La prevenzione contro i fenomeni estremi causati dal cambiamento climatico sarà al centro delle prossime elezioni in Emilia Romagna del 17 e 18 novembre 2024. Negli ultimi due anni si sono verificate due violente alluvione che hanno coinvolto tantissimi comuni della Regione. La prima è avvenuta tra il 2 e il 17 maggio del 2023 nella quale hanno perso la vita almeno 17 persone mentre altre 20mila sono rimaste sfollate. La seconda violenta alluvione si è registrata a settembre 2024.
Le immagini dei Comuni sommersi sono state diffuse sui socail negli scorsi mesi e il governo dell'Emilia Romagna ha inviato negli scorsi giorni un documento contenente quattro temi: l'approvazione di piani speciali per avere a disposizione 4,5 miliardi previsti da questi ultimi, l'intervento in tutti i bacini con un finanziamento previsto nella legge di bilancio, un finanziamento adeguato agli stati di emergenza e una ricostruzione omogenea. Da Roma, al momento, i fondi promessi per far fronte ai danni provocati dal maltempo tardano ad arrivare.
I sindaci di Marzabotto, nella provincia di Bologna, e di Sarsina, nella provincia di Forlì-Cesena, hanno parlato a Tag24 dei fenomeni climatici estremi degli scorsi anni e di come i loro comuni hanno li hanno affrontati. La capolista Alleanza Verdi Sinistra a Bologna alle regionali del 17 e 18 novembre Silvia Zamboni ha spiegato invece cosa sarà necessario fare a livello locale e nazionale.
Le urne in Emilia Romagna saranno aperte a pochi giorni dalla tragica tempesta che ha devastato la Comunidad Valenciana. Uno scenario molto familiare a chi vive nella Regione del nord Italia che negli ultimi due anni è stata colpita da due violente alluvioni capaci di provocare gravi danni in molti comuni. L'ultimo fenomeno estremo si è registrato poco meno di due mesi fa senza lasciare neanche il tempo di rimediare ai disastri portati dal maltempo di un anno prima.
In un contesto dove l'emergenza sembra essere infinita, da Roma si continua a temporeggiare. Il commissario straordinario di governo per la Ricostruzione in Emilia Romagna Francesco Figliuolo ha annunciato pochi giorni fa l'assenza di coperture finanziarie da parte del ministero dell'Economia e dunque il rinvio dell’approvazione definitiva del Piano speciale per la ricostruzione. Per ora a Roma è arrivato un testo con quattro temi fondamentali da parte di Bologna. Il futuro della ricostruzione spetterà anche alla prossima Giunta regionale.
Sarsina è un piccolo comune della provincia di Forlì-Cesena che negli ultimi due anni ha dovuto far fronte ai problemi portati dall'alluvione del 2023. Nel maggio di un anno fa le violenti piogge hanno provocato frane ed è stato necessario liberare nei giorni successivi le strade e prestare soccorso agli abitanti.
Il giovane sindaco di Sarsina Enrico Cangini ha spiegato a Tag24 le sue aspettative in vista delle prossime elezioni in Emilia Romagna: "Si spera in un nuovo approccio al governo del territorio che tenga in considerazione anche il fatto che per mettere in sicurezza la pianura bisogna rendere sicure anche le aree interne, quindi collinari e montane" spiega il primo cittadino.
"Bisogna poi fare investimenti per trattenere l'acqua a monte come le vasche di laminazione e il recupero degli invasi" conclude il sindaco spiegando su cosa potrebbe puntare la Regione.
Anche il comune di Marzabotto, nella provincia bolognese, è stato vittima delle piogge torrenziali e dei problemi derivanti da queste ultime. Soprattutto a febbraio di quest'anno, le acque del fiume Setta hanno provocato danni alle strade e grandi disagi ai cittadini. La sindaca di Marzabotto ed ex presidente del Pd Valentina Cuppi ha spiegato che in futuro gli eventi climatici saranno sempre più avversi. "Per fortuna c'è stata la Regione ad aiutarci in questi periodi difficili. È stato l'Ente più vicino ma è necessario adattare il Piano alle nuove situazioni alle quali stiamo assistendo" spiega la sindaca a Tag24. "Questi fenomeni sono sempre più forti, catastrofici e meno prevedibili rispetto al passato".
Da maggio del 2023 erano infatti previsti 25 interventi sul territorio. Smottamenti, frane e altri danni provocati dall'alluvione di un anno fa sono ancora un problema per il comune. "Avevamo la ricostruzione già in corso con diversi interventi e quelli più impegnativi sono quelli che dipendono da enti sovraordinati: in particolare lungo la SS64 dove devono essere fatti interventi definitivi" racconta la prima cittadina a Tag24 "nuovi problemi si sono verificati ad ottobre...tutti e due i fronti dove si erano verificati problemi si sono riaperti".
Ricostruire ma tenendo conto del futuro. La sindaca ha spiegato a Tag24 che le infrastrutture vanno riadattate anche in funzione degli eventi climatici estremi: "Molte infrastrutture, soprattutto quelle per il contenimento dell'acqua non sono dimensionate in base a quello che viviamo".
Le Regioni non possono far fronte da sole al cambiamento climatico, serve necessariamente anche l'aiuto dello Stato. La capolista di Alleanza Verdi Sinistra a Bologna, Silvia Zamboni, ha spiegato in un'intervista esclusiva a Tag24 di aver depositato un progetto di legge sul clima a inizio settembre: "Questo progetto ha due direttici, una di azione e mitigazione in modo che l'Emilia Romagna contribuisca a ridurre le emissioni climalteranti" spiega a Tag24 la candidata al Consiglio regionale.
Zamboni continua dicendo che l'altro elemento cardine del provvedimento riguarda l'adattamento al cambiamento climatico: "Questa parte riguarda le azioni da mettere in campo per rendere il territorio, le imprese e le persone pronte ai fenomeni prodotti dal cambiamento climatico".
"È evidente che mitigazione e adattamento sono facce della stessa medaglia. Mentre la prima deve essere supportata da interventi a livello globale, la seconda prevede interventi locali che la Regione può mettere in campo ma servono anche finanziamenti statali" spiega Zamboni a Tag24.
"Servono miliardi di investimenti per far fronte al dissesto idrogeologico che viene amplificato dal cambiamento climatico" continua l'esponente di Avs. "Questo è un problema che va avanti da troppo tempo in Italia, siamo uno dei Paesi con il più alto numero di frane. Siamo fragili e non si interviene, il cambiamento climatico amplifica la debolezza del nostro dissesto idrogeologico".
Zamboni ribadisce poi l'importanza dello stop al consumo di suolo poiché la cementificazione di quest'ultimo aumenta l'incapacità del territorio di assorbire l'acqua e la necessità di non costruire a ridosso dei fiumi. "Il territorio va tutelato, non sacrificato al cemento. Bisogna riprendere una cultura della gestione dei bacini idrografici".
Spazio anche a un commento sul primo stralcio approvato dal commissario Figliuolo e sui ritardi da parte del governo: "I 4,5 miliardi non ci sono e alcune opere da fare con urgenza non sono finanziabili. Una Regione non può far fronte a cifre del genere da sola. Lo Stato deve prendere in mano la questione con un Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico da declinare poi localmente" conclude Zamboni.