Crazy Pizza apre a Napoli e non si parla d'altro. Fa discutere perché il locale di Briatore infrange ogni tipo di dettame partenopeo che riguarda il cibo. Per i napoletani la pizza deve essere solo napoletana. Bordo alto, "pummarola" e mozzarella di qualità, facilmente ripiegabile su se stessa. Non si concepiscono varianti o correzioni. Il prodotto di Briatore si mette in competizione fino a un certo punto perché la "Crazy Pizza" è totalmente differente: bassa e croccante, qualcosa di inconcepibile per i napoletani. Nonostante quel disco di pasta sia "strano" per i partenopei, il locale di Flavio Briatore è stato accolto con curiosità e positività dai cittadini e dagli stessi pizzaioli napoletani.
Il maestro Gino Sorbillo all'inaugurazione gli regala un corno e gli dedica una pizza. Errico Porzio sui social propone la ricetta della crazy pizza con tanto di video, la giudica buona ma non si esime da qualche punzecchiatura.
Giuseppe Russo, ideatore della pagina social "Il mio viaggio a Napoli" e titolare dell'omonima pizza a Napoli, ai quartieri spagnoli, ha mangiato nel locale di Briatore e a Tag24.it racconta l'esperienza.
"Il mio viaggio a Napoli" è ormai una vera e propria guida del capoluogo campano. Una pagina, da oltre 140mila follower, nata all'inizio per gioco che poi si è trasformata in contenuti utili per chi visita Napoli. Giuseppe Russo è l'ideatore, trentenne che ha lasciato il lavoro da guardia giurata per dedicarsi completamente ai video. Simpatico e solare, con la fidanzata Federica Franco, gira la città, e non solo, e racconta storie, aneddoti, prelibatezze nostrane. Nel frattempo ha anche aperto una pizzeria nei quartieri spagnoli che si chiama "Pizzeria il mio viaggio a Napoli". Giuseppe ha cenato al "Crazy Pizza" e ha voluto condividere la serata con i suoi follower immortalando menù e conto finale.
D. Perché ha provato la pizza di Briatore?
R. Di solito provo sempre nuovi locali che aprono a Napoli, se ne parlava tanto ed ero curioso. Ero già stato insieme alla mia fidanzata Federica, nella sede di Roma, in piena polemica sul costo della pizza con il Panagrena a 65 euro. Ho provato anche Milano. Volevo vedere che tipo di prodotto utilizzava a Napoli, se fosse lo stesso di Roma e di Milano. Ho appurato che Crazy pizza è uguale nelle città in cui si trova.
D. Il locale non si adatta ai gusti e alle tradizioni delle varie citta?
R. Briatore ha portato anche a Napoli il suo format standard, Ha avuto molto coraggio perché offre una pizza che penso che ai napoletani non piaccia. E' biscottata, croccante, non si avvicina nemmeno lontanamente alle caratteristiche della pizza napoletana. Ma credo che la pizza sia un contorno perché si tratta di un vero e proprio ristorante, con primi, secondi e contorni. Chiamarla pizzeria è riduttivo.
D. "Crazy Pizza", com'è stata accolta a Napoli?
R. Secondo me parlano i numeri, il locale ha prenotazioni da tutto esaurito fino a novembre. Se n'è parlato tanto è normale che susciti curiosità. Poi bisogna vedere a lungo andare cosa accadrà, tra un anno o due. Napoli dal punto di vista del cibo è un po' particolare, noi teniamo alle nostre specialità famose in tutto il mondo. Il "Crazy Pizza" è una scommessa.
D. Tornerà al Crazy PIzza?
R. Sì, ma proverò i primi piatti.
Giuseppe Russo nel video descrive l'ordinazione e svela il conto finale: in quattro hanno scelto 4 tipologie di pizze, tra cui Margherita (17€) e Patanegra (68€) precedute da un abbondante antipasto. Prezzo: 291 euro.
D. Alcuni restano scettici, altri critici. Lei ha posizione costruttiva.
R. Io sono contento se un imprenditore come Flavio Briatore investe a Napoli. Perché se apri un locale nelle città più importanti d'Italia e d'Europa e scegli Napoli gli dai lustro e una visione più internazionale. Per esempio quando ha aperto Starbucks sono stato felicissimo perché vuol dire che la città si apre a nuovi orizzonti pur mantenendo le proprie tradizioni e caratteristiche.
D. La sua pizzeria non ha nulla a che vedere con la crazy pizza.
R. Noi proponiamo la classica pizza napoletana a ruota di carro, rispettiamo ancora gli standard della tradizione che a parare mio è quella che vince sempre.
D. La pizzeria è stata la conseguenza del successo social della pagina "Il mio viaggio a Napoli". Com'è nato questo progetto?
R. Un po' per gioco, all'inizio era un passatempo. Mentre lavoravo come guardia giurata, durante il Covid, facevo video e foto realizzati a casa e li postavo sui social. Man mano i numeri crescevano sempre più e i follower mi chiedevano curiosità e informazioni su Napoli, così ho deciso di dedicarmi completamente a questo progetto. Federica ed io ormai non ci occupiamo più solo di Napoli, raccontiamo le nostre esperienze in giro per il mondo.