privati di riscossione.
Numeri alla mano, secondo i dati della Corte dei Conti, lo scorso anno, si contavano oltre 1.200 miliardi di euro di crediti non riscossi, accatastati in magazzino.
Passando in rassegna velocemente le novità introdotte, iniziamo a parlare proprio dalla riscossione dell’Iva. È prevista una razionalizzazione delle procedure di versamento.
L’obiettivo è la semplificazione delle regole, sia per quanto riguarda le imprese che per gli stessi lavoratori autonomi. Al contempo, si punta a rendere molto più efficiente la riscossione.
Novità anche sull’imposta di successione, con l’introduzione di semplificazione sulle procedure che riguardano la dichiarazione e il versamento dell’imposta.
Per quanto riguarda, invece, le imposte di registro, ipotecarie e catastali, è stata posta particolare attenzione sulle modalità di pagamento, affinché vengano limitati gli errori e gli stessi ritardi nei pagamenti. Il testo cerca di uniformare le norme introducendo la possibilità di compensazione con altri tributi.
Uno degli argomenti più delicati presente nel testo unico è la riscossione coattiva e l’iscrizione a ruolo.
Viene illustrato il concetto di iscrizione a ruolo per i tributi che non sono stati pagati entro la scadenza e la successiva notifica della cartella esattoriale per la comunicazione degli importi da versare. Nella notifica, viene comunicato al debitore anche il tempo entro cui deve provvedere a pagare.
Chi non provvede rischia la riscossione coattiva tramite il pignoramento, il fermo amministrativo e l’ipoteca.