Il 10 ottobre uscirà su Netflix "Il caso Maria Soledad: spezzare il silenzio", un docufilm che punta a fare luce su uno dei casi di cronaca nera più drammatici nella storia dell'Argentina riconosciuto come il primo femminicidio del Paese. A distanza di trent'anni dall'omicidio di Maria Soledad Morales, le sue compagne di scuola si sono riunite per ripercorrere le tappe di questa tragedia e anche per ricordare la loro amica. Ma chi era davvero Maria Soledad Morales? E da chi è stata uccisa?
Nata nel 1972 a Valle Viejo in Argentina, Maria Soledad Morales fu vittima di un crimine terribile l'8 settembre 1990 nella capitale Catamarca. La ragazzina, che all'epoca frequentava il quinto anno di scuola secondaria, partecipò ad una festa, organizzata per raccogliere fondi per il viaggio di diploma della sua classe, alla discoteca Le Fey Rouge. Autorizzata dai genitori a dormire quella sera a casa di un'amica, Maria a casa non fece più ritorno.
Intorno alle 3 di notte il fidanzato, Luis Tula, più grande di lei andò a prenderla in discoteca per portarla in un altro locale, chiamato Clivus. Lì Maria fece la conoscenza di altri individui, figli di funzionari politici e di polizia della provincia tra cui Guillermo Luque. Stando ad alcune testimonianze dei dipendenti della discoteca, Maria lasciò il locale in condizioni non lucide accompagnata da diversi uomini che la fecero salire su un'auto. Da quel momento, di Maria non si ebbero più notizie.
Lunedì 10 settembre 1990 il cadavere di Maria Soledad fu rinvenuto da alcuni operai della Strada Statale in una zona conosciuta come Parque Daza. La ragazza era stata violentata. Fu il padre a riconoscerla per una piccola cicatrice sul polso visto che il suo corpo era completamente sfigurato con la mascella fratturata, bruciature di sigaretta e mancavano il cuoio capelluto, le orecchie e un occhio.
Otto anni dopo, nel 1998, Luis Tula è stato condannato a nove anni di carcere per il suo coinvolgimento nello stupro e nell'omicidio della giovane mentre Guillermo Luque fu condannato a 21 anni di reclusione come autore del crimine. A seguito dell'omicidio scoppiò una crisi politica di portata nazionale in cui intervenne anche l'allora presidente argentino Carlos Menem.
Il caso si concluse con le dimissioni dell'allora governatore di Catamarca, Ramon Saadi.
Nel 2019, Luis Tula che era stato rilasciato dal carcere per buona condotta, è stato denunciato dalla moglie, che ha assicurato di temere per la sua vita e quella dei suoi figli. Solo due persone sono state condannate per "stupro seguito da morte aggravata dall'uso di stupefacenti", anche se si stima che al delitto abbiano partecipato più uomini.
Dopo l'omicidio di Maria Soledad e in segno di protesta vennero organizzate diverse marce del silenzio organizzate dalla suora Martha Pelloni, rettore della scuola per suore Carmen e San José dove frequentava l'adolescente, per chiedere giustizia. Il tentativo delle autorità di insabbiare il caso scatenò mobilitazioni popolari che trovarono il sostegno di ampi settori in tutto il paese.
Nel 1993, il regista Hector Olivera aveva girato "Il caso Maria Soledad" portando a conoscenza del pubblico il femminicidio di Maria Soledad e l'impunità dei responsabili.
"Il caso Maria Soledad: spezzare il silenzio" uscirà su Netflix il prossimo 10 ottobre. Nel docufilm, le tre compagne di scuola nonché amiche di Maria hanno ricostruito con precisione quanto avvenuto quella terribile sera di 30 anni fa quando la ragazza scomparve dopo una serata trascorsa in discoteca.
Un true crime che indaga nel dettaglio anche come vennero svolte le indagini e le lacune commesse a tal proposito. Dopo il successo della serie sui fratelli Menendez, Netflix punta ancora sul genere crime che tanto sta appassionando il pubblico.