C'è chi ci ha visto persino lo zampino di un Paese straniero, chi un complotto, chi una pericolosa azione sovversiva. Ma perché Vincenzo Coviello, l'ex dipendente di Intesa Sanpaolo si è messo a sbirciare in maniera compulsiva i conti correnti di politici e vip dello spettacolo e dello sport?
A Tag24.it una risposta la dà Maria Tinto, psicoterapeuta e scrittrice in libreria, tra l'altro, con "Il sole a strisce" edito da Santelli Editore: un romanzo che descrive il malessere giovanile legato all'abuso di sostanze stupefacenti.
In ventisei mesi, Vincenzo Coviello ha compiuto accessi abusivi ai conti correnti e alle carte di credito di ben 3572 correntisti iscritti a 679 filiali di Intesa Sanpaolo, la banca che fa da cassa anche ai parlamentari. Per questo, la Procura di Bari ha aperto una indagine e, ad agosto scorso, la banca ha già provveduto al suo licenziamento. Sta di fatto che ora anch'essa è sotto indagine: secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto segnalare prima gli accessi ai conti abusivi. E ora si trova tra due fuochi: da un lato, quello della magistratura; dall'altro quello dei vip spiati che stanno allertando i propri legali per verificare se ci sono gli estremi di una denuncia e di un risarcimento.
Ma tant'è: nel mondo della politica, vari esponenti dell'area della maggioranza, hanno già gridato al complotto. Ma è davvero il caso di allarmarsi tanto? Questo, naturalmente, lo si saprà dall'esito dell'azione giudiziaria. Per ora, tendenzialmente, la maggioranza è per il sì, l'opposizione, invece, tende a ridimensionare il caso.
E comunque: Coviello ha perso il posto e ora è quello che rischia più di tutti in quanto risulta indagato per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato.
Ma la sua è una storia da commedia all'italiana o da vera e propria spy story?
Interpellata da Tag24.it. la psicoterapeuta Maria Tinto crede più alla prima opzione.
"Io non credo che Vincenzo Coviello sia stato spinto a spiare i conti correnti dei politici da una patologia o da un disturbo comportamentale, ma solo da una banale curiosità. Magari morbosa, ma non per forza patologica": questo è il pensiero della psicoterapeuta nonché scrittrice Maria Tinto.
Resta il fatto che Coviello ha spiato in modo compulsivo centinaia di persone famose: da Giorgia e Arianna Meloni a Matteo Renzi, da Carlo Verdone a Francesco Totti. Possibile che sia stato spinto solo da mera curiosità?