"Di dati in nostro possesso, possiamo dire che si tratta di un suicidio". Per la Procura dei minori di Caltanissetta non ci sono dubbi: Larimar Annaloro si è tolta la vita. Non sono stati riscontrate "lesioni etero indotte", ma gli elementi finora emersi sono assolutamente compatibili con un impiccamento. Una precisazione, quella del procuratore Rocco Cosentino, per fare chiarezza e fugare i dubbi dopo le ultime indiscrezioni emerse sul caso.
La famiglia della 15enne, infatti, non ha mai creduto a questa tesi. Secondo il consulente di parte sarebbero presenti delle "anomalie" che la Procura ha invece confutato tramite la conferenza stampa che si è tenuta oggi, martedì 26 novembre 2024. Presenti anche la dirigente della Squadra Mobile di Enna e del commissariato di Polizia.
Larimar Annaloro si è suicidata lo scorso 5 novembre nelle campagne di Malcristiano a Piazza Armerina, in provincia di Enna. Il suo corpo era stato trovato dalla madre: "Me l'hanno ammazzata" ha sempre sostenuto la donna.
Il patologo legale Giuseppe Bulla, consulente di parte dei familiari, aveva dichiarato qualche giorno fa:
Definendo comunque "interessanti" i primi riscontri sul cadavere della ragazza dopo l'autopsia. Il presunto suicidio era stato così definito "anomalo". Una definizione rigettata dal procuratore Cosentino. Gli accertamenti autoptici sono in corso, si attendono gli esiti previsti tra 90 giorni:
ha spiegato il magistrato. Intervenendo anche sui dettagli che hanno fatto ipotizzare un'altra verità rispetto al suicidio:
ha proseguito. Sulla camera trovata a soqquadro secondo la testimonianza della madre della ragazza, Cosentino ha invece affermato che le condizioni sarebbero compatibili "con la cameretta di una giovane di quell'età".
Inoltre la corda utilizzata per impiccarsi "era nella disponibilità della famiglia". Sono stati sequestrati anche altri oggetti dalla Polizia, come un cavo che deve essere analizzato.
ha dichiarato il procuratore.
Oltre che per istigazione al suicidio, la Procura sta indagando anche per diffusione di immagini illecite e detenzione di materiale pornografico. Una precisazione emersa sempre durante la conferenza stampa.
L'inchiesta è aperta contro ignoti: non c'è, al momento, nessun indagato. Ma l'elemento relativo alla pedopornografia conferma che, all'origine della decisione della 15enne di farla finita, potrebbero esserci chat e video intimi.
Sin dai primi istanti di questa triste vicenda si era pensato a un caso di bullismo e revenge porn. Larimar, infatti, si è impiccata il giorno in cui aveva avuto un'accesa discussione a scuola con un'altra ragazza. Un diverbio piuttosto acceso, avvenuto di fronte a diversi testimoni, in cui si era vociferato di un suo filmato "intimo" circolato in alcune chat.
Analisi sono state quindi disposte sui telefonini di otto compagni di scuola della ragazza. Secondo gli investigatori si sta verificando "una diffusione crescente di foto intime" da parte dei giovanissimi.
In conferenza stampa il procuratore ha parlato anche dei giovani sentiti per la morte della loro coetanea, evidenziando come abbiano raccontato "la loro verità". Cosentino ha però approfittato di questa occasione per lanciare un appello.
ha ribadito il magistrato.
Perizie grafologiche verranno effettuate sul bigliettino che Larimar avrebbe lasciato al fidanzato prima di morire. La polizia sarebbe riuscita ad acquisire anche il quaderno da cui la 15enne avrebbe strappato il pezzetto di foglio.
La psicologa Roberta Sacchi, intervistata da TAG24, ha spiegato perché, stando a quanto emerso e ribadito anche dal procuratore stamattina, il caso di Larimar debba essere trattato come un suicidio.
La madre di Larimar Annaloro, Johary, ha replicato a quanto comunicato dalla Procura.
Siamo convinti che si tratti di omicidio ma siamo contenti della collaborazione con la Procura per i minori di Caltanissetta che sta indagando a 360 gradi
ha detto la donna. Le sue parole sono state riportate da Ansa. I genitori e i fratelli della 15enne, infatti, non si arrendono:
Il post, pubblicato su Facebook, dalla mamma di Larimar