Il suo destino, forse, era già segnato quando da ragazzino faceva impazzire Hugh Grant in "About a boy". Oggi, 22 anni dopo quel film, quel destino si è compiuto. Nicholas Hoult probabilmente ricorderà il 2024, infatti, come l'annata nella quale ha realizzato il sogno di tre carriere distinte: lavorare con un mostro sacro come Clint Eastwood; recitare nel remake di un classico come "Nosferatu", diretto da Robert Eggers, uno degli autori emergenti più brillanti di questa epoca; incarnare un'icona come Lex Luthor nel nuovo "Superman" di James Gunn.
La sua gavetta, del resto, l'ha fatta eccome. Da blockbuster come gli "X-Men" a pellicole d'autore come "La favorita" di Yorgos Lanthimos, passando per la serie britannica "Skins", Hoult ha mostrato negli anni di sapersi calare in registri cinematografici molto diversi tra loro. Se questo, da un lato, ha impedito che gli venissero attaccate le classiche etichette che Hollywood spesso attribuisce a molti attori suoi coetanei, dall'altro, proprio tale versatilità lo ha reso credibile per ruoli e autori anche molto distanti.
È proprio questa caratteristica di Hoult a venire confermata nell'annata che sta per concludersi. Un 2024 nel quale ha prima fronteggiato i dilemmi morali del film di Eastwood per poi sostenere la tragedia di un uomo costretto a fare i conti con un'antichissima incarnazione del Male, fino dare nuove sfumature a un villain tra i più noti della cultura pop.
L'inizio di questa marcia trionfale per Nicholas Hoult è con un maestro del calibro di Clint Eastwood. Un nome che a Hollywood incute rispetto, e non solo per i suoi 94 anni. Per un attore di 35 anni come lui, significa lavorare con un regista che porta le stigmate di un rigore di altri tempi nelle storie che porta da sempre sullo schermo, che indagano il profondo dello spirito americano.
E "Giurato numero 2" non fa eccezione, con la vicenda di Justin Kemp, padre di famiglia con un passato di alcolismo ma dalla vita regolare e integerrima che, chiamato a far parte di una giuria che dovrà giudicare un caso di omicidio, si scopre coinvolto più di quanto possa ammettere nella vicenda.
Un dilemma morale che, come sempre nel cinema di Eastwood, ne sottende un altro politico che chiama in causa l'intera nazione e i valori su cui è edificata. Hoult si fa carico di un personaggio costretto a chiedersi cosa sia disposto a sacrificare in nome di verità e giustizia e mostra il peso della sua agonia di fronte a un simile dubbio etico.
Una performance esaltata dal regista che si è detto "impressionato" da come l'attore ha guidato il cast. Dal canto suo, Hoult, in un'intervista a People, è rimasto colpito da quanto Eastwood "si fidi del suo pubblico e rispetti la sua intelligenza per far respirare una storia", dicendosi "molto fortunato a passare del tempo con lui e a lavorare con lui".
Da un maestro del cinema a un regista che, negli ultimi anni, ha dimostrato di poterlo diventare. Arriverà nelle sale USA il 25 dicembre 2024 (in Italia dovremo aspettare il 1 gennaio 2025) "Nosferatu", nuova versione del capolavoro del 1922 di Friedrich Wilhelm Murnau a opera di Robert Eggers.
Nella rilettura del "Dracula" di Bram Stoker sul conte vampiro che risveglia l'orrore nascosto dall'Occidente sotto la patina della sua illusoria civilizzazione, Hoult interpreta Thomas Hutter che, con sua moglie Ellen (Lily-Rose Depp), diventa il primo obiettivo della minaccia a tutto ciò che è sacro rappresentata dal Conte Orlok (Bill Skarsgård). Un'unione troppo casta e pura per non attirare i desideri crudeli e animaleschi della creatura della notte.
L'attore, intervistato da Deadline, ritiene che Thomas sia "talmente buono" da non aver "mai lasciato entrare l'oscurità nella sua vita o nelle sue passioni". La stessa carica sessuale che il mostro porta con sé è da lui respinta come abietta. Un uomo puro, quindi, al quale Hoult conferisce tutta la disperazione e l'angoscia del trovarsi al cospetto di un Male assurdo e per lui inconcepibile in un'interpretazione lodata dalla critica, che vede la pellicola addirittura come possibile outsider ai prossimi Oscar.
"Un'incredibile carica emotiva e naturalistica" è la principale qualità che Robert Eggers attribuisce al suo protagonista nella stessa intervista, sottolineando inoltre di aver scelto Hoult dopo averlo visto ne "La favorita" di Yorgos Lanthimos.
Justin Kemp di "Giurato numero 2" e Thomas Utter di "Nosferatu" sono, in definitiva, due uomini onesti piagati da un tormento che li schiaccia. Da questi, Nicholas Hoult compie quella che potrebbe essere definita una completa "conversione morale" trasformandosi in uno dei cattivi più feroci del mondo dei fumetti.
L'attore sarà, infatti, Lex Luthor nel "Superman" diretto da James Gunn, che ha già anticipato come la nuova versione del personaggio sarà la più cattiva tra quelle che l'hanno preceduta sul grande schermo.
Dal canto suo, Hoult ha dichiarato a Comic book resources di ritenere che sia Michael Rosenbaum della serie tv "Smalville" il miglior Lex Luthor, aggiungendo però che farà del suo meglio per far sì che il pubblico "senta quanto il suo Lex è pericoloso".
L'attore, poi, ha citato le fonti di ispirazione che gli sono state utili per sviluppare la sua incarnazione del personaggio:
Dalla bontà più pura, dunque, al male più spietato. Che due estremi emotivi di questo genere siano espressi dal medesimo sguardo glaciale, dà l'idea del talento di un attore come Nicholas Hoult e del perché Hollywood stia puntando così tanto su di lui.