Non è soltanto una questione di ordine pubblico, quanto di connivenza ideologica e politica: Bologna non avrebbe meritato questo scempio. Le parole del portavoce di AVS Angelo Bonelli prendono di mira direttamente la premier Giorgia Meloni, e di riflesso anche i suoi alleati leghisti e forzisti, per aver accusato il sindaco bolognese Matteo Lepore di aver mistificato il significato degli scontri avvenuti a Bologna.
Bonelli indica che questo governo "copre i neofascisti", la cui nomea di atti violenti e di riferimento al fascismo è stata accertata da diversi tribunali italiani. Farli sfilare nei pressi della stazione bolognese è stato quindi un insulto ad una città simbolo della Resistenza: "Sono refrattari alle regole e alla Costituzione: è una svolta autoritaria, non c'è ombra di dubbio".
Sempre nella città bolognese è apparso un messaggio offensivo e violento contro Lepore: si ha paura di qualche atto fuori luogo che rischi ulteriormente di aggravare la situazione.
Non si placano le polemiche e le dichiarazioni dopo gli scontri che il 9 novembre 2024 a Bologna hanno visto un corteo di CasaPound e "patrioti" scontrarsi con un altro composto da antagonisti, antifascisti e centri sociali: le Forze dell'Ordine avevano avuto un bel daffare per evitare che il tutto degenerasse, con 3 agenti feriti leggermente.
La città felsinea si è ritrovata al centro di tutto non soltanto perché luogo degli scontri, ma anche perché l'evento è stato sfruttato da opposizioni e governo in vista del 17-18 novembre, giorni delle elezioni regionali in Emilia-Romagna.
Per la destra ha puntato il dito contro i "soliti violenti" che hanno volutamente messo nel mirino gli agenti, lasciando sullo sfondo la presenza di CasaPound ma evidenziando allo stesso tempo le parole del sindaco felsineo Matteo Lepore, che ha parlato di "300 persone vestite con la camicia nera di entrare nella nostra città e di sfilare di fronte alla stazione".
Da sinistra, invece, ci si chiede perché il Comitato ordine pubblico e sicurezza a Bologna abbia acconsentito allo spostamento del corteo neofascista dal piazzale dinanzi la stazione a piazza della Pace, in periferia. È stata una scelta consapevole del governo? Ne è convinto Angelo Bonelli, portavoce di AVS:
Il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, si è oggi aggiunto alle dichiarazioni di Meloni, intimando a Lepore di ritrattare le proprie dichiarazioni:
In queste ore le ricostruzioni su quanto accaduto a Bologna sono divergenti e rischiano anche di finire nascoste dietro la polemica politica propria di ogni attore coinvolto. I partiti di governo e di opposizione hanno fatto ricorso a concetti ed espressioni consolidate, che addirittura richiamano alla memoria ciò che accadeva (in modi molto più brutali e sanguinari) negli anni '60 e '70 in Italia.
Con ciò non si vuole dire che Bonelli sbagli nell'indicare che il governo abbia un certo retroterra culturale legato all'esperienza dell'MSI (e che spesso sembra pesare nei rapporti fra la premier Meloni ed alcuni dei suoi ministri), ma anche che battere sempre sullo stesso tasto rischia di suonare vuoto e ripetitivo alle orecchie dei cittadini.
Resta comunque per il portavoce di AVS un dato molto grave: che FdI, una volta arrivato al governo, lo consideri come un qualcosa da gestire innanzitutto come proprietà loro, senza pensare più ai valori e ai dettami della Costituzione.
Resta anche un altro dato di fatto, con la continua delegittimazione delle forze giuridiche e delle loro istituzioni, accusate di non saper fare il proprio lavoro quando il governo vede le proprie leggi o decisioni frenate.
La questione dei CPR in Albania è solo l'altro tassello che la cronaca offre a questo quadro e che Bonelli adombra nelle sue accuse all'esecutivo:
Questo rapido giro di dichiarazioni rende conto di come tutte le parti in causa stiano cercando di gestire la situazione in qualche modo a proprio vantaggio. Se dalla destra si stigmatizza l'uso di certe parole da parte di Lepore, così come la sua ricostruzione di cosa ha portato agli scontri di Bologna, da sinistra si punta il dito sul valore simbolico che un corteo di CasaPound avrebbe potuto assumere per la città felsinea.
Ad aggiungere ulteriore pressione è una scritta rivenuta su un muro nei pressi della sede bolognese del PD, il "Circolo 2 agosto": nella mattinata di oggi è stato trovato un messaggio offensivo contro Lepore, che ha portato la ministra dell'Università Anna Maria Bernini a chiedere di abbassare i toni e di evitare messaggi carichi di odio.
Il sindaco di Bologna aveva lamentato che il governo e il ministro dell'Interno avessero deciso volontariamente di permettere ai "patrioti" e a CasaPound di scegliere un percorso di corteo vicino al centro storico cittadino e non in periferia: da qui la risposta dei centri sociali, degli antifascisti e degli antagonisti sarebbe comunque arrivata e potenzialmente avrebbe potuto anche degenerare.
Con questo Lepore non vuole indicare l'intenzione da parte di uno dei due cortei di attaccare l'altro, quanto che si sarebbe potuta evitare ogni difficoltà separando nettamente i neofascisti dagli antifascisti. Solidarietà a Piantedosi è arrivata non soltanto dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ma anche dalle stesse parole di Meloni, di Salvini e di altri esponenti al governo, mentre il leader di FI Tajani ha parlato di "300 vigliacchi che hanno aggredito dieci poliziotti".