Due protagonisti su tutti per la Juventus, Perin e Di Gregorio: il primo fino al 2027 continuerà la sua avventura in bianconero ma questa volta sarà più di un secondo. Il secondo, titolare e più giovane con una carriera tutta da scrivere con la Vecchia Signora.
Perin è un titolare a tutti gli effetti e Motta che l'ha capito gli ha già dato fiducia affidandogli il comando della difesa bianconera per più di una volta.
Di Gregorio è un autentica sicurezza e merita di occupare il posto che ha. Preso per affidargli le chiavi della porta bianconera gode della stima di tutto l'ambiente che confida nelle sue prodezze.
Dunque due mostri sacri del ruolo più difficile al mondo che rappresentano punto di forza di questa nuova Juventus targata Cristiano Giuntoli e che insieme formano molto probabilmente (credo di non peccare di presunzione quando lo scrivo) un duetto di fuoriclasse che attualmente in Italia non ha nessuno. Quasi quasi potrei sbilanciarmi nel dire anche in Europa.
Mattia Perin che poteva tranquillamente pretendere di andare a giocare altrove da titolare ha preferito la Juventus e il suo nuovo ruolo da comprimario a qualsiasi altra destinazione perché ha capito che quest'anno avrà ancora più spazio per poter scendere in campo.
A lui l'allenatore italo-brasiliano come ha già dimostrato in queste prime 8 giornate di serie A affiderà il compito di difendere i pali non solo all'occorrenza per far riposare Di Gregorio ma anche perché sa di non poter lasciare uno numero uno vero e proprio in panchina.
Del resto il portiere ex Genoa ha già ripagato la fiducia concessagli con alte prestazioni: la performance nella partita persa nel finale contro lo Stoccarda è stata grandiosa e caratterizzata da parate disumane, tra queste la neutralizzazione del calcio di rigore calciato da Millot.
Come anche quella contro il Lipsia da subentrato attraverso la quale si è contraddistinto per aver parato di tutto di più nella seconda frazione di gioco riuscendo a difendere il vantaggio di un gol della propria squadra.
Se però la scena per ora se l'é presa Perin è Di Gregorio ad avere i gradi di titolare, gradi che si sta meritando ampiamente nonostante la sfortuna serata dello scorso turno di Champions nella quale è incappato nell'espulsione. In campionato infatti ha finora ha già collezionato 5 cleen scheet, niente male per un esordiente nella Juventus che ha le stigmate di un autentico campione.
Il rinnovo di Perin, quando in rosa la Juventus può disporre di Di Gregorio, rappresenta un grandissimo segno riconoscimento da parte di una società che ha sempre investito e tanto sul ruolo del portiere non facendosi mai mancare i migliori interpreti del ruolo: storicamente Madama ha quasi sempre avuto portieri forti.
A parte l'ingaggio di Edwin Van Der Sar, lo spilungone portiere olandese ex Ajax che arrivato a Torino nell'era Ancelottiana in due anni ha commesso erroracci e papere a non finire non si ricordano mosse fallimentari della Juve in sede di mercato riguardanti i portieri.
Dunque quando parlo di portieri forti non mi riferisco solo ai titolari, ma anche ai loro vice. Basta andare a ritroso nel tempo e nemmeno di parecchio per citarne i migliori.
Uno dei più ricordati è Luciano Bodini. Bresciano di nascita ha speso un decennio della sua carriera alla Juventus prima come vice di Dino Zoff e poi come vice di Stefano Tacconi.
Bodini non era un numero 12 e nonostante avesse avuto proposte da tante club di Serie A per giocare da titolare rimase a Torino per imposizione di Boniperti.
In maglia bianconera ha vinto tanto: 4 scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Coppe, una Coppa Campioni e una Supercoppa Europa (giocata da titolare contro il Liverpool).
Bisogna andare alla seconda era trapattoniana per ritrovare un secondo portiere fortissimo. Angelo Peruzzi che però contrariamente a Bodini riuscì a guadagnarsi qualche anno più tardi i gradi di titolarissimo e a indossare anche la fascia da capitano nell'era Lippi durante la quale vinse tutto quello che c'era da vincere.
Nato a Roma e di proprietà della Roma dopo il prestito all'Hellas e la squalifica di un anno per doping arrivò a Torino come vice di Stefano Tacconi che era agli sgoccioli della sua carriera.
Passato a difendere i pali da numero 1, Peruzzi ebbe il suo vice: Michelangelo Rampulla. Nato a Patti in provincia di Messina arrivò a Torino con la nomea di portiere goleador (fece clamore il suo gol segnato di testa in un Cremonese-Atalanta perché fu il primo realizzato in Serie A da un portiere) ma si dimostrò anch'egli al pari di Tyson Peruzzi meritevole di una maglia da titolare. Impiegato spesso da Lippi non steccò mai in una partita ma uscii sempre con voti altissimi!
Prima di arrivare a menzionare un vice fortissimo dei giorni nostri non posso non menzionare Chimenti, vice di Buffon nella seconda era Lippi e nella Juventus targata Capello.
Nato a Bari dopo la trafila in Serie C approdò nella massima serie per giocare titolare con Roma e Lecce prima di finire nella rosa della Vecchi Signora dal 2002 al 2006.
Il post calciopoli portò la Juventus a una ricostruzione totale che la vide competere nuovamente a grandi livelli sotto la guida di Antonio Conte e di Max Alegri.
Storari, Norberto Neto, Szczęsny (quest'ultimo è diventato il titolare nel post Buffon) rispettivamente portieri titolari di Sampdoria, Fiorentina e Roma che avrebbero potuto continuare a giocare da numeri 1 con tantissime altre squadre blasonate anche in Europa vestirono la maglia di vice di Gigi Buffon.