L’Europa è davvero sull’orlo della crisi politica? Se il prossimo 27 novembre il Parlamento Europeo non dovesse votare la fiducia alla Commissione von der Leyen per l’Europa potrebbe aprirsi una crisi politica senza precedenti.
Un’ipotesi tutt’altro che remota alla luce del feroce scontro politico tra i popolari del Ppe e i socialisti di S&D, i due principali partiti della maggioranza che sostiene la Presidente Ursula von der Leyen. Scontro al centro del quale è finito, suo malgrado, il ministro italiano Raffaele Fitto in corsa per una delle quattro vicepresidenze esecutive. La sua nomina, insieme a quella di Teresa Ribeira per la Spagna, ha fatto emergere tutte le differenze e le divergenze tra gli alleati di Governo.
Un’ipotesi che si sta cercando di scongiurare poiché aprirebbe per l’Europa un periodo di grave instabilità politica e istituzionale, tanto che ieri è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel ruolo di ‘pontiere’ a sostegno della nomina del ministro italiano. Un messaggio rivolto soprattutto agli europarlamentari del Partito Democratico, che rappresentano la delegazione più numerosa all’interno del gruppo europeo dei socialisti.
La nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo sta effettivamente creando una crisi politica che potrebbe avere conseguenze determinati per l'Unione Europea.
Una questione di spartizione di poltrone? Non solo poiché in gioco c’è il futuro posizionamento politico della commissione. Lo scontro è tra la ormai palese volontà del Ppe di spostare l’orientamento politico verso destra e i tentativi di ‘resistenza’ di Socialisti e Riformisti di Renew che vorrebbero tenere la barra a sinistra.
Appare quindi evidente come la decisione di Ursula von der Leyen di indicare per un ruolo esecutivo il Ministro italiano per Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR abbia fatto da catalizzatore facendo esplodere lo scontro.
Raffaele Fitto è infatti espressione dei Conservatori Europei, è uomo di fiducia della presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, che non ha mai nascosto l’ambizione di fare da federatrice delle destre europee e seppur lontana dall’ultradestra, rappresenta comunque quel pezzo di Europa che Socialisti e Riformisti vorrebbero tagliare fuori dalle stanze in cui si prendono le decisioni.
L’Ecr inoltre non è parte della maggioranza Ursula e di conseguenza Raffaele Fitto sarebbe l’unico vicepresidente di ‘opposizione’, espressione tra l’altro di un partito, Fratelli d’Italia.
Il veto sul nome di Fitto però non è l’unico. A rischiare è anche la vicepresidente spagnola Teresa Riberia osteggiata dal Ppe spagnolo, spalleggiato da quello europeo. La commissaria finita in patria nel mirino per l’alluvione di Valencia è finita al centro dei veti incrociati tra alleati.
Veti incrociati e scontri che rischiano di compromettere la stabilità dell’Ue. Il 27 novembre infatti la Commissione nominata dalla presidente Ursula von der Leyen dovrà superare la prova del voto del Parlamento. Se il Parlamento Ue non dovesse votare la fiducia alla Commissione von der Leyen Bis si determinerebbe una grave crisi istituzionale e politica con pericolose ripercussioni per la stabilità europea.
Un’ipotesi tutt’alto che remota alla luce della minaccia dei Socialisti di votare contro in caso di nomina di Raffaele Fitto.
Ma cosa succederebbe se le peggiori previsioni dovessero avverarsi e la Commissione non dovesse passare l’esame del Parlamento?
Nell’immediato la nuova commissione non potrebbe insediarsi come previsto entro il 1 dicembre 2024, ma bisognerebbe attendere una eventuale rinegoziazione della squadra da parte della presidente. Nelle more la Commissione uscente rimarrebbe in carica per il disbrigo degli affari correnti.
La Presidente von der Leyen potrebbe dover apportare eventuali modifiche e sostituire i nomi più controversi, dopo di che andrebbe fissata una nuova data per il voto di fiducia in Parlamento se non addirittura rivedere l'intera struttura delle vicepresidenze per evitare lo stallo.
Dal punto di vista politico, invece, l’eventuale bocciatura del Parlamento rappresenterebbe un pericoloso segnale di debolezza verso l’esterno in un momento in cui il contesto geopolitico con i conflitti in corso e le notizie che arrivano da Oltreoceano, richiederebbero una maggiore compattezza e solidità. Le tensioni interne, la polarizzazione tra destra e sinistra e i veti incrociati rischiano di paralizzare l’azione dell'UE proprio nel momento in cui è necessaria maggiore coesione.
Se lo stallo dovesse protrassi, inoltre, potrebbero emergere nuovi equilibri politici con lo spostamento dei popolari alle forze di destra, cosa che già sembra stia accadendo.
Ecco perché in queste ore a Bruxelles si sta lavorando alacremente per cercare di trovare una mediazione tra le diverse posizioni così da ‘blindare’ il voto in Parlamento e scongiurare la crisi politica.
Il no annunciato dei socialisti alla nomina di Raffaele Fitto, arrivato dopo l’audizione del ministro in Commissione lo scorso 12 novembre, ha messo in una posizione scomoda anche il Partito Democratico che in quanto delegazione più numerosa del gruppo dovrebbe votare contro il nome indicato dal proprio paese.
Al momento i democratici non hanno sciolto le riserve, ma ieri sono arrivate le dichiarazioni di sostegno del Presidente della Repubblica Mattarella che potrebbero rappresentare un assist per Schlein per ‘smarcarsi’ dai diktat europei.
Intanto tra maggioranza Meloni ed esponenti del Partito Democratico continua lo scambio di accuse reciproche.
Ora #Meloni basta con le favolette. Nel 2019 eri contro la nomina di #Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi. Oggi ci vuoi dire che bisogna votare Fitto senza se e senza ma perché altrimenti siamo contro l’interesse… pic.twitter.com/QN2By345J9
— Dario Nardella (@DarioNardella) November 13, 2024
La posizione di Raffaele Fitto resta comunque estremamente delicata e seppur improbabile una sua possibile ‘bocciatura’ da parte della Commissione potrebbe aprire diversi scenari, dal semplice ridimensionamento del suo ruolo a semplice commissario fino ad arrivare all’ipotesi più estrema che comporterebbe la necessità per il Governo italiano di nominare un nuovo commissario.
Inaccettabile. pic.twitter.com/fqY4QKjKBW
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) November 14, 2024