Lavoriamo con calma, niente fughe in avanti, bisogna approfondire ogni norma. La persona delegata a maneggiare il dossier del furto delle banche dati a palazzo Chigi non puo' che essere Alfredo Mantovano e sarebbe stato proprio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, autorita' delegata ai Servizi di informazione e sicurezza, secondo quanto si apprende da fonti ben informate, a chiedere di prendere tempo sulla stesura di norme ad hoc legate alla vicenda del dossieraggio. Nel primo ordine del giorno del Consiglio dei ministri era previsto l'approdo sul tavolo degli esponenti del governo di un decreto legge con misure urgenti in materia di ordinamento giudiziario, di personale di magistratura, di incarichi dirigenziali e di competenza investigativa sulla criminalita' informatica. Uno schema che conteneva, sempre secondo quanto si apprende, misure legate appunto anche al caso dei dossieraggi.
Ma la delicatezza della materia, la necessita' di approfondire ogni dettaglio, avrebbe portato il governo a rinviare il provvedimento. Dopo un confronto che avrebbe coinvolto funzionari dei ministeri, compreso il Dagl. Anche la premier Giorgia Meloni avrebbe condiviso l'importanza di lavorare alla materia senza farsi prendere dalle spinte mediatiche e dalle polemiche. Non che il problema dei dossieraggi non sia in cima alle priorita' dell'esecutivo. Anzi. "Il tema non va sottovalutato, riguarda la democrazia", dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa. I dossieraggi sono "una cosa incivile", ha affermato Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d'Italia. Ma la direttrice dell'esecutivo sarebbe appunto quella di presentare un pacchetto di misure 'blindate', correttivi al sistema che si e' rivelato fragile. Da qui la decisione di portare in una delle prossime riunioni un provvedimento ad hoc, anche perche' alle Camere da qui a fine anno c'e' gia' la corsa a convertire i decreti. Mentre dal Viminale si lavora piu' all'aspetto tecnico della vicenda, soprattutto sul sistema degli 'alert'.