Gli studenti bocciano la riforma della scuola portata avanti dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Le Nuove indicazioni nazionali annunciate dal titolare del dicastero nella giornata di ieri, 16 gennaio 2025, apportano importanti cambiamenti all'interno dei programmi delle scuole elementari e medie. Nelle nuove indicazioni nazionali sono previste novità che entreranno in vigore dall'anno scolastico 20262027. Destano molte polemiche l'introduzione della Bibbia nei programmi delle scuole elementari e l'eliminazione della geostoria.
La riforma, elaborata insieme a un comitato di esperti scelti dal ministero dell'Istruzione, è stata contestata a poche ore dal suo annuncio dal sindacato studentesco Unione degli Studenti. Il coordinatore nazionale Tommaso Martelli ha parlato a Tag24 delle criticità all'interno delle nuove indicazioni e di cosa avrebbe realmente bisogno la scuola pubblica in Italia, a partire da maggiori fondi.
Lo scorso anno si è chiuso con molte proteste nei confronti di Valditara. Il ministro era accusato, assieme al governo Meloni, di aver messo in atto tagli per la scuola pubblica con la legge di bilancio approvata a dicembre. Il 15 novembre, il titolare del dicastero è stato contestato ed è stato messo - assieme ad altri ministri - sotto scorta per alcuni giorni.
Latino curriculare alle scuole medie, uno studio più approfondito della Bibbia e della storia dei popoli italici, maggiore attenzione all'educazione musicale a partire dalle elementari e l'eliminazione della geostoria dai programmi di studio. Per grandi linee questa è la riforma voluta dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che comporterebbe, dall'anno scolastico 20262027, importanti cambiamenti nei programmi di studio.
Le Nuove indicazioni nazionali non sono però esenti da polemiche. Ieri, qualche ora dopo l'intervista del ministro al quotidiano Il Giornale, è stato pubblicato un comunicato stampa da parte del sindacato studentesco Uds all'interno del quale era possibile leggere critiche alla riforma.
"Di questa riforma" spiega in esclusiva a Tag24 il coordinatore nazionale di Unione degli studenti, Tommaso Martelli "contestiamo tutto a partire dalla formulazione: non ci sono associazioni o sindacati che sono stati consultati per elaborarla, andando poi nel merito della riforma ci sono diversi punti critici come l'introduzione dello studio della Bibbia che ricorda un passato reazionario".
Il sindacato contesta anche la scelta di abolire la geostoria: "I programmi andavano rivisti ma non in questo modo, si va a insegnare la storia con un approccio nazionalista e troppo concentrato sulla cultura occidentale". Il coordinatore nazionale di Uds spiega: "Non si capisce se questa sia una riforma per la scuola o serva ad affermare determinate scelte politiche, lo si vede nell'approccio della riforma sull'insegnamento delle ideologie che sono necessarie per comprendere l'attualità".
Quello comunicato ieri da Valditara è il terzo importante provvedimento nel giro di pochi mesi per la scuola italiana dopo le riforme sul voto in condotta e sul modello 4+2 per l'istruzione tecnica e professionale. Cambiamenti che non soddisfano le richieste di studenti e docenti, secondo il coordinatore nazionale di Unione degli Studenti: "C'è esigenza di fondi" dice Martelli "la finanziaria ha portato tagli alla scuola con ripercussioni sul personale Ata e sui docenti".
L'assenza di fondi è riscontrabile anche nelle richieste avanzate da molti studenti in tutto il Paese nelle ultime settimane. Gli alunni di tante scuole stanno protestando per svariati motivi: assenza di termosifoni, edilizia scolastica fatiscente e problemi infrastrutturali. "Servono fondi per l'edilizia, per il personale scolastico e per il diritto allo studio" insiste Martelli.
Di recente, il quotidiano Il Messaggero ha sottolineato gli effetti del calo demografico nelle scuole italiane e l'emergenza dei "banchi vuoti" a partire già da quest'anno. L'assenza di studenti, secondo il coordinatore nazionale di Uds, è legata anche al mancato stanziamento di fondi: "La dispersione è ancora troppo alta e l'inflazione ha portato ad un aumento del 20% dei costi del materiale scolastico...quali misure sono state messe in atto dal ministro?".
"Le riforme di Valditara" prosegue Martelli "non prevedono l'assegnazione di fondi per la scuola". Secondo il coordinatore nazionale del sindacato studentesco è necessario apportare cambiamenti anche al modello didattico: "Bisogna andare oltre il voto numerico" spiega "non c'è necessità di promuovere modelli autoritari, la riforma della condotta non permette di istaurare un rapporto virtuoso all'interno delle classi".
Serve poi, spiega Martelli, un minore accentramento dei poteri verso i presidi e maggiore spazio per la rappresentanza: "Le scuola devono essere anche palestre per la democrazia e per lo sviluppo del pensiero critico e non luoghi dove si crea solo forza lavoro".
Sono passati ormai due mesi dal 15 novembre 2024, data in cui ci sono state imponenti manifestazioni in tutta Italia contro i tagli all'istruzione e alla ricerca. Le parti sociali del mondo della scuola hanno chiesto più volte di confrontarsi con il ministro Valditara ma dal civico 76 di viale Trastevere non sono mai arrivati inviti o risposte concrete nonostante i numerosi solleciti. "Eravamo rimasti sotto al ministero fino a ora di pranzo lo scorso 15 novembre" ricorda Martelli "ma Valditara non ci ha voluti ricevere".
Non è sempre stato così, sottolinea il coordinatore nazionale di Uds, dato che in passato altri ministri hanno cercato sempre il dialogo con le parti sociali: "Ci sono stati confronti con Bianchi, Azzolina e Fioramonti, ma negli ultimi due anni no" spiega Martelli a Tag24 "abbiamo inviato numerose richieste senza ricevere risposte".
L'ultimo rifiuto risale a questa mattina quando dopo una contestazione a Lecce - dove si trovava il ministro - gli esponenti del sindacato hanno chiesto di parlare con Valditara: "Ci è stato detto di consegnare un foglio al delegato stampa senza possibilità di incontro, c'è un'assenza di confronto alla quale cerchiamo di far fronte con la mobilitazione".
Contenuti della riforma Valditara: La riforma scolastica prevede l'introduzione del latino alle medie, maggiore spazio alla Bibbia e alla storia dei popoli italici, l'eliminazione della geostoria e un'attenzione accresciuta alla musica nelle scuole elementari. Queste modifiche entreranno in vigore dall'anno scolastico 2026/2027.
Critiche e contestazioni: L'Unione degli Studenti (Uds) critica la riforma per l'approccio ideologico e l'assenza di confronto con sindacati e associazioni. Contesta, inoltre, il focus nazionalista, il mancato rinnovamento della didattica e la mancanza di fondi per migliorare strutture e condizioni scolastiche.
Assenza di dialogo: Il ministro Valditara è accusato di evitare il confronto con le parti sociali, una prassi che, secondo Uds, era stata mantenuta dai precedenti ministri. La protesta contro i tagli all'istruzione e il mancato dialogo continuano, con manifestazioni e richieste di cambiamenti strutturali.