L’Atalanta non è più una sorpresa e ormai lo sanno anche in Europa. L’esordio in Champions League della Dea è stata l’ennesima dimostrazione della solidità di questa squadra, capace di bloccare l’Arsenal nonostante qualche rimpianto. Non per la prestazione, che di per sé è stata forse una delle più convincenti della stagione, quanto per le opportunità sprecate.
Retegui ha fallito l’appuntamento con il suo primo gol europeo, facendosi parare un calcio di rigore da uno straordinario Raya. Ma non è l’errore in sé a bruciare, quanto la successiva ribattuta su cui l’attaccante avrebbe potuto fare di più. Troppo debole il suo colpo di testa, che ha permesso al portiere di Gunners di superarsi con un altro intervento da urlo a mano aperta. E se non fosse stato per questo, forse Retegui si sarebbe portato a casa il premio di MVP considerando lo spessore della sua prestazione.
L’attaccante è stato un’arma in più soprattutto in fase difensiva. Ha lottato su ogni pallone, ha cercato ogni volta il duello con l’avversario e si è reso disponibile fino al momento della sostituzione. Ed è qui l’essenza della ricetta di successo atalantina, che ha bloccato una delle migliori squadre europee in circolazione sfruttando proprio la fisicità e l’intensità.
L’Arsenal ieri sera ha avuto pochissime occasioni e quelle che sono arrivate, come ad esempio la punizione di Saka ad inizio primo tempo, sono state subito disinnescate. La parata di Carnesecchi sull’esterno inglese è qualcosa di importante, un’immagine che riflette la forza di una Dea che ha voglia di andare il più possibile avanti in Europa. Gasperini nel post partita è apparso soddisfatto, difendendo anche Retegui dopo il rigore gettato via. Dal suo punto di vista l’ex Genoa ha giocato probabilmente una delle partite migliori della sua esperienza bergamasca.
E ci sarà anche tempo per ritrovare la rete, che ieri sera avrebbe chiuso una serata magica al Gewiss. Per non parlare poi delle prove di De Roon ed Ederson, saliti in cattedra in mezzo e presenti in ogni zona del campo. Proprio da un guizzo del brasiliano, che ha mandato in confusione i colleghi Gunner, è nato l’opportunità del rigore. Intuizione e furbizia, uniti ad una tecnica e una qualità che fa sempre comodo all’Atalanta.
Ederson, come tanti altri al debutto assoluto in Champions, non ha sofferto minimamente la tensione di giocare certe partite. Perché l’Atalanta ormai è una squadra pronta a giocare a certi livelli, un problema anche per certe avversarie del calibro dell’Arsenal. Gli inglesi sono apparsi scarichi in diverse situazioni, anche per merito di una Dea invalicabile e sempre precisa.
Di fronte al popolo di Bergamo, che si è finalmente goduto una serata magica in uno stadio rinnovato, abbiamo apprezzato una formazione matura e consapevole dei proprio mezzi. Seguendo il ragionamento di Gasp l’Atalanta ha bisogno proprio di queste partite per crescere e migliorare. Guardiola dice che sfidare la Dea è come andare dal dentista. E non lo smentisce neanche Arteta, che adesso sa cosa vuol dire raccogliere una presenza nello studio di Bergamo. Lo Shakhtar Donetsk, prossimo cliente dei nerazzurri in Champions, è già avvisato. Come del resto tutte le altre squadre che da qui a gennaio se la vedranno contro l’Atalanta, divenuto per molti l’avversario più scomodo da incrociare in Europa.