Giorni di ira funesta tra Meloni e Netanyahu. E non solo. Quanto sta accadendo al confine tra Israele e Libano con gli attacchi alle truppe Unifil, ha fatto scattare qualcosa nel Governo e soprattutto nella maggioranza. Il torpore, i buoni propositi che vanno avanti da tempo sulla strategia militare israeliana adottata in Medio Oriente non ci sono più o quanto meno è quello che fa apparire all'esterno chi rappresenta l'Italia.
Nel colloquio che c'è stato tra il Premier italiano e quello d'Israele sarebbero volate parole grosse tra due persone "amiche", con il presidente del Consiglio italiano che avrebbe avuto anche espressioni dure nei confronti di Bibi Netanyahu.
Quest'ultimo ha assicurato e rassicurato che gli attacchi al contingente Unifil sono stati un errore e assolutamente non deliberati, ma qualcosa stona, anche perché pubblicamente i vertici dell'Idf e anche lo stesso Premier d'Israele hanno dichiarato in queste ultime ore che il reparto dei caschi blu è meglio che "si sposti da quelle zone". Motivo? Sono un ostacolo, secondo l'Idf, per "bonificare" l'area da Hezbollah. Ed è anche su questo che l'Italia, ma anche Francia, Spagna, Inghilterra e Germania hanno deciso di adottare una linea meno morbida nei confronti d'Israele, soprattutto per quello che sta facendo in queste ultime ore al confine del Libano.
Da quello che trapela non sembra esserci una via d'uscita, almeno allo stato attuale. Ed è anche per questo che Meloni, insieme a Crosetto, starebbe pensando di preparare una missione nelle aree del Medio Oriente, in Libano e/o in Cisgiordania, anche se non c'è alcuna conferma ufficiale in questo.
Una situazione incandescente che va avanti da giorni, anche prima, durante e dopo la riunione d'urgenza dell'Onu, Meloni ha proseguito nella sua "contestazione" nei confronti di Netanyahu che, nonostante ci sia una risoluzione 1701 delle Nazioni Unite da anni, il premier israeliano, secondo alcuni fonti be accreditate, avrebbe sollecitato la Premier italiano a fare a sua volta pressioni sul segretario generale dell'Onu Guterres per far allontanare Unifil dalla Linea Blu.
Una proposta considerata irricevibile dalla stessa Meloni anzi, sarebbe stata proprio questa richiesta a chiudere la telefonata in modo aspro e deciso. Allo stato attuale i rapporti tra i due paesi non sono idilliaci, sempre col massimo sostegno, ma con una posizione ben diversa rispetto agli ultimi mesi. Non solo.
Il presidente del Consiglio avrebbe fatto sua il consiglio-invito del ministro della Difesa Guido Crosetto a sollecitare le Nazioni Unite per poter cambiare la missione di Unifil e di tutti i reparti che sono tuttora al confine, ovvero di modificare la missione delle truppe dei caschi blu da "peace keeping", come da sempre è lì in Libano a "peace enforcement", ovvero con la possibilità di rispondere ad eventuali attacchi.
Per la verità anche adesso è così, ma in maniera diversa e senza alcuna direttiva, il governo italiano, insieme a quello spagnolo, si farebbe promotore di cambiare la direttiva e Meloni lo farebbe anche in quanto presidente del G7. Insomma, la situazione non appare poi così idilliaca e semplice da gestire, anche perché, c'è da dire che Netanyahu non intende arretrare di un millimetro, tanta da parte sua la voglia di sradicare Hezbollah, soprattutto dopo l'attacco col drone che ha ucciso quattro persone.