L'autonomia differenziata passa alla Consulta. Il 12 novembre la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla legittimità del disegno di legge Calderoli dopo le questioni sollevate dalle Regioni Puglia e Toscana. La legge è stata spesso definita 'penalizzante' per il sud Italia e creerebbe ulteriori divisioni con il Settentrione.
Il presidente della Corte Costituzionale Augusto Barbera ha da tempo fissato l'udienza per i dubbi di legittimità. La questione del ddl Autonomia è stata più volte rimarcata dall'opposizione e da diversi movimenti civici. L'idea del disegno di legge è quello di riuscire, secondo il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, a valorizzare le Regioni e le loro capacità di far fronte ai problemi locali.
Già da prima del 19 giugno, data di approvazione del ddl da parte della Camera dei deputati, ci sono state diverse proteste. Il portavoce di Potere al Popolo Giuliano Granato ha parlato in esclusiva a Tag24 dei danni che il ddl Calderoli potrebbe provocare e di come già esista una forma di autonomia differenziata in Italia che la legge approvata lo scorso 19 giugno andrebbe ulteriormente a potenziare.
Del ddl Calderoli non si salva nulla. È lapidario il portavoce di Pap Granato che boccia ogni articolo presente all'interno della legge approvata lo scorso 19 giugno dalla Camera. L'esponente di Potere al Popolo spiega a Tag24: "La posizione nostra è molto chiara su questo, noi chiediamo il ritiro dell'intera legge Calderoli non soltanto di alcuni suoi aspetti e questo sarebbe un primo passaggio perché il problema vero è nella stessa Costituzione per come la leggiamo oggi" spiega il portavoce di Pap.
Se oggi si parla di autonomia differenziata è anche colpa del centrosinistra, racconta Granato parlando della Riforma del Titolo V negli anni '90 e nel 2001: "C'è il titolo quinto modificato dal colpevole centrosinistra negli anni novanta e inizio degli anni duemila, questo problema ha permesso alla legge Calderoli di nascere".
La battaglia portata avanti da Potere al Popolo e da diversi movimenti civici non si fermerebbe con la fine della legge Calderoli. Granato spiega infatti che anche se arrivasse uno stop al contestatissimo ddl ci si continuerà a battere contro il sistema Stato-Regioni esistente: "Il problema non verrebbe meno con la fine dell'autonomia differenziata, le intese le avevano chieste le Regioni sia governate dalla destra - come il Veneto - che dalla sinistra - come l'Emilia Romagna di Bonaccini e Schlein durante il governo Gentiloni".
Le premesse per il ddl Calderoli, spiega Granato, sono state poste dal centrosinistra che ha riformato la Costituzione a inizio anni 2000.
E se la legge Calderoli non venisse fermata nemmeno dalla Consulta? Si lavora già a un possibile referendum per poter dire 'no' all'autonomia differenziata, spiega Granato a Tag24. Già da settembre sono stati organizzati comitati civici che lavorano per costruire l'opposizione reale al ddl Calderoli e per proporre un'alternativa non solo al modello che potrebbe derivare dal disegno di legge ma anche a quello presente.
"In realtà questo primo è il passaggio di una battaglia molto più ampia, molto più lunga che punta per certi versi all'assetto istituzionale su cui si è basato questo Paese negli ultimi vent'anni" dice il portavoce di Potere al Popolo "perché se oggi questi danni sono purtroppo alcuni già in atto, altri prevedibili nel caso di passaggio definitivo, di applicazione definitiva della legge Calderoli, altri li vediamo da tempo e si risalgono all'assetto di fondo".
Le disparità già esistono tra Nord e Sud. Il ddl sull'autonomia differenziata rischierebbe solo di aggravare un quadro molto complesso che il nostro Paese vive ormai da più di un ventennio. La sanità è di competenza regionale, spiega Granato, e questo costituisce già di per sé un problema: "Abbiamo visto come in questi anni si sono creati venti sistemi sanitari differenti in uno stesso Paese" dice il portavoce di Pap "una persona che nasce a Napoli o a Palermo non ha gli stessi diritti alla salute di un cittadino di una Regione del Nord".
"Alcune materie, ovvero quelle più importanti per la vita delle persone, devono essere necessariamente centrali" insiste Granato. La legge Calderoli non si limiterebbe a fare danni solo nel sud ma anche nel Nord dove scatenerà una serie di processi che si ripercuoteranno sui cittadini: "L'autonomia differenziata incentiverà processi di privatizzazione nei settori che va a colpire e una differenziazione salariale" conclude Granato.
Non manca un attacco al centrosinistra in vista di un possibile referendum contro l'autonomia differenziata: "Ci sono diverse realtà per costruire una campagna politica sul tema ed è autonoma rispetto a quella che magari compare sui giornali capitanata dal centrosinistra" spiega "quella parte politica è parte e causa del problema, oggi hanno intrapreso la battaglia politica contro le destre di governo ma la loro posizione del Pd è resa abbastanza chiara da una riunione a Brescia di qualche settimana fa".
Granato spiega che la sezione veneta e lombarda dei dem si sono confrontati a Brescia e a loro non va bene solo la declinazione specifica della legge Calderoli: "Un'autonomia differenziata diversa per loro non solo è possibile ma auspicabile" dice il portavoce di Potere al Popolo "il secondo quesito per l'abrogazione parziale spiega bene qual è il progetto di ampi pezzi del centrosinistra".
Per una parte del centrosinistra, come racconta Granato a Tag24, conta la costruzione di un terreno di convergenza con settori anche del centrodestra come Forza Italia per mettere in difficoltà Lega e Fratelli d'Italia senza entrare nel merito della vita delle persone se dovesse essere approvata la legge Calderoli.
"Il benessere della gente comune non è importante per questo centrosinistra e noi con i comitati popolari portiamo avanti gli interessi delle persone perché crediamo che questa battaglia non abbia due facce ed è necessario essere chiari" conclude Granato.