Acque sempre più burrascose per il campo largo. A dominare è l'incertezza in una compagine che, col passare delle settimane, ricorda sempre più da vicino la "gioiosa macchina da guerra" del centrosinistra che, inizialmente convinta di vincere senza sforzo, venne spazzata via dal ciclone Berlusconi alle elezioni politiche del 1994. L'estromissione di Matteo Renzi e Italia viva dall'alleanza in Liguria per le elezioni regionali ha fatto vacillare ulteriormente i già precari equilibri del fronte progressista, con Vittoria Baldino del Movimento 5 Stelle che oggi, 14 ottobre 2024, si chiede perché Elly Schlein continui a inseguire l'ex sindaco di Firenze.
Una domanda non da poco, che forse assilla anche alcuni elettori dello stesso Partito democratico. Almeno coloro che avevano votato per la segretaria alle primarie proprio nella speranza di un taglio netto con un passato di cui Renzi era diventato un emblema.
I segnali arrivati negli ultimi tempi, del resto, sembrano marcare più le differenze che non le affinità tra Renzi e il centrosinistra. Solo pochi giorni fa, infatti, Italia viva ha votato con il governo per la stretta sulle intercettazioni.
Tuttavia, i sondaggi suggeriscono che il suo ritiro dalla corsa elettorale in Liguria, dopo l'ennesimo veto pentastellato, abbia portato a una perdita di consensi per il campo largo, dato sotto di 3 punti percentuali rispetto al centrodestra.
Nonostante i numeri, il Movimento 5 Stelle non intende indietreggiare sulla questione. La conferma arriva da Vittoria Baldino che, raggiunta oggi dai cronisti, tra cui l'inviato di TAG24 Michele Lilla, precisa innanzitutto che la loro posizione non è dovuta a "una questione personale di 'scaramucce' tra i leader".
"Noi non dobbiamo fare pace con Renzi perché non abbiamo mai litigato", dichiara sorridendo la deputata che, dopo la battuta iniziale, dice chiaro e tondo che il M5S non intende allearsi con Renzi perché "non condividiamo un'idea di Paese e l'approccio al modo di fare politica".
Per la deputata Cinquestelle è, dunque, impossibile essere alleati con una forza politica "che ha un'idea di Paese, di sviluppo economico, di giustizia e di valori lontana dalla nostra".
Quando le viene chiesto, allora, perché Elly Schlein e il Partito democratico non seguano la posizione del Movimento 5 Stelle, ammette candidamente di chiederselo lei stessa:
Le perplessità e lo sconcerto di Baldino vengono anche dalla convinzione che, al contrario di quel che indicano i sondaggi, Renzi non rappresenti più una porzione di elettorato "a cui il fronte progressista ha il dovere di parlare" ma "solo se stesso".
Tuttavia, i suoi dubbi appaiono leciti e, probabilmente, sono anche condivisi da una fetta dell'elettorato di centrosinistra. Al di là della vocazione "ostinatamente unitaria" più volte proclamata dalla segretaria del Pd, la ragione per la mancata presa di posizione su Renzi potrebbe avere le sue origini proprio nei 'giochi di potere' interni ai dem. Tra le molte correnti mai dome del partito, infatti, è probabile che si annidino ancora molti sostenitori dell'ex sindaco di Firenze, con cui Schlein deve inevitabilmente fare i conti.
Un equilibrio delicato, dove la forza del rinnovamento rappresentato dalla segretaria si scontra con le congiure e gli intrighi che fanno parte da sempre della natura stessa del Partito democratico, come sanno bene i leader che l'hanno preceduta, da Romano Prodi a Pierluigi Bersani, fino a Enrico Letta.
Questioni che, però, non riguardano gli alleati del campo largo. E Baldino, infatti, avverte la segretaria che continuare a inseguire Renzi potrebbe, a lungo andare, "minare l'equilibrio della piattaforma progressista che si sta costruendo".