Difficile mettere d'accordo tutti. Specialmente quando si tratta di film dell'orrore, genere divisivo per eccellenza. Una verità con cui sta facendo i conti in questi giorni Robert Eggers, che vede il suo ultimo film "Nosferatu" osannato dalla critica ma accolto con qualche dubbio da una parte del pubblico.
Alcuni spettatori hanno evidenziato l'eccessiva lentezza della pellicola e le pretese artistiche di Eggers che, secondo loro, avrebbero rovinato il racconto della storia. Valutazioni pesanti, dunque, che pur non rappresentando la maggioranza delle opinioni del pubblico, denunciano alcuni problemi del film soprattutto nel confronto con la fonte letteraria (il "Dracula" di Bram Stoker) e con gli adattamenti cinematografici che lo hanno preceduto.
Parallelismi inevitabili, quando si vanno a toccare una storia e un personaggio tanto iconici. Riuscire a trovare un equilibrio tra la nuova sensibilità di un autore e quegli elementi del Mito del vampiro che il pubblico già conosce non è semplice. Specialmente se dietro la macchina da presa c'è un regista con una visione forte come Eggers che, infatti, ha apportato differenze sostanziali al suo Conte Orlok.
La storia, dunque, si ripete. In questo caso, una storia vecchia quanto il cinema stesso, con la distanza tra i giudizi su un film da parte della critica e quelli degli spettatori.
C'è da dire che, nel caso del "Nosferatu" di Robert Eggers, questa distanza non è così netta dopo i primi commenti del pubblico alla pellicola, uscita negli USA il giorno di Natale (in Italia dovremo aspettare il 1 gennaio 2025).
Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, infatti, la nuova versione del classico horror del 1922 diretto da Friedrich Wilhelm Murnau ottiene, al momento, un ottimo 86% di valutazioni positive per quanto riguarda le recensioni della stampa e un più che discreto 76% per quelle del pubblico.
Nella media, dunque, un giudizio piuttosto positivo con la critica che arriva a definire il film di Eggers il miglior horror del 2024. Tuttavia, il punteggio medio dei giudizi del pubblico è il più basso rispetto agli altri adattamenti del racconto gotico sulla figura del Conte vampiro. I punteggi di "Nosferatu il vampiro" di Murnau e "Nosferatu, il principe della notte" (1979) di Werner Herzog sono, infatti, più alti raggiungendo rispettivamente l'87% e l'83%.
Inoltre, se si leggono con attenzione le recensioni più negative tra le oltre 2mila 500 postate dagli spettatori, emergono problemi che alcuni spettatori hanno fatto davvero fatica a digerire nella versione di Eggers.
In primo luogo, l'estrema lentezza della pellicola a fronte di un notevole aspetto visivo. L'utente Gretchen C. parla, a questo proposito di "film bellissimo ma noioso" mentre un altro anonimo sostiene che sia "noioso e poco ispirato" al punto che lui e sua moglie stavano "per uscire dal film a metà". Un altro di nome Connor definisce, poi, la trama "debole e priva di sostanza, con un climax finale deludente".
Alcuni spettatori indugiano nel confronto con gli altri film dedicati alla figura di Dracula per denunciare le mancanze di questo "Nosferatu". Kenneth P., ad esempio, dice senza mezzi termini che quello di Eggers "potrebbe essere il peggior film su Dracula mai realizzato". Altrettanto impietosi sono i commenti di Sandy e Shelly, che invitano gli spettatori a non andarlo a vedere e a preferirgli "Bram Stoker's Dracula" (1992) di Francis Ford Coppola "per ripulire gli occhi da questa mostruosità".
Il problema, per molti, sembra essere proprio l'impronta personale che Robert Eggers ha voluto imprimere a questa storia vecchia più di un secolo. Gli utenti Edgar C., Mikayla D., Ana e Julissa A. sottolineano, infatti, come siano state le scelte del regista e la sua vena d'autore a rovinare il potenziale enorme della storia, tra gratuite scene di sesso e un tono eccessivamente melodrammatico.
Tuttavia, proprio la capacità di un regista di imprimere una visione nuova su un racconto già noto è il motivo alla base di ogni rifacimento. Un contributo anche necessario, in virtù del cambiamento delle sensibilità e dell'immaginario intorno ai temi che quelle storie sollevano.
E anche nei riguardi della figura del vampiro e del Conte Dracula, Eggers dimostra di avere le idee chiare sui cambiamenti e le differenze da far risaltare nel suo film.
In particolare, per quanto riguarda il ruolo della protagonista Ellen Hutter, interpretata da Lily-Rose Depp, nella sua relazione con il Conte Orlok di Bill Skarsgard.
In un'intervista concessa al Time, il regista individua proprio nel legame tra i due, di natura psicologica e sessuale allo stesso tempo, il principale elemento di distanza tra il suo film e gli altri che lo hanno preceduto.
Eggers definisce Ellen "un'outsider" del suo tempo, dotata di una sensibilità che la mette in contatto con un mondo ultraterreno rendendola, però, un'incompresa nella società del 19° secolo. Un destino comune a molte altre donne dell'epoca che trova la sua corrispondenza nelle lotte odierne per un maggior riconoscimento delle istanze femminili.
Orlok, in un certo senso, è l'unico che la comprende intimamente e, per questo, la desidera, aprendole un mondo di desiderio e tentazioni erotiche che non fa che aumentare la sua condizione di emarginata. Proprio questo, però, la rende l'eroina della storia di Eggers che non ha bisogno, al contrario della Mina Harker del romanzo di Stoker, di uomini che la proteggano.
Le considerazioni di Eggers sulla figura di Ellen si accompagnano alla sua personale visione della sua controparte sullo schermo, il Conte vampiro interpretato da Bill Skarsgard.
Non una figura aristocratica come il Dracula di Bela Lugosi (nel film di Tod Browning del 1931) e di Christopher Lee (in quello di Terence Fisher del 1959), o malinconica come quello di Klaus Kinski nel film di Herzog oppure, infine, romantica come il Gary Oldman del film di Coppola. Per il suo film, Eggers voleva un vero mostro, crudele e animalesco.
Messo da parte l'Edward Cullen di Robert Pattinson in "Twilight", l'intenzione dell'autore statunitense è di restituire al Conte Orlok la sua natura di cadavere putrescente e demoniaco, tipica delle descrizioni presenti nel folklore dell'Europa dell'Est da cui essa si origina.
Tutte considerazioni che portano alla differenza più evidente rispetto ai vampiri che lo hanno preceduto sul grande schermo: i baffi che adornano il volto di Orlok. Intervistato da Variety, Eggers spiega come questa novità derivi direttamente dal contesto balcanico, come testimonia lo stesso Conte Vlad, ispiratore del romanzo di Stoker.
Le analisi del regista confermano, insomma, la sua ossessione per il personaggio di Dracula e per il suo "Nosferatu". Una meticolosa attenzione ai dettagli si accompagna a una precisa idea di come portare questa storia sul grande schermo nel 21° secolo, legate dall'ambizione di riuscire ad aggiornare un Mito le cui radici affondano in un tempo remoto.
Una simile visione può non piacere, ovviamente. Ma sembrano fuori luogo quelle critiche di chi contesta a Eggers proprio quell'approccio coraggioso e innovativo che una pellicola del genere richiede e di cui ha bisogno per poter parlare a un'epoca e a un pubblico nuovi.