L’Ape Sociale è stata prorogata fino al 2028. Un’ottima notizia per tutti i lavoratori in possesso dei requisiti necessari di accesso a uno strumento di pensionamento anticipato.
Anche se lo spazio dedicato al capitolo pensioni è molto limitato, ci sono comunque alcune novità, o meglio, riconferme. Una di queste è proprio l’Ape sociale, che ha già garantito a molti lavoratori la possibilità di uscita in anticipo dal lavoro.
La misura è stata prorogata e rifinanziata con un cospicuo aumento dei fondi, a dimostrazione dell’importanza attribuita a questa formula.
Introdotta nel 2016, l’Ape sociale è una forma pensionistica anticipata, riservata solo a specifiche categorie di lavoratori che si trovano in particolari condizioni di vulnerabilità economica o sociale.
Misura che, fino a poco tempo fa, era molto in dubbio su una sua possibile proroga anche al 2025. Alla fine, l’Ape sociale è stata prorogata fino al 2028. Una più che buona notizia per tutti i lavoratori che si trovano in condizioni di fragilità e che permette, in alcuni casi, di andare in pensione con uno sconto di 43 mesi sull'età.
Si tratta di una misura che offre un sostegno economico e contribuisce, al contempo, a favorire un graduale avvicinamento al pensionamento senza interruzioni di reddito. Infatti, garantisce un’indennità ai lavoratori gravosi fino alla pensione.
Oltre alla prorogata, anche gli stessi fondi sono aumentati:
Tralasciando un attimo l’aspetto economico, la proroga dell’Ape sociale rappresenta anche un importante passo in avanti da un punto di vista sociale. L’anticipo pensionistico per le categorie più fragili e vulnerabili è sicuramente un valore aggiunto, a garanzia di un’uscita più dignitosa dal mondo del lavoro.
L’Ape sociale è una forma pensionistica anticipata rivolta esclusivamente a determinate categorie di lavoratori.
Ecco quali sono le condizioni da rispettare:
Per quanto riguarda le donne, inoltre, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi pari a 12 mesi per ogni figlio, ma fino a un massimo di due anni.
Possono sembrare molto stringenti, ma i requisiti sono pensati appositamente per garantire che lo strumento venga usato solo da chi ha bisogno di un sostegno economico negli ultimissimi anni della propria carriera lavorativa. I beneficiari possono fruire di 1500 euro mensili, erogati in dodici mensilità dall’INPS.
Una caratteristica rilevante dell’Ape sociale è la sua compatibilità con altre attività lavorative. Sono consentite, in alcune forme, seppur con alcune limitazioni.
Al momento della presentazione della domanda, è obbligatorio aver cessato qualsiasi forma di attività lavorativa di tipo subordinato, autonomo o parasubordinato. È prevista, però, una deroga per chi svolge attività di lavoro autonomo occasionale.
È possibile percepire l’Ape sociale, a condizione che il reddito derivante da tali attività non sia superiore a 5000 euro lordi annui. Superata tale soglia, il beneficiario delle prestazioni perde inevitabilmente il diritto a ricevere l’indennità. Inoltre, il beneficiario sarà chiamato a restituire quanto percepito fino a quel momento.
Quali sono le incompatibilità dell’Ape sociale? Lo strumento della pensione anticipata non è compatibile con i trattamenti di sostegno al reddito legati alla disoccupazione involontaria. Questo, forse più che gli altri, è un aspetto che rende l’Ape sociale molto circoscritta e particolarmente mirata solo a determinate categorie di potenziali beneficiari.