Alcune famiglie italiane si preparano a dover fare i conti con possibili modifiche ai sussidi per il 2025, tra cui l'Assegno unico per i figli. L'assenza dell'indicatore ISEE potrebbe portare a significative rivisitazioni di questa misura, con importanti ripercussioni sulla vita di molte famiglie.
L'Assegno unico per i figli a carico rappresenta una delle principali forme di sostegno economico per le famiglie italiane, promuovendo la natalità e garantendo un supporto concreto alla crescita dei figli.
Dal 2025 potrebbero essere introdotte alcune modifiche a questa misura. Analizziamo insieme quali potrebbero essere le novità e come queste potrebbero impattare sulle famiglie.
Non passerà molto tempo e anche l'Assegno unico e universale per i figli finirà con l'essere coinvolto nella tempesta che si scatenerà a breve con la nuova legge di Bilancio 2025. Tra pochi mesi alcune famiglie potrebbero dover rinunciare al primo contributo universale per i figli a carico.
Ora che la misura prevede una dote finanziaria di circa 20 miliardi di euro all'anno, risulta insostenibile. Attualmente, la maggioranza politica ha smentito eventuali modifiche alla misura volte a ridistribuire le risorse in modo più equo.
Si tratterebbe semplicemente di eliminare la disponibilità dei fondi destinati alle famiglie in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di 45.574,96 euro. In questo caso, sarebbero gli importi minimi previsti dalla normativa vigente a essere eliminati.
Il disastro sull'assegno unico universale dovrebbe coinvolgere i percettori del sussidio che percepiscono l'importo base, oggi fissato a 57 euro al mese per figlio.
In particolare, l'INPS precisa che l'importo dell'assegno è condizionato dall'indicatore ISEE, se presentato dal richiedente, e tiene conto soprattutto dell'età anagrafica di ogni figlio a carico, oltre che di altre condizioni.
Pertanto, come detto per i nuclei con ISEE fino a 17.090,61 euro, nella determinazione dell'importo viene presa in considerazione una quota variabile progressiva, che può arrivare fino a 199,4 euro per ogni figlio minore a carico.
È importante sottolineare che sia l'importo massimo che quello minimo possono essere maggiorati in base a diversi elementi, tra cui:
No, assolutamente. Le famiglie che non hanno presentato un ISEE o hanno un ISEE superiore a 45.574,96 euro non hanno perso il diritto al beneficio economico, ma hanno ricevuto e stanno ricevendo l'importo minimo, pari a 57 euro al mese per ogni figlio, con l'eventuale aggiunta di maggiorazioni, se dovute.
L'indice ISTAT, stimato al 1,6% per il 2024, verrà applicato sia all'importo base dell'Assegno unico che alle soglie ISEE.
Di conseguenza, aumenteranno sia il limite ISEE per ottenere l'importo massimo (da 17.090,61 a 17.364,05 euro) sia quello minimo per averne diritto (da 45.574,96 a 46.304,15 euro).
Anche le maggiorazioni per le diverse casistiche (famiglie numerose, madri under 21, figli disabili) saranno ricalcolate in base ai nuovi importi.
D'altra parte, l'adeguamento all'inflazione prevista per il 2025 comporterà un aumento generale dell'importo dell'Assegno unico e universale.
La ristretta dote finanziaria prevista per la Manovra 2025 potrebbe costringere il governo italiano a tagliare le spese superflue, con il rischio che molti bonus, contributi e agevolazioni vengano eliminati definitivamente.
In particolare, le famiglie con un reddito superiore a 40.000 euro annui potrebbero dover rinunciare all'importo minimo dell'Assegno unico, pari a 57 euro al mese per figlio, e alle eventuali maggiorazioni.
Tuttavia, l'assegno di inclusione potrebbe non subire modifiche significative. Al momento, non sono previsti cambiamenti a partire da gennaio 2025, ma potrebbero esserci delle variazioni a partire da marzo.