Se è vero, come sostengono i promotori della reintroduzione del nucleare in Italia, che il populismo nel nostro Paese è nato con il referendum dell'8 e 9 novembre 1987 che ha fermato quella forma di produzione di energia, trentasette anni dopo, è arrivato il momento di porre rimedio. Come? Il loro piano è presto detto: raccogliendo, nei prossimi 6 mesi, almeno 50 mila firme per una legge di iniziativa popolare che impegni il Governo entro altri 6 a disciplinare la costruzione di nuove centrali nucleari con la tecnologia più avanzata a disposizione, of course.
La sfida è stata lanciata da Carlo Calenda, leader di Azione, Matteo Hallissey, segretario dei Radicali Italiani, la Fondazione Einaudi e una miriade di altre sigle, anche di associazioni ambientaliste, come 'Amici della terra' di Monica Tommasi.
Diciamolo subito: non deve meravigliare che ci siano anche ambientalisti convinti a battersi per la reintroduzione del nucleare in Italia: è la produzione di energia più pulita che si sia mai concepita finora.
Sta di fatto che, tra i promotori della raccolta firme per la legge di iniziativa popolare, c'è anche lui: Luca Romano, sui social meglio conosciuto come l'Avvocato Atomico.
Chi è l'Avvocato Atomico? Tag24.it l'ha contattato e ha raccolto la sua storia di militante pro nucleare:
L'Avvocato Atomico, al secolo Luca Romano, 36 anni, di Torino, in realtà, non è un avvocato, bensì un fisico. Ma anche un ottimo divulgatore, tant'è che sui suoi social è seguito da circa 300 mila follower. È qui che non si stanca di spiegare tutti i motivi per i quali il nucleare conviene. In questo video con Matteo Hallisey, ad esempio, attacca a testa bassa il ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, colpevole, a suo modo di vedere, di traccheggiare sulla questione nucleare
E insomma: l'Avvocato Atomico non è un tipo che se la beve. E a Tag24.it spiega i tre motivi per cui bisognerebbe sostenere la reintroduzione dell'energia nucleare in Italia:
Seconda ragione:
Terza ragione:
Mercoledì 23 ottobre, alla Camera, i promotori della raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che vuole reintrodurre il nucleare in Italia hanno organizzato una conferenza per spiegare le buone ragioni di mettersi alle spalle 37 anni che loro giudicano di vero e proprio oscurantismo.
Il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha ricordato, tra l'altro, il motto einaudiano tratto dalle "Prediche inutili" del secondo Presidente della Repubblica della nostra storia:
Per lui, è proprio il caso di applicarlo in tema di nucleare perché è come se dopo la tragedia del Vajont del 1963 in Italia si fosse fermata la produzione di energia idroelettrica:
I fautori della legge per reintrodurre il nucleare in Italia, pur davanti alle perplessità dell'attuale Governo, si dicono convinti di poter vincere la loro battaglia perché sentono di interpretare il sentimento maggioritario degli italiani. A tal proposito, hanno citato un sondaggio di Swg secondo il quale la maggior parte degli italiani, a differenza dei referendum del 1987 e del 2011, ora, sarebbe pronta a dire sì al nucleare.
E anche Carlo Calenda, a modo suo, ha raccontato che, nel frattempo, ha cambiato idea:
E comunque: ora c'è poco da scegliere, il nucleare è una scelta obbligata anche perchè di solo rinnovabili non si può vivere, ha rimarcato il leader di Azione:
In soldoni, i pro nucleare calcolano, in proiezione, un guadagno di 800 miliardi di euro. Meglio una firma per una centrale adesso (si può costruire in massimo 10 anni, sostengono) che un'altra crisi ambientale ed energetica oggi e domani.