16 Jan, 2025 - 12:56

Rai e Corte Costituzionale, niente accordo nella maggioranza e le opposizioni attaccano: "Umiliato il Parlamento"

Rai e Corte Costituzionale, niente accordo nella maggioranza e le opposizioni attaccano: "Umiliato il Parlamento"

Tutto bloccato, non si vede la fine di uno stallo che il Movimento 5Stelle è tornato a denunciare come un'umiliazione per il Parlamento e la democrazia italiane. Le nomine che la maggioranza di centrodestra dovrebbe decidere per i quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale e l'assenza alla riunione di oggi 16 gennaio 2025 in Vigilanza Rai hanno allarmato i pentastellati e fatto sorgere dubbi su se si possa trovare un punto d'incontro.

A intervenire nelle discussioni non sono soltanto le opposizioni, ma anche gli stessi partiti al governo: Lega e Fratelli d'Italia hanno posto il loro veto, più o meno esplicito ai nomi scelti da Forza Italia come giudici costituzionali, provocando a loro volta la reazione stizzita dei forzisti. Il 23 gennaio 2025 alle 11 si potrà sapere se lo stallo continuerà o meno.

Anche la nomina del nuovo presidente della Rai, ferma nella commissione Vigilanza, è ostaggio da mesi delle ripicche e dinieghi da parte dei partiti di centrodestra e centrosinistra. L'assenza odierna della maggioranza non è passata inosservata, con la presidente Barbara Floridia che ha annunciato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per denunciare la situazione.

La maggioranza non si presenta in Vigilanza Rai

Un ingorgo di nomine che il tempo ha ingarbugliato solo, invece che risolvere per la soddisfazione di tutte le parti in causa. Corte Costituzionale e presidenza della Rai sono due temi che il governo sta faticando negli ultimi mesi a gestire, trascinandosi con la speranza di trovare un giorno una soluzione.

A fare rumore oggi 16 gennaio 2024 è l'assenza delle forze di maggioranza in commissione Vigilanza Rai, la cui riunione era stata indetta per votare il calendario degli eventi successivi. Erano presenti soltanto gli esponenti delle opposizioni, da Angelo Bonelli di AVS a Maria Elena Boschi di Italia Viva, da Ouidad Bakkali del Partito Democratico a Dolores Bevilacqua del Movimento 5Stelle.

Gli esponenti M5S in commissione di vigilanza Rai hanno diramato una nota non appena resisi conto che la mancanza del numero legale avrebbe reso inutile il voto sul calendario. I toni sono estremamente duri e imputano alla maggioranza il disinteresse verso un'azienda, come la Rai, che dovrebbe funzionare in ogni sua parte per garantire la pluralità dell'informazione:

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Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, seduta dopo seduta, in commissione di vigilanza si sta perpetrando l'umiliazione del parlamento, delle opposizioni e dello stesso servizio pubblico ad opera di questa maggioranza. Anche oggi hanno disertato la seduta: fino a quando durerà questo teatrino indegno?

Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia disertano da tempo la Vigilanza Rai a causa del timore che Simona Agnes, candidata unica alla presidenza dell'ente televisivo nazionale, non abbia il placet anche delle opposizioni. Sarebbe un pessimo segnale, oltreché un ennesimo problema da affrontare, vedere l'unico nome disponibile essere "impallinato" dai veti altrui:

I rappresentanti pentastellati in Vigilanza Rai hanno poi applaudito la decisione della presidente Barbara Floridia di indirizzare una lettera a Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, presidenti di Senato e Camera, per denunciare un grave problema: senza la maggioranza non si può procedere con quella riforma della Rai promessa dalla stessa Floridia e che servirebbe ad adeguarsi anche all'European Media Freedom Act deciso dal Parlamento Europeo nel marzo 2024.

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Bene ha fatto la presidente Floridia ad annunciare una lettera ai presidenti di Camera e Senato, perché una cosa è certa: così non si può andare avanti. Così come è fondamentale accelerare i lavori sulla riforma in commissione 8 al Senato dove si registra, anche lì, un inspiegabile stallo.

Quando si voterà per i giudici della Corte Costituzionale?

Parlando di veti incrociati, non si possono citare quelli che agitano la stessa maggioranza. A dispetto delle dichiarazioni espresse in questi giorni da diversi esponenti di Forza Italia, come Maurizio Gasparri o Antonio Tajani, è il nervosismo dei forzisti ad aver bloccato quello schema di spartizione che maggioranza e opposizione avevano trovato per i quattro giudici costituzionali.

Tajani ha voluto fino all'ultimo secondo nascondere il secondo nome che spetta alla maggioranza, essendo stato il primo deciso da Fratelli d'Italia nella persona di Francesco Saverio Marini: potrebbe essere Pierantonio Zanettin, così come Andrea Di Porto o Francesco Paolo Sisto, tutti più o meno legati alla famiglia Berlusconi.

La premier Meloni non avrebbe però gradito l'idea di spostare due parlamentari in Corte Costituzionale, così come la possibilità di scegliere una persona che è stata avvocato di Silvio Berlusconi. Il risultato però è sempre lo stesso: il 20 gennaio i giudici costituzionali, nella quantità di 11, dovrebbero riunirsi per decidere sull’ammissibilità dei referendum sull’autonomia differenziata, sul jobs act e sulla legge sulla cittadinanza.

Unidici è il numero minimo legale per poter deliberare, ma è possibile che un qualunque impedimento blocchi i lavori della Corte Costituzionale. Il 20 è l'ultimo giorno utile per la delibera: la speranza di risolvere prima l'impasse all'interno della stessa maggioranza è quindi venuta a mancare, trovando forse un accordo per il 23 gennaio alle ore 11.

In quella data potrebbe riunirsi ancora una volta il Parlamento, ma è innegabile che se non si trova prima un accordo fra FdI, FI e Lega non c'è possibilità di riuscita.

Giovanni Donzelli, responsabile dell'organizzazione per i meloniani, afferma a tal proposito:

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Non è una maggioranza semplice quella che serve in Parlamento per eleggere la Corte Costituzionale: visto che stiamo cercando soluzioni qualsiasi polemica non aiuta a trovare una soluzione, quindi mi astengo da qualsiasi polemica. Sommessamente noto che Fratelli d'Italia da tempo ha le idee chiare su chi nominare...

Il M5S contro la maggioranza: "Umilia il Parlamento"

La situazione, da quanto si può vedere, è decisamente complessa e non risolvibile nell'immediato. L'interesse della maggioranza di avere accordi blindati in ogni sede rende ancora più intensa la "contrattazione" fra le parti in causa: è ipotizzabile a questo punto che le nomine per diverse figure importanti in Rai (come la presidenza) e per i giudici costituzionali siano inserite in un unico grande accordo.

Non è, questo, uno scenario che fa piacere alle opposizioni. L'idea di dover accettare obtorto collo una serie di nomine calate quasi dall'alto non permette alcun tipo di dibattito, venendo a mancare anche quello proprio del Parlamento.

I rappresentanti in Vigilanza Rai del M5S hanno denunciato una vera e propria umiliazione del Parlamento, che deve restare in attesa di ratificare accordi arrivati dalle segreterie dei vari partiti. Ad attendere risposte non sono soltanto i dipendenti della Rai, ma anche tutti quei cittadini e cittadine che chiedono un cambio di passo.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Il Movimento 5 Stelle denuncia l'impasse nelle nomine per la Corte Costituzionale e la presidenza della Rai, che sono ostaggio di veti incrociati tra i partiti di maggioranza, causando il blocco delle attività e l'incapacità di trovare un accordo.

  • La maggioranza di centrodestra non si presenta alla riunione della commissione Vigilanza Rai, lasciando solo le opposizioni e alimentando le accuse di disinteresse e paralisi politica. Il M5S critica duramente il disinteresse per il servizio pubblico.

  • La presidente della commissione, Barbara Floridia, denuncia la situazione con una lettera ai presidenti di Camera e Senato, esprimendo preoccupazione per l'impasse che impedisce il necessario aggiornamento della Rai, soprattutto in vista delle normative europee sulla libertà dei media.

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Pasquale Narciso
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