22 Oct, 2024 - 20:26

Scuola, stipendi docenti in aumento del 6% con il rinnovo del CCNL: i nuovi importi

Scuola, stipendi docenti in aumento del 6% con il rinnovo del CCNL: i nuovi importi

Gli stipendi dei docenti potrebbero ricevere un generoso aumento del 6% con l’arrivo del prossimo rinnovo del CCNL. Già con l’ultimo aggiornamento sono arrivati aumenti, anche se questa volta dovrebbero essere maggiori.

Nonostante ciò, gli aumenti appaiono ancora pochi e insufficienti, soprattutto rispetto a quelli percepiti dagli insegnanti degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Un divario significativo, testimone di un disagio sempre presente nel mondo della scuola: gli insegnanti, infatti, continuano a sentirsi sottopagati, non solo rispetto ad altre categorie di lavoratori, ma anche verso i loro stessi colleghi europei.

In ogni caso, un nuovo aumento è in arrivo, questa volta maggiore, e non resta da vedere come cambieranno gli stipendi.

Come cambieranno gli stipendi dei docenti con il nuovo aumento del 6%

Gli stipendi dei docenti potrebbero essere protagonisti, molto presto, di un nuovo aumento. Questa volta si tratta di un aumento leggermente superiore rispetto all’ultimo.

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale docente dovrebbe far registrare un aumento del 6%: aumento che sarà garantito, con tutta probabilità, dai fondi pari a 200 milioni di euro stanziati in manovra.

Allora le buste paga dei lavoratori del mondo della scuola saranno più pesanti di ben oltre 160 euro, in aggiunta ai 124 euro lordi mensili previsti dal rinnovo precedente.

Gli aumenti per i docenti non si concludono qui. Con la conferma del taglio del cuneo fiscale in manovra 2025, non dimentichiamo degli altri 100 euro.

Ancora è un po’ presto per cantare vittoria, considerando che l’iter di approvazione della manovra è ancora ai primi passi. Soltanto a fine anno, sapremo se, effettivamente, quanto detto corrisponde al vero o meno.

I dirigenti scolastici, in ogni caso, nel mese di ottobre avranno un aumento, per via del rinnovo contrattuale.

Perché il nuovo aumento degli stipendi non piace

Nonostante gli ultimi aumenti e quelli previsti, gli stipendi degli insegnanti italiani rimangono inferiori alla media europea.

Il gap con i colleghi europei continua a essere molto esteso e anche il prossimo aumento previsto, che dovrebbe essere del 6%, sarà comunque insufficiente a restringere la distanza.

È per questo motivo che, anche se paradossale, il prossimo aumento non piace. Ma non solo in riferimento alla media europea, gli insegnanti italiani si sono sempre sentiti quasi sottopagati. Considerando il continuo aumento del costo della vita e la perdita del potere d’acquisto, questa sensazione, oggi più di ieri, è evidente.

Per queste ragioni, il dibattito e le proteste non si fermeranno qui, ma con tutta probabilità continueranno a essere sotto i riflettori anche per i prossimi mesi. La ragione è sempre, l’iter di approvazione definitiva della manovra che si concluderà a fine anno.

Quali sono le ragioni dello sciopero dei docenti del 31 ottobre

Le prospettive di aumento non sembrano poi così distanti dalla realtà, anche perché nella manovra 2025 potrebbero essere inclusi 200 milioni di euro.

Nonostante questa allettante prospettiva è previsto uno sciopero dei docenti il 31 ottobre. Lo sciopero è stato mosso per protestare contro le risorse che sarebbero insufficienti per il rinnovo dei contratti e troppo poche per coprire l’inflazione.

Con lo sciopero, il comparto chiede al Governo di trovare ulteriori risorse per garantire un rinnovo contrattuale adeguato e tale da soddisfare le esigenze del corpo docente.

Le ragioni dello sciopero sono anche altre. Riguardano anche i lavoratori precari che, come sempre, chiedono che gli vengano riconosciuti gli stessi diritti degli altri docenti. Un esempio, potrebbe essere il riconoscimento della Carta del Docente.

Soprattutto, però, i precari chiedono un utilizzo diverso dei contratti a termini, per cui viene fatto un vero e proprio abuso.

Infine, ma non meno importante, i vincitori dei concorsi del 2020 e del 2023 chiedono l’inserimento in una graduatoria a esaurimento.

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Sara Bellanza
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