Con Rachele Guidi, Benito Mussolini condivise quarant’anni di matrimonio. Per lei, quell’anello al dito rappresentava un legame incrollabile, sempre rivendicato, sia durante che dopo la loro unione. Perché il Duce era il suo uomo, come lei stessa dichiarò nel titolo del libro che scrisse. E non mancava occasione per sottolineare che Mussolini fosse suo, esclusivamente suo. Anche se, in realtà, lui frequentava altre donne molto più spesso di quanto si potesse immaginare. Non tutte però lasciavano il segno. Alcune si trasformavano in semplici amiche dopo essere state amanti, mentre altre venivano allontanate con l’uso del potere.
Molte donne segnarono la vita del Duce, tra passaggi fugaci e amori intensi. Tra queste, Bianca Ceccato, che fu la segretaria di Mussolini quando lui dirigeva il giornale "Il popolo d'Italia".
Ancora oggi non è possibile stabilire se Glauco fosse effettivamente figlio di Mussolini, il quale non l'ha mai riconosciuto.
Secondo quanto riportato dal portale ICharta, Glauco di Salle è nato a Milano nel 1920 e morto nel 2000. E' stato un drammaturgo e autore teatrale italiano. Svolse diverse occupazioni nel corso della sua vita: fu venditore di impermeabili, traduttore, revisore di tesi universitarie, giornalista e, in seguito, dirigente presso Mondadori Press, dove rimase fino al 1976.
La sua carriera teatrale ebbe inizio con la commedia "Cinque anni di sogno", a cui seguirono circa trenta opere drammatiche, apprezzate anche a livello internazionale grazie alla loro diffusione tramite la radio del Canton Ticino. Di Salle si spense nella sua città natale nel 2000.
Molte altre donne segnarono la vita di Mussolini, tra passaggi fugaci e amori intensi. Tuttavia, al suo fianco rimase sempre Rachele, la moglie legittima. Lei lo perdonava, salvo poi sfogare la propria rabbia e gelosia sulle rivali. Le cronache dell’epoca narrano di scenate clamorose che trasformavano i drammi del ventennio fascista in episodi degni di una soap opera.
Eppure, Rachele restò sempre la moglie, madre dei 5 figli riconosciuti da Mussolini (Edda, Vittorio, Bruno, Romano e Anna Maria). Solo loro potevano vivere apertamente come una famiglia, diversamente dai figli illegittimi, lasciati nell’ombra. Come Elena Curti, che pur non essendo mai stata riconosciuta ufficialmente, ebbe “l’onore” di stare accanto al padre. Oppure Benito Albino, riconosciuto ma poi abbandonato e persino condannato dallo stesso Mussolini.
Elena Curti, figlia naturale di Mussolini, raccontò la propria storia nel libro "Il chiodo a tre punte", una testimonianza che ha lasciato al mondo prima di spegnersi a 99 anni. Sebbene Mussolini non la riconobbe mai, il segreto fu mantenuto a lungo dalla madre, Angela Cucciati, una sarta milanese.
Angela si innamorò del Duce nel 1921, quando lui dirigeva il Popolo d’Italia. Fu lei a cercarlo, inizialmente per chiedergli di liberare suo marito, incarcerato per ragioni politiche. Da quell’incontro nacque una passione travolgente e, successivamente, Elena. La ragazza scoprì l’identità del padre a 18 anni, quando la madre le rivelò tutto. Conobbe Mussolini e, secondo la storia, divennero molto vicini, incontrandosi regolarmente durante i giorni della Repubblica di Salò. Elena fu arrestata accanto al padre nel blindato che doveva condurlo alla fuga e trascorse cinque mesi in prigione.
Un’altra figura rilevante fu Ida Dalser, amante che Mussolini cercò di cancellare dalla sua vita e dalla società. Ida era una donna determinata, che lottò strenuamente per ottenere il riconoscimento del figlio avuto con lui, Benito Albino. Le sue battaglie, spesso drammatiche e pubbliche, offrirono al Duce il pretesto per dichiararla folle e farla internare in manicomio. Sebbene Mussolini riconobbe il bambino, quella vittoria si rivelò una condanna: Ida finì i suoi giorni in un istituto psichiatrico, e Benito Albino seguì un destino simile, rinchiuso fino alla morte.
Tra le altre relazioni di Mussolini, emergono figure come Gigia Pajetta Nigris, dalla quale sarebbe nato Candido Nigris, secondogenito mai confermato. La stessa Margherita Sarfatti menzionò questa relazione, anche se i dettagli restano avvolti nel mistero. C’è poi Vanna Borgo, nata dalla pianista francese Magda Brard, con cui Mussolini mantenne contatti fino alla fine.