Le due date cerchiate di rosso sul calendario pentastellato non riguardano soltanto le elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Umbria, ma anche quelle del 23-24 novembre 2024. Saranno i giorni dell'Assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, pronto a decidere con i suoi iscritti di intraprendere possibili nuove strade per la sua attività politica.
I 12 quesiti che verranno messi al voto sono stati pubblicati sul sito del M5S affinché in tanti possano leggerli e commentarli: dalle questioni più tecniche a quelle di immagine, ci sarà tanta carne al fuoco per Giuseppe Conte e i suoi alleati.
Cosa fare del Garante Beppe Grillo? Si cambieranno nome e simbolo del movimento? Si cercheranno nuove forme di finanziamento? Questo e altro per domande che in tanti sono interessati a capire e a mettere nella giusta prospettiva.
Manca poco più di una settimana al 23-24 novembre 2024, giornate in cui al Palazzo dei Congressi dell'Eur si aprirà "Nova", cioè la Costituente promossa da Giuseppe Conte per rinnovare il Movimento 5 Stelle. L'ex premier ha sempre chiarito che in gioco c'è anche la sua posizione di presidente del movimento e che è pronto a rimettersi alle decisioni degli iscritti.
Oggi 15 novembre il sito ufficiale del M5S ha pubblicato la lista dei quesiti che da mesi sono stati analizzati, elaborati e riscritti fra i vari comitati territoriali e poi il Consiglio nazionale pentastellato. La validità delle domande non è un aspetto secondario della vicenda, perché nessuno ha intenzione di impelagarsi in dispute legali che fermerebbero di certo la validità e la legittimità di chiunque sarà a capo del M5S.
Per chi volesse leggere più nel dettaglio i quesiti e le sue possibili diramazioni alla fine di questo paragrafo c'è il file PDF pubblicato sul sito del M5S, ma già dai titoli si può capire come la Costituente abbia messo in gioco aspetti davvero fondamentali per i pentastellati:
Sono 12 quesiti che hanno la potenzialità di cambiare a fondo il Movimento e che serviranno a Conte per capire se fra gli iscritti l'affetto per Beppe Grillo sia rimasta soltanto una questione emotiva o ha anche una valenza politica. Se questi potranno mandare dei loro video alla Costituente per spiegare la scelta di certi quesiti, c'è anche il timore che alla fine siano tutti pro-Grillo.
Come si può notare, uno degli ultimi punti riguarda le alleanze politiche, uno dei temi che più mettono in difficoltà Conte quando ne parla. Con il PD o contro il PD? Si corre in solitaria o si cerca un alleato a seconda dei bisogni? L'ex premier ha, come accennato, detto di esser pronto a dimettersi se la sua idea di entrare nel "campo progressista" venisse bocciata dagli iscritti.
Si può affermare con una certa sicurezza che Conte tutto aveva previsto fuorché le difficoltà elettorali e politiche del M5S quando aveva annunciato "Nova", cioè la grande assemblea costituente che come detto si terrà all'Eur (più precisamente al Palazzo dei Congressi) il 23-24 novembre.
I risultati dovrebbero esser pubblicati nell'ultima giornata della Costituente, ma su tutto pende la questione del quorum. Sembra una notazione più tecnica nei confronti di alcune cose che sono più immediatamente visibili, come il simbolo o il limite dei due mandati, ma la risposta a tale dubbio è semplice: cosa fare di risultati che il Garante può contestare a 5 giorni dalla loro pubblicazione?
Le modifiche allo Statuto pentastellato possono passare sia attraverso la maggioranza assoluta degli iscritti che tramite la maggioranza dei votanti. Se il Garante, come detto, contesta la prima votazione, ce ne sarà una seconda, per la quale serve la maggioranza assoluta degli iscritti. Resta però complicato immaginare ottenere l'attenzione di tutti questi votanti considerato il numero dei quesiti sottoposti.
A tal proposito, Conte cerca da subito la maggioranza assoluta dei votanti per fermare i potenziali ricorsi da parte di Grillo o di chi potrebbe agire a suo nome, accettando anche che il ruolo ora del comico genovese diventi puramente onorifico o con ruoli subordinati e ben distinti da quello di presidente.
Tornando sugli aspetti che pure danno conto dell'identità del M5S ci sono il simbolo (in questo tema rientra anche il nome del partito) e la durata dei mandati. Nel primo caso, ci sono varie opzioni sul tavolo - persino quella di non toccare nulla - ma è possibile che gli iscritti scelgano un taglio netto col passato rappresentato da Casaleggio, Grillo, Di Battista, Di Maio e così via.
La durata dei mandati potrebbe, allo stesso modo, non esser modificata ma c'è la concreta possibilità sul tavolo del dibattito che i mandati possano esser conteggiati interamente o meno a seconda se la legislatura sia stata completata o meno.
Tutte le questioni sopra esposte sono, in ultima analisi, rappresentative del travaglio interiore che la comunità politica pentastellata sta vivendo in questi anni. Chiusa la stagione dura e pura che nel 2013 lo aveva portato alla ribalta nazionale, il M5S oggi sembra chiedersi cosa fare della propria maggiore età di come salvaguardare la sua identità politica.
? Siamo alla fase finale del nostro percorso costituente. Dal 15 al 20 novembre, le Agorà saranno il luogo dove tutti gli iscritti potranno far sentire la propria voce.
— MoVimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) November 14, 2024
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La querelle fra Conte e Grillo, in fin dei conti, ruota proprio attorno a chi deve in ultima analisi tenere le redini del partito. Nessuno dei due ha, ad esempio, pregiudizi nei confronti di un'alleanza del PD, ma cambia anche come i pentastellati si devono porre nei confronti dei dem.
Il timore che serpeggia in vista del 23-24 novembre, fra i maggiorenti del M5S, è che Grillo si presenti al Palazzo dei Congressi per una manifestazione tanto spettacolare quanto pericolosa per gli effetti politici presenti e futuri. Il comico genovese magari non ha più la verve dei tempi migliori, e che gli ha fatto conquistare l'affetto dei militanti 5Stelle, ma cerca da mesi di ritagliarsi nuovamente un ruolo politico che abbia un effettivo peso.
La stessa questione del simbolo, che pure rappresenta oggigiorno una parte fondamentale della propria strategia di branding (con buona pace di chi pensa che un partito politico sia altro oltre che il suo simbolo), è una potenziale arma nelle mani di Grillo, che sarebbe pronto ad una lunga battaglia legale per usufruire del simbolo pentastellato.