Un bestseller tradotto in chissà quante lingue e vincitore di importanti premi letterari non può rimanere troppo a lungo lontano dal grande schermo. È una regola non scritta del mondo dello spettacolo, soprattutto quello contemporaneo dove le case di produzione sono alla continua ricerca di idee dal sicuro successo per i loro film.
Legge alla quale non può di certo sfuggire "Cambiare l'acqua ai fiori", romanzo del 2018 di Valérie Perrin diventato un vero e proprio caso letterario e di cui è stato annunciato oggi, 16 gennaio 2025, l'adattamento cinematografico. Accantonata, dunque, l'idea della serie tv, la cui produzione era stata resa nota ormai alcuni anni fa.
A dirigerlo sarà Jean-Pierre Jeunet, regista francese in cerca di riscatto dopo il successo travolgente de "Il favoloso mondo di Amélie". Dopo quell'exploit, infatti, l'autore non è riuscito a ripetersi, tra successi parziali e veri e propri flop.
Dirigere la versione cinematografica del romanzo di Valérie Perrin potrebbe sembrare quasi un "gol a porta vuota" per chiunque si sieda dietro la macchina da presa. "Cambiare l'acqua ai fiori" è stato infatti tradotto in 28 Paesi, vendendo oltre due milioni di copie solo in Francia e in Italia e conquistando il Prix Maison de la Presse e il Prix des Lecteurs du Livre de Poche.
Il successo letterario, però, non sempre tiene lontane le voci critiche nel passaggio sullo schermo.
Basti vedere le polemiche scatenate dalla serie "M. Il figlio del secolo", dal romanzo di Antonio Scurati su Benito Mussolini, con il protagonista Luca Marinelli preso di mira da destra come da sinistra. Jeunet, dunque, è avvisato, così come l'italiana Palomar e la francese 24 25 Films che producono il film.
Nel ruolo della protagonista ci sarà Leïla Bekhti, vincitrice del Premio César nel 2010 come Miglior promessa femminile per il suo ruolo nel film "Tout ce qui brille" e apparsa in pellicole acclamate come "Il profeta" di Jacques Audiard e al fianco di Jasmine Trinca nel biopic "Maria Montessori - La nouvelle femme" dello scorso anno.
Le riprese della pellicola inizieranno a maggio 2025 ma non è stato reso noto quando il film potrebbe essere distribuito nelle sale cinematografiche.
La pellicola è co-prodotta da StudioCanal, che la distribuisce insieme a Canal+ e Netflix. Quasi scontato, dunque, l'approdo della pellicola sulla piattaforma streaming, probabilmente dopo la consueta finestra di uscita nelle sale.
Sorprende che, in un periodo storico in cui l'industria dell'audiovisivo sembra prediligere il piccolo schermo e la lunga serialità, l'opera della Perrin compia il percorso diametralmente opposto. Il romanzo, infatti, era stato inizialmente scelto per diventare una serie televisiva, anch'essa prodotta dalla Palomar, che aveva annunciato l'acquisizione dei diritti nel 2021 in un'esclusiva sulla rivista Variety.
Palomar to Adapt Valerie Perrin’s Bestseller ‘Fresh Water for Flowers’ Into TV Series (EXCLUSIVE) https://t.co/LMqtFMrNxV
— Variety (@Variety) June 29, 2021
Ai tempi, l'autrice aveva dichiarato che la scelta per la società italiana presieduta da Carlo Degli Esposti era dovuta all'amore sincero provato dal produttore italiano nei confronti della protagonista Violette Trenet, coniugata Toussaint.
Dal canto suo, Degli Esposti sottolineò come il romanzo aveva "tutti gli elementi che possono trasformare un grande libro in un grande adattamento", a partire proprio da Violette, da lui definita "un personaggio femminile straordinario".
Quali siano i motivi di questa decisione, quel che è certo è che la pellicola promette di essere uno degli eventi cinematografici dei prossimi anni. Oltre al seguito di appassionati conquistati dal libro, bisogna considerare infatti anche il peso di un regista come Jean-Pierre Jeunet.
Il suo talento visionario esplode nel 1991 con la fantascienza grottesca di "Delicateessen", a cui fa seguito, nel 1995, la straordinaria favola steampunk "La città perduta". Due successi che gli aprono le porte di Hollywood che lo mette alla regia di "Alien: La clonazione", quarto capitolo della saga inaugurata nel 1979 da Ridley Scott.
Ma l'affermazione definitiva arriva nel 2001 quando Jeunet dirige "Il favoloso mondo di Amélie", storia d'amore tra due outsider (l'Amélie del titolo, interpretata da Audrey Tautou, e Nino, interpretato da Mathieu Kassovitz) che il regista racconta con il suo ormai consueto stile surreale ed estremo, tra colori ipersaturi e movimenti di macchina sfrenati.
Tuttavia, dopo il trionfo della pellicola a livello globale (con oltre 173 milioni di dollari di incasso a fronte di un budget di soli 11 milioni), Jeunet non sarà più in grado di ripetersi agli stessi livelli.
Nessuno dei suoi film successivi, da "Una lunga domenica di passioni" del 2004 a "L'esplosivo piano di Bazil" del 2009, fino a "Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet" del 2013 e all'ultimo "Bigbug", distribuito direttamente in streaming su Netflix nel 2022, riesce infatti a replicare i fasti del passato e di quel travolgente successo.
Nonostante questo, sprazzi del suo sguardo a metà tra l'allucinato e l'onirico restano evidenti anche nelle opere meno riuscite del regista, che potrebbe trovare nel romanzo di Perrin il terreno giusto per riconquistare lo smalto di un tempo.
La storia del libro, pubblicato in Italia da Edizioni e/o, contiene infatti quelle atmosfere tanto care a Jeunet, con toni grotteschi inseriti in una vicenda simile a una fiaba.
La protagonista Violette Toussaint è la guardiana di un cimitero e nella sua casa accoglie ogni giorno i suoi clienti abituali, con le quali intrattiene lunghe conversazioni. Una vita semplice, per quanto in un ambiente decisamente singolare, che viene sconvolta dalla visita di un commissario di polizia la cui madre, in punto di morte, ha chiesto di essere seppellita insieme a un uomo sconosciuto, sepolto proprio in quel cimitero.
Ne seguirà un'indagine a metà tra mondo dei vivi e regno dei morti, che sembra lo sfondo perfetto per la regia di Jeunet.