Una partita di calcio che si è trasformata in uno scontro fra bande, un'azione definita dalle autorità olandesi "mordi e fuggi" della quale hanno fatto le spese i tifosi del Maccabi Tel Aviv. Ieri 7 novembre 2024 l'antisemitismo ha fatto la sua comparsa non appena finita la gara di Europa League fra Ajax e la squadra israeliana.
I tifosi del gruppo "Maccabi Fanatics" sono stati aggrediti con bastoni, calci e pugni da individui la cui identità non è ancora nota.
Le indagini si faranno carico di stabilire la dinamica dei fatti, mentre da un lato e dall'altro ci si lancia accuse sul lassismo della polizia olandese e sul comportamento dei tifosi del Maccabi, che avrebbero urlato insulti contro la Palestina e le persone arabe nelle strade di Amsterdam.
Gli scontri nella città non sono sfuggiti a Celeste Vichi, presidente dell’Unione delle associazioni Italia-Israele, che ha indicato l'esistenza di un clima di fortissima intolleranza nei confronti delle comunità ebraiche presenti in Europa: "È stata una vera e propria caccia agli ebrei, abbiamo assistito ad una violenza e ad una ferocia inaudita che non ha niente a che vedere con i tafferugli dei gruppi ultras".
Piaccia o no alla FIFA e alla UEFA, una partita di calcio non resta spesso confinata al solo rettangolo verde di gioco. Sugli spalti i tifosi si sono resi protagonisti tante volte di cori o striscioni che attaccavano politici, stati, calciatori, arbitri e così via. Per quanto i due organi sovranazionali calcistici ci provino, la realtà bussa alla loro porta presentandosi anche con atti di violenza.
Lo hanno sperimentato sulla propria pelle diversi tifosi del Maccabi Tel Aviv, squadra del massimo campionato israeliano che nella stagione 2024-25 partecipa al girone unico di Europa League. La trasferta di ieri 7 novembre 2024 era molto complicata per i gialloblù, dovendo far visita alla Johan Cruijff Arena dell'Ajax.
Non è stata la sconfitta per 5-0 a far notizia, quanto gli scontri ad Amsterdam che hanno visto i "Maccabi Fanatics" avere la peggio contro assalitori al momento ignoti.
Il clima pre-partita era teso, con una manifestazione pro-Palestina organizzata originariamente fin dentro la Johan Cruijff Arena, ma la sindaca di Amsterdam Femke Halsema aveva deciso di spostarla in un altro luogo della città. Dal canto loro, i "Maccabi Fanatics" hanno conquistato il centro della città, dando prova del loro radicato schieramento a destra.
Cori anti Palestina, contro le persone di origine araba, a favore dell'esercito israeliano (l'IDF) e fischi durante il minuto di silenzio che aveva preceduto la gara fra Ajax e Maccabi Tel Aviv. Il momento di riflessione era stato deciso per ricordare le vittime dell'alluvione a Valencia e dintorni, ma non importava poi tanto ai tifosi israeliani: probabilmente volevano fischiare la politica spagnola, che non molto tempo fa aveva esplicitamente riconosciuto l'esistenza dello stato di Palestina.
Gli scontri nella città olandese hanno seguito quindi un copione che, per quanto triste e violento, sembra caratterizzare ogni momento dal 7 ottobre 2023. Dal giorno dell'attacco di Hamas contro Israele le manifestazioni a favore della causa palestinese o israeliana si sono accumulate in molte delle più importanti città europee (Roma, Parigi, Londra) e spesso hanno generato forti polemiche politiche.
Il bilancio al momento parla di una trentina di tifosi israeliani rimasti feriti, mentre 57 persone sarebbero state fermate dalle autorità olandesi in relazione agli scontri. Si cercano anche ulteriori responsabili, che in diversi video sono stati visti prendere a calci e pugni quei tifosi tanto sfortunati da non esser riusciti a mettersi in salvo: le indagini sono quindi ancora in corso.
Come si è potuto notare, ci sono due versione dei fatti, che partono dal medesimo piano: un elevato livello di tensione politica presente ad Amsterdam fin dal momento in cui si sapeva che il Maccabi Tel Aviv sarebbe arrivato a giocare contro l'Ajax.
Le autorità israeliane, a livello di governo, hanno subito mostrato i muscoli e fatto la voce grossa. Il premier Benjamin Netanyahu ha telefonato alla controparte olandese, chiedendo urgenti misure a favore degli israeliani rimasti nelle zone intorno allo stadio, mentre Naftali Bennett (vicepremier israeliano) ha usato i termini forti di "pogrom organizzati" per descrivere una trappola decisa a tavolino per colpire determinate persone.
Con queste affermazioni si è trovata d'accordo Celeste Vichi, presidente dell’Unione delle associazioni Italia-Israele (associazione civile e laica), la quale ha espresso la sua preoccupazione di un clima di intolleranza che mescola attacchi dell'antisemitismo del passato a quanto accade oggi a Gaza e dintorni:
Ragazzi e uomini che facendo per l'appunto parte dei "Maccabi Fanatics", la parte di estrema destra del Maccabi Tel Aviv, avevano dato mostra di sé nelle ore precedenti la partita urlando "morte agli arabi!" o strappando quelle bandiere israeliane che trovavano fuori alcune case.
Il tutto non può esser derubricato a meri scontri fra tifoserie opposte e fra le quali non corre buon sangue per questioni puramente calcistiche. Non è però nemmeno possibile sottovalutare che, per uno scherzo del calendario, questi scontri siano avvenuti a cavallo del 9-10 novembre, una data particolare per la comunità ebraica in tutto il mondo.
Nel 1938 le autorità militari e politiche naziste lanciarono aggressioni, minacce e uccisioni su vasta scala che colpirono moltissime persone ebraiche in tutta la Germania dell'epoca: la "Notte dei cristalli". Coincidenza o no? A tal proposito, non va sottovalutato come alcune date siano tenute sott'occhio dalle forze dell'ordine in tutta Europa, perché considerate sensibili in relazione alla Palestina e ad Israele.
Vichi a tal proposito afferma la scelta precisa da parte di alcuni gruppi estremisti di colpire in date considerate sensibili faccia parte di una strategia consapevole:
È il caso anche del 7 ottobre, che nel 2023 segnò come detto l'attacco di Hamas contro Israele, e che già nel 2024 è stato segnato da scontri fra manifestanti pro-Palestina e forze dell'ordine in tante città europee e non.
L'Italia non è rimasta insensibile alla notizia degli scontri di ieri ad Amsterdam. Non tanto perché ci fossero nostri concittadini coinvolti, quanto perché in molti ritengono che in Europa l'antisemitismo abbia messo in pericolo le persone della comunità ebraica, compresa quella italiana.
A tal proposito Vichi non ha avuto alcun dubbio nel rintracciare le responsabilità per quanto accaduto ieri:
La situazione a Roma viene monitorata con attenzione, specie al Ghetto. Ad Udine, in occasione della partita fra Italia ed Israele, il patrocinio prima negato poi concesso dal comune aveva creato polemiche, così come la comparsa sui social di falsi striscioni a favore degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas.
La premier Giorgia Meloni ha pubblicato una nota mentre si trova al Consiglio Europeo informale di Budapest che inquadra quanto accaduto ad Amsterdam nella cornice dell'antisemitismo:
Lo stesso vale per due politici che solitamente si trovano sul lato politico opposto, come Carlo Calenda di Azione e Matteo Renzi di Italia Viva. Se il primo parla di "vergogna" per le scene di aggressione con coltelli e bastoni, l'ex sindaco di Firenze ha ricordato come restare in silenzio di fronte ad una "caccia all'ebreo" renda molte persone complici.
Netto e molto più duro il giudizio della Lega, che su Instagram ha pubblicato un post in cui lega gli scontri alla presenza di persone a favore della "Palestina libera" o che urlavano "insulti in arabo". Anche se la sindaca di Amsterdam Halsema non ha voluto parlare della nazionalità delle persone fermate, ha spiegato come gli attacchi ai tifosi israeliani siano stati organizzati colpire velocemente senza esser poi fermati.
Proprio su quest'aspetto continua il commento di Vichi:
Un ultimo passaggio viene dedicato anche all'Italia e Vichi chiede un impegno concreto e fattivo di tutte le forze parlamentari. Episodi come quello di Amsterdam deve essere da monito affinché non accadano anche qui: