Anche il secondo neonato trovato sepolto nel giardino di una villetta di Vignale di Traversetolo, a Parma, è figlio di Chiara Petrolini e dell'ex fidanzato. La conferma è arrivata nella tarda serata di ieri, 19 settembre 2024, dal test del Dna. Ora l'arresto della 22enne, per cui il gip ha disposto i domiciliari. A renderlo noto, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in mattinata, il procuratore Alfonso D'Avino.
le sue parole, riportate dall'agenzia Agi.
Una richiesta di misura cautelare era già stata avanzata qualche settimana fa. Rispondendo alla Procura, il gip aveva motivato il suo "no" alla carcerazione sostenendo che non ce ne fossero i presupposti: nessun pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato da parte della ragazza, appena tornata da un viaggio di famiglia negli Stati Uniti.
Nel frattempo la situazione è cambiata: nel giardino della sua villetta di Vignale di Traversetolo i carabinieri hanno trovato i resti di un secondo neonato. Secondo le ricostruzioni, Chiara Petrolini lo avrebbe dato alla luce il 12 maggio 2023 approfittando dell'assenza dei genitori e del fratello in casa. Dal test del Dna la conferma: il padre è l'ex fidanzato. Ascoltato, il giovane ha riferito di non essere mai venuto a conoscenza delle gravidanze.
Così come i genitori della ragazza che, del resto, avrebbe confessato di aver fatto "tutto da sola". Stando al suo racconto, il 7 agosto scorso si sarebbe autoindotta il parto (in vista del viaggio da affrontare, programmato mesi prima), dando alla luce il secondo bimbo nel bagno di casa sua. Poi l'avrebbe seppellito nel terreno.
Da ricostruire il movente. "Era nato morto", avrebbe detto lei. In caso contrario, l'avrebbe tenuto. Dall'autopsia però è emerso che il piccolo aveva aria nei polmoni (indice di una avvenuta respirazione). La causa del decesso, all'esito dei primi riscontri, sarebbe da attribuire al dissanguamento seguito al "taglio del cordone non seguito dalla chiusura del cordone stesso". Per quanto riguarda il primo figlio - anch'esso, secondo la ragazza "nato morto" - gli accertamenti sono ancora in corso.
La 22enne è accusata, al momento, di omicidio volontario aggravato dal rapporto di ascendenza e dalla premeditazione in relazione alla morte del secondo neonato e di soppressione di cadavere del primo. Mentre era incinta avrebbe fumato, consumato alcol e droghe (marijuana), facendo online ricerche "finalizzate ad acquisire elementi conoscitivi su come mantenere nascosta la gravidanza (a suo dire per paura del giudizio di chi aveva intorno, ndr) e su come indurre o accelerare il parto".
La madre dell'ex fidanzato, Sonia, aveva avanzato dei dubbi sul fatto che potesse aver fatto tutto da sola, giudicandolo "impossibile". In effetti in paese qualcuno ha sostenuto, nei giorni scorsi, che si sapesse tutto, addirittura da Pasqua. Una testimone anonima ha dichiarato al Tg1 di aver sentito un avventore del bar dell'ex fidanzato di Chiara dire:
E ha avanzato l'ipotesi che, come lei, anche altri lo abbiano sentito e che quindi fossero a conoscenza delle gravidanze. Da qui la richiesta del sindaco Simone Dall'Orto:
Gli investigatori avrebbero già provveduto a sentire delle amiche della giovane, di cui una iscritta alla facoltà di Ostetricia. Tutte avrebbero dichiarato di essere estranee ai fatti, come i familiari. Circostanza che, secondo il pm, sarebbe stata confermata dall'analisi del telefono della 22enne e dalle intercettazioni ambientali: Chiara, come da lei stesso dichiarato, avrebbe agito senza l'aiuto di nessuno.
L'opinione pubblica è sgomenta. E si chiede cosa possa aver spinto la 22enne a compiere un gesto così estremo. C'è chi punta il dito contro i genitori (inizialmente indagati, poi scagionati), chi contro le istituzioni.
Una cosa è certa: Chiara, che studiava Giurisprudenza, lavorando anche come baby sitter, sembrava una tipa "a posto", una ragazza "insospettabile". Insieme agli amici usciva e frequentava la parrocchia locale. Era catechista e animatrice. Durante la pandemia scriveva:
Per il momento non ci sarebbero evidenze di una sua incapacità di intendere e di volere.