A sentire le parole di Paulo Fonseca nell’immediato post di Milan-Napoli sembra quasi di vivere in una realtà parallela. Il tecnico rossonero è convinto che la sua squadra sia in crescita e che non sia ancora tagliata fuori dalla corsa scudetto. Opinioni rispettabili, ma al momento i numeri dicono altro. E raccontano di un Milan in crisi nera non solo di risultati ma anche di gioco, perché sì è vero che la formazione rossonera ha creato tanto – pur segnando zero gol – ma anche contro il Napoli ha subito una rete con una semplicità quasi imbarazzante, che testimonia una fragilità difensiva (attenzione, parliamo dell’intera fase difensiva e non solo dell’errore del singolo, Pavlovic nello specifico) che ormai è diventata quasi abituale.
Fonseca continua a parlare di scudetto, ma i numeri sono impietosi e non solo rispetto al Napoli capolista ma anche nel confronto con la passata stagione, quando sulla panchina rossonera sedeva Stefano Pioli.
Il Milan di Fonseca non convince: subisce troppi gol (quasi tutti allo stesso modo, aggravante da non sottovalutare), è spesso disunito e inoltre si ritrova già fuori dalla lotta scudetto quando siamo solamente a fine ottobre. Perché al di là dei numeri, che adesso andremo ad analizzare, pensare a una rimonta senza basi solide sembra davvero utopia. I rossoneri al momento hanno ottenuto appena 14 punti in campionato: frutto di quattro vittorie, due pareggi e ben tre sconfitte. Il Napoli primo di punti ne ha 25, ben 11 in più, potenzialmente 8, visto che il Milan deve recuperare la partita del Dall’Ara contro il Bologna.
Quella attuale è la peggior partenza del Milan nella ultime quattro stagioni. Tanto che analizzando i numeri, il confronto tra Fonseca e Pioli è impietoso. Nella stagione 2020/2021 il Milan di Pioli aveva ottenuto 21 punti dopo 10 giornate, in quella 2021/2022 (l’anno dello scudetto) 25, nell’annata 2022/2023 20 e nello scorso campionato 21, sempre dopo 10 giornate di Serie A. Fonseca invece di punti ne ha conquistati 14 che nella migliore delle ipotesi possono diventare 17 (considerato l’eventuale successo nel recupero contro il Bologna che si giocherà a febbraio).
Tempo e spazio per una rimonta in campionato ci sarebbe ancora, ma questo Milan non lascia ben sperare visto che Fonseca non sta riuscendo a trovare la quadra, nonostante di tempo a disposizione per lavorare ne abbia avuto. Eppure l’allenatore portoghese non è ancora riuscito a trovare un undici titolare su cui fare affidamento, come dimostrano i tanti cambi ed esperimenti (di uomini e moduli) che stanno solo provocando maggiore confusione. Inoltre c’è da considerare la spaccatura ormai netta ed evidente con alcuni big, Rafa Leao su tutti.
Il portoghese è rimasto per un’ora in panchina nel big match contro il Napoli di Conte (allenatore che il Milan ha seguito in estate), gara in cui Fonseca si è ritrovato a rinunciare agli squalificati Theo Hernandez e Reijnders, oltre a Pulisic, entrato solo nel finale di gara perché debilitato da uno stato febbrile. Un muro contro muro tra Leao e Fonseca che in questo momento sta facendo solo il male del Milan, perché è impensabile immaginare un Milan vincente con il suo giocatore più talentuoso e rappresentativo ai margini. Ma questo forse lo sa anche Fonseca.