Fiato sospeso fino a martedì: tutto il mondo guarda alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Sarà Donald Trump o Kamala Harris il nuovo inquilino della Casa Bianca? E per l'Italia cosa potrebbe cambiare se a Washington ci sarà di nuovo il tycoon o la prima donna della storia? L'esito delle elezioni americane come impatterà sulla nostra politica interna? Sono pochi a credere che, alla fine, per noi sarà lo stesso. In questo gruppo ristretto ci sono di sicuro il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte e il suo mentore Marco Travaglio. Ma non certo Furio Colombo, uno degli esperti del mondo politico americano più prestigiosi del nostro Paese. A 93 anni, freme anche lui nell'attesa di conoscere il nome del 47esimo presidente degli Stati Uniti.
Furio Colombo, nella sua lunga carriera di giornalista e scrittore, si è occupato molto di America. Storico corrispondente da New York, ha anche vestito i panni di docente presso la Columbia University. Fin dagli anni sessanta, ha firmato alcune delle analisi più lucide sulle trasformazioni della società statunitense: "L’America di Kennedy", "I prossimi americani" e "America e libertà" sono volumi cult per gli appassionati a stelle e strisce. Sta di fatto che oggi, domenica 3 novembre 2024, a soli due giorni dal Super Tuesday delle urne, raggiunto da Tag24.it, confessa di avere pochi elementi per fare un pronostico su come si sveglierà il mondo mercoledì mattina: "Nessuno, nemmeno i sondaggi sono in grado di profetizzarlo", sottolinea. Allora, come suggerisce nel suo manuale "Ultime notizie sul giornalismo", non si può far altro che tenere gli occhi ben aperti. Perché, al di là di chi vinca tra Harris e Trump, per lui, sarà fondamentale il modo in cui si svolgeranno le elezioni, come scaturirà il nuovo inquilino della Casa Bianca.
In Italia c'è un solo leader politico che, in tempi non sospetti, ha fatto capire di non avere preferenze a proposito dell'esito delle elezioni americane: per lui, che vinca Donald Trump o Kamala Harris, poco cambia. Il suo nome è Giuseppe Conte. A marzo scorso, quando per i Democratici correva ancora Joe Biden, in una mitica puntata di Otto e mezzo, diede questo spettacolo pur di non schierarsi:
E comunque: ricordato che Conte anche alla vigilia delle presidenziali francesi, non seppe scegliere tra Macron e Le Pen, e che ancora oggi, a 48 ore dal voto, il Fatto Quotidiano, il giornale di Travaglio a lui vicinissimo, titola in prima "Trump o Harris? Per l'Italia e la Ue cambia ben poco", Furio Colombo è di ben altra opinione:
E insomma, i sette Stati del profondo midwest decisivi per assegnare la vittoria tra Trump e Harris avranno una gran bella responsabilità: l'America profonda, quella rappresentata dall'iconico quadro di Grant Wood del 1930 forcone in mano, è ancora lì, a decidere chi infilzare: il tycoon o la prima donna (nera, per di più) in corsa per la Casa Bianca? Non a caso, sul modello di quell'opera, meme e riproduzioni si sprecano
Se questo è l'originale, ecco un esempio
Furio Colombo, alla domanda che effetto potrà avere l'esito delle elezioni americane su Giorgia Meloni e il suo governo, risponde così:
Il fatto che comunque tiene a sottolineare Colombo è che non solo l'esito delle elezioni influenzerà il Governo e l'intera politica italiana, ma anche il modo da cui esso scaturirà
Quando Furio Colombo pronuncia queste parole, il pensiero non può non andare all'assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, con i sostenitori di Trump pronti a tutto pur di non riconoscere la vittoria di Joe Biden e il tycoon incriminato. Una pagina di storia che, evidentemente, non si vuole rivivere.
Il rischio che il sistema democratico collassi, in ogni caso, è un fattore in questa tornata elettorale. Lo stesso attentato a Trump del 13 luglio 2024, immortalato dal mitico scatto del già Premio Pulitzer Evan Vucci dell'Associated Press, del resto, ha già sporcato di sangue queste elezioni. E la tensione è altissima.
Per Furio Colombo, è arrivato il momento, quindi, si incrociare le dita.
In ogni caso, la politica italiana di sicuro si aspetta e si augura cose diverse:
osserva Colombo.
Del resto, uno dei momenti di formazione politica più importanti di Elly Schlein è stato quello delle elezioni presidenziali del 2008, quando volò negli Usa per fare da giovane volontaria alla campagna per Barak Obama. E se Giorgia Meloni, in osservanza del suo ruolo istituzionale, si mantiene neutrale, Matteo Salvini si schiera apertamente con Trump
La storia, comunque, è tutta da scrivere. Negli Usa come in Italia.