È arrivata nella tarda mattina di oggi, giovedì 16 gennaio 2025, la conferma da parte del Ministro degli Esteri Antonio Tajani della detenzione in un carcere venezuelano del cooperante italiano Alberto Trentini.
Il Governo italiano, tramite l’incaricato d’affari presso l’ambasciata italiana in Venezuela, ha inoltrato ufficialmente la richiesta di una visita consolare in carcere per accertarsi delle condizioni di salute e di detenzione del giovane.
Alberto Trentini è stato fermato dalle autorità venezuelane il 15 novembre 2024, giorno in cui si sono interrotte tutte le comunicazioni con la famiglia. Dal giorno del suo arresto nessuno sarebbe riuscito a mettersi in contatto con il 45enne, neppure l'ambasciatore italiano in Venezuela. Secondo quanto dichiarato da fonti ufficiali della Farnesina, sarebbero otto gli italo-venezuelani detenuti per motivi politici nel paese sudamericano e anche per loro il Governo italiano ha chiesto la scarcerazione.
Il Ministro degli Esteri ha chiesto discrezione e moderazione per non complicare le difficilissime trattative diplomatiche in un paese sempre più in bilico dopo la contestata rielezione del presidente uscente Nicolás Maduro. Il mancato riconoscimento della vittoria elettorale da parte di molti governi europei, compreso quello italiano, rappresenta un grave ostacolo nelle trattative per la liberazione di Trentini.
Il ministro Tajani, nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina, ha fornito gli ultimi aggiornamenti sul caso del cooperante italiano.
ha dichiarato Tajani.
Il Governo italiano ha chiesto garanzie sul rispetto dei diritti del 45enne cooperante italiano e ha ribadito la richiesta di una visita consolare in carcere per poterne verificare le condizioni di detenzione e lo stato di salute.
Da circa due mesi, infatti, dal giorno dell’arresto non si hanno notizie sulla sua sorte.
ha concluso Tajani.
Il Ministro degli Esteri ha ricordato i casi di Cecilia Sala e Alessia Piperno, entrambe arbitrariamente detenute in Iran e liberate attraverso delicate trattative diplomatiche.
Il capo della diplomazia italiana ha auspicato per il caso del cooperante veneto la stessa discrezione e moderazione che hanno consentito la liberazione nei giorni scorsi della giornalista e nel 2022 della blogger romana.
“Il modello Sala”, ovvero trattative riservate e poco clamore mediatico per evitare di compromettere gli sforzi della diplomazia. Cecilia Sala fu arrestata il 19 dicembre 2024 e portata nel carcere di Evin a Teheran, dove è rimasta per 21 giorni in condizioni estremamente dure. L’arresto della giovane giornalista sarebbe stata una ritorsione del governo di Teheran per l’arresto da parte dell’Italia, su richiesta del governo americano, dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini. Una tesi mai ufficialmente confermata.
Tajani ha spiegato in conferenza stampa che l'Italia sta lavorando in tutti i modi per venire a capo della situazione,
ha aggiunto.
Alberto Trentini, originario di Lido di Venezia, al momento dell’arresto si trovava a Caracas da poche settimane in missione con la Ong Humanity and Inclusion per portare aiuti umanitari a persone con disabilità.
Non si conoscono le ragioni ufficiali che hanno portato al suo arresto, ma, come per Cecilia Sala, l’ipotesi di una ritorsione per la posizione del nostro paese nei confronti del governo Maduro non sarebbe completamente da escludere.
I rischi per la sicurezza connessi alla difficile situazione politica del Venezuela e la possibilità di ‘arresti arbitrari’ sono evidenziati anche dalle linee guida della Farnesina, dove si legge:
“In relazione alla situazione di sicurezza e al perdurante rischio di arresti arbitrari, si sconsigliano i viaggi, eccetto che per ragioni di assoluta necessità. Si invitano i connazionali a prestare la massima prudenza, ad evitare spostamenti nelle zone vicino alle frontiere e a mantenersi informati, attraverso i media locali.”
Il caso di Alberto Trentini è inevitabilmente al centro del dibattito politico. Il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, si è unito alla richiesta di discrezione del ministro Tajani, sottolineando la difficile situazione politica nel paese.
ha detto Donzelli.
Il leader di Avs, Angelo Bonelli, ha detto di aver sollecitato l’intervento del ministro degli Esteri:
ha dichiarato Bonelli, in riferimento anche alla vicenda di Pakhshan Azizi, condannata all’impiccagione dal regime di Teheran.
Caso #Trentini, la politica italiana si mobilita per il destino del cooperante italiano detenuto in #Venezuela.
— Tag24 (@Tag24news) January 16, 2025
Bonelli (AVS): "Sollecitiamo un intervento forte e deciso del #GovernoMeloni".
Donzelli (FdI): "Discrezione è fondamentale".#Farnesina #Tajani pic.twitter.com/Xj9C84WGQb