C'è una svolta nell'omicidio di Silvia Nowak, la donna di nazionalità tedesca trovata semi-carbonizzata tre giorni dopo la sua scomparsa da Ogliastro Marina, in Cilento, lo scorso ottobre. All'alba di questa mattina, 16 dicembre 2024, i carabinieri della compagnia di Agropoli hanno arrestato il compagno Kai Dausel, 62 anni. Il provvedimento è stato eseguito su disposizione della Procura di Vallo della Lucania, che coordina le indagini sul caso.
Il nome di Kai Dausel era stato iscritto nel registro degli indagati già lo scorso novembre, dopo una serie di indagini preliminari condotte dalla Procura di Vallo della Lucania. "È un atto dovuto, per permettergli di prendere parte agli accertamenti in corso", aveva dichiarato a Tag24 l'avvocato Felice Carbone, suo rappresentante legale.
Nella giornata di oggi, 16 dicembre 2024, è arrivata la svolta con l'arresto del 62enne nei pressi di Ortodonico, a Montecorice, dove si trovava in visita da alcuni amici. L'accusa nei suoi confronti è di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
Solo ieri, l'uomo aveva partecipato all'installazione, a Ogliastro Marina, di una panchina anti-violenza in memoria della compagna Silvia Nowak, trovata morta, con il corpo semi-carbonizzato, tra la fitta vegetazione di un terreno poco distante dalla loro abitazione lo scorso 18 ottobre.
Il 15 ottobre, tre giorni prima del ritrovamento, Dausel ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri, sostenendo che fosse uscita di casa e non avesse più fatto ritorno. Erano le 15:30 circa. "Kai è uscito tra le 17:30 e le 18:00, non prima. Ha dichiarato che stava dormendo e le telecamere non contraddicono la sua versione", aveva spiegato il suo legale a Tag24.
L'avvocato aveva inoltre sottolineato come l'elemento decisivo per la risoluzione del caso sarebbe stato l'esame autoptico, che avrebbe consentito di risalire all'esatto orario del decesso della 53enne. Sebbene la relazione completa non sia stata ancora depositata, secondo quanto ricostruito dal procuratore Antonio Cantarella durante la conferenza stampa indetta dopo l'arresto di Dausel, sarebbero emersi gravi indizi a suo carico.
Contro Dausel, sempre proclamatosi estraneo ai fatti, ci sarebbero, in particolare, prove "di tipo dichiarativo", informazioni di tipo documentale e scientifico e consulenze del Ris, che avrebbero identificato una traccia ematica sul paletto della recinzione della casa della coppia, suggerendo un ingresso e un'uscita da parte dell'aggressore.
Secondo il procuratore Cantarella, l'uomo avrebbe colpito la compagna con un oggetto contundente e tagliente (forse un martello) nel luogo "dove è stata trovata e nel giorno in cui è scomparsa", agendo senza l'aiuto di altre persone. Successivamente, avrebbe bruciato il corpo, sarebbe rientrato dal retro e avrebbe simulato una scomparsa.
Il tutto in un "atto impulsivo", dettato dai rapporti di coppia ormai deteriorati. Ad avere un peso, forse, anche la disponibilità finanziaria della donna. A riportarlo è il quotidiano locale Onda News, che cita inoltre i precedenti penali dell'uomo.
Nei primi anni Novanta, Dausel sarebbe stato indagato per danneggiamento di proprietà, furto e tentato furto. Nel 1999 sarebbe stato accusato di omicidio volontario, mentre nel 2014 sarebbe stato coinvolto in un caso di frode informatica. Il suo vero nome sarebbe Uwe Altman.
Le indagini proseguono, e ulteriori sviluppi sono attesi nei prossimi giorni, mentre Dausel resta in custodia cautelare.